Bologna, il welfare a portata di clic

Si segnala un interessantissimo progetto del Comune di Bologna: http://www.comune.bologna.it/news/app-bologna-welfare

http://www.comune.bologna.it/sportellosociale/notizie/2731/100395

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Peccato per la possibile duplicazione con IO. Anche se pare che questa app faccia cose che IO non credo possa fare (geolocalizzazione?).

Non si tratta di una duplicazione di IO e per come è progettato il framework su cui si basa Bologna welfare, fortemente integrato con i sistemi di back office dell’Ente, fa molte cose che al momento IO non fa.

Le considerazioni che si possono fare in merito all’utilizzo dell’App IO da parte degli Enti, così come è allo stato attuale, per quanto mi riguarda sono le seguenti:

come si evince facilmente sia da quanto descritto sul sito del progetto IO che dal successivo schema delle componenti del progetto e dei soggetti utilizzatori, l’app IO rende disponibili e permette di utilizzare le cd. piattaforme abilitanti.

Tutti i servizi a domanda individuale che il cittadino può richiedere, fruire e pagare, anche integrandosi con i sistemi gestionali di back office in uso presso l’Ente, o tutta l’ampia gamma di servizi di natura informativa diversa o aggiuntiva ad “avvisi e notifiche di cortesia” vanno sviluppati e personalizzati o dagli Enti e/o dai loro fornitori.

Paradossalmente, senza lo sviluppo e integrazione di questi servizi non presenti nell’app IO (ad esempio: servizi scolastici mensa e trasporto, richiesta buoni libro, bonus elettrico, bonus bebè, gestione domande, istanze segnalazioni, ecc.) la P.A. si troverà ad utilizzare una applicazione mobile nella quale l’utente una volta autenticatosi con il proprio SPID, e avendo disponibili i propri dati prelevati da ANPR (presupposto fondamentale è che l’ente deve essere “subentrato” in ANPR), può utilizzare questi dati (es. in PagoPA) per non poter fare nulla se i servizi non sono presenti.

L’app IO, metaforicamente, è una porta di entrata in un edificio in cui i piani sono costruiti ma non esistono ancora le diverse stanze (servizi) a cui accedere, il cui onere di “costruzione” e di “layout” rimane a carico degli Enti utilizzatori.

Bisogna quindi valutare le attuali limitazioni dell’app IO se utilizzata tal quale così come viene resa disponibile:

  • il sistema di avvisi e notifiche di cortesia, che richiede all’Ente l’adesione e autorizzazione ad un servizio centralizzato non ancora disponibile, al momento è pensato in modalitĂ  unidirezionale (dall’ente al cittadino) e non permette quindi l’interazione nel caso in cui sia il cittadino ad istanziare l’ente (il framework su cui si basa Bologna Welfare mette a disposizione un generatore di moduli di domande, istanze e segnalazioni integrate in un workflow procedimentale e con le piattaforme abilitanti)
  • la possibilitĂ  di autenticarsi esclusivamente tramite SPID in una fase in cui solo una piccola parte dei comuni è subentrata in ANPR, potrebbe essere una limitazione all’uso ed integrazione con i sistemi di autenticazione e di back office preesistenti
  • l’assenza di servizi a domanda individuale resi disponibili direttamente da IO (Il famework su cui si basa Bologna Welfare può rendere disponibili una ulteriore gamma di servizi, in altri ambiti, personalizzabili e integrabili con i back office degli Enti).
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AMEN. Prima bisogna lavorare sul backoffice, solo dopo si può pensare di rilasciare un qualcosa che sia rivolto ai cittadini. Altrimenti è come creare una meravigliosa automobile (a vederla da fuori) ma che quando ci sei salito non ti porta da nessuna parte perchè è priva di motore, batteria, serbatoio, luci, ecc. ecc. ecc.

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