Cashback di stato

Io una cautela la terrei in considerazione prima di avventurarmi in considerazioni che, volendo e ripeto volendo, rasentano la denuncia penale.
Un conto è scrivere che non si CREDE ad una affermazione; ben altra cosa è dire che quell’affermazione è FALSA.
la differenza risiede nel fatto che non credere in qualcosa attiene alle libere scelte del soggetto di tale affermazione (io non credo in dio; e riguarda solo me); scrivere che tu affermi il falso, o è supportato da prove -allora saremmo curiosi di conoscerle queste prove- o, appunto, si rasenta la diffamazione. Non puoi sostenere che uno dice il falso; puoi credere o meno a ciò che dice ma, se affermi la falsità di quanto una terza persona asserisce, lo dimostri o sei un diffamatore. Data l’importanza della discussione, mi limiterei a dire che sei un quaquaraquà (Sciascia docet)

Io mi baso su questo come riferimento quadra abbastanza https://io.italia.it/cashback/dashboard/

Certo, quei dati sono correttissimi, ma non danno l’informazione in questione.

E mi pareva!
Non cogliere la differenza tra discorsi generali e generici, peraltro tutti bisognosi di verifica, e formulare accuse mirate, individuali, circonstanziate “…informazioni false come fa lei” e come pensare che, siccome c’è un accusato di furto che è biondo,…“tutti i biondi sono ladri” (Anche qui; un conto è accusare qualcuno, altro è che quel qualcuno SIA responsabile dell’accusa formulata). Poi il fatto di metterci Nome e Cognome indica solo quanto è radicato il pregiudizio che induce a non comprendere la differenza tra CREDERE (o PENSARE) e DIMOSTRARE che quella cosa sia vera. D’altronde una differenza tra categorie di persone non è quella di sbagliare bensì quella di non accorgersi dell’errore e, o provvedere o reiterarlo. Comunque; come non detto. Avanti così fino al baratro e mi raccomando, precipitandoci dentro, rinnovare la fede nella certezza che la ha portata fin li.