Comuni e Datacenter: un modello non sempre convincente (2)

A pag.93 del piano triennale è esplicitata la possibilità di effettuare investimenti se compatibili con la realizzazione delle azioni previste al par. 3.1. Di seguito il passaggio richiamato "blocco delle nuove spese sui data center, a meno di casi adeguatamente giustificati verso il cloud e/o verso la costruzione di Poli nazionali, secondo quanto descritto nel paragrafo 3.1”. Si segnala, inoltre che la Gara SPC Cloud Lotto 1 prevede il servizio professionale Cloud Enabling che consente di effettuare l’analisi dello stato attuale del Data Center e consente di identificare il progetto più opportuno per la migrazione all’ambiente SPC Cloud (nel caso di Data Center appartenente al Gruppo B).

A febbraio le amministrazioni di tipo B dovranno migrare verso l’ambiente Cloud disponibile al momento. Nel caso non siano disponibili PSN o CSPP, dovranno migrare verso l’ambiente Cloud SPC Lotto 1. Il Cloud della PA rappresenta un’evoluzione del modello SPC Cloud Lotto 1, l’unico disponibile al momento, e sarà realizzato in una fase 2 come previsto nel Piano Triennale all’azione “Evoluzione del Cloud della PA”

L’azione “Censimento Patrimonio ICT della PA” consentirà la classificazione dei Data Center secondo i 3 gruppi previsti. Nel caso specifico si verificherà se il disaster recovery realizzato dall’amministrazione è conforme ai requisiti definiti da AgID. Nel caso in cui sia conforme, il Data Center potrebbe anche essere classificato come potenziale PSN e non come Gruppo A se soddisfa anche tutti gli altri requisiti. Le casistiche sono molteplici e andranno trattate puntualmente sulla base dei risultati dell’azione specifica.
Se il data center usato come disaster recovery non sarà qualificato come PSN la soluzione più economica e coerente sarà di pianificare una migrazione con la stessa logica scelta per il sito data center principale.

Nel piano triennale non è scritto da nessuna parte che le PAL e Comuni non possono avere il ruolo di poli startegici nazionali. La qualificazione a PSN dipenderà unicamente dalle caratteristiche del data center, (nell’accezione più ampia che comprende ad esempio la capacità gestionale ed organizzativa), non da chi li possiede.

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Il che vuol dire tutto e niente in assenza di criteri esposti.
E’ abbastanza probabile che se la valutazione avverrà su criteri uguali per tutti, senza differenziare relativamente alle reali esigenze, i comuni abbiano davvero pochissime chances.
Quello che voglio dire è che per una pletora ampissima di casistiche come la PA (e la PAL in particolare) è rischioso e spesso non vantaggioso nemmeno economicamente generalizzare o proporre modelli che siano talmente scalabili da coprire tutto.
https://blog.bradfieldcs.com/you-are-not-google-84912cf44afb

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Il PSN deve essere in grado di erogare servizi a PA terze. Quindi la valutazione avverrà necessariamente su criteri di qualità e sicurezza a tutela delle PA utenti del PSN che opererà su scala nazionale e non (solo) locale.

Grazie al dott. Pucciarelli per le risposte.
È stato scritto molto in questo post e vorrei leggere tutto con attenzione. Mi rimangono in testa molti dubbi, provo ad elencarne alcuni:

  • i costi del cloud al momento sono eccessivi, in particolare per le risorse di calcolo. Se si chiede una migrazione completa sul cloud ha costi improponibili. Sto facendo un po’ di conti, sul mio caso, ma generalizzabili, i risultati e i confronti con alcuni CIO di aziende private confortano questa mia affermazione. Serve un modello ibrido.
  • i piccoli Comuni, ovvero la stragrande maggioranza in Italia è alla preistoria con l’informatica. Serve prima di tutto connettività altrimenti non si fa nessun cloud. La situazione a Pesaro, provincia di circa 60 Comuni è che nell’entroterra a 20 km dalla costa la fibra praticamente non esiste. Là dove esiste i costi sono elevatissimi.
  • serve un modello a rete dove i comuni più piccoli si “appoggiano” a quelli più grandi e strutturati in grado di fornire loro servizi. Poi questi poli, es comuni capoluogo di provincia, sono in rete con la Regione. Così la riduzione e qualificazione dei datacenter può funzionare.
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Che appunto è quello che si leggeva fra le righe e che di fatto esclude tutti i comuni con l’eccezione forse delle città metropolitane o qualche grande centro.

Buongiorno e grazie per le risposte.
Tuttavia non mi è chiara una questione che spero di riuscire a descrivere di seguito.
Nel piano si scrive, punto 3.1.3 “Tutte le Pubbliche amministrazioni proprietarie di infrastrutture fisiche dovranno partecipare ad un censimento effettuato da Agid (vedi punto d’azione Censimento patrimonio ICT della PA). In base alle risposte ottenute, queste infrastrutture fisiche, se non qualificabili come PSN, verranno divise in due categorie, salvaguardando gli investimenti pregressi effettuati dalle PA:”. Il Censimento patrimonio ICT avverrà tra “Da giugno 2017 a dicembre 2018”.

Ora nil documento Misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni" del 26 Aprile 2016, a pag.5 riporta “Le ultime tre colonne sono booleane e costituiscono una linea guida che indica quali controlli dovrebbero essere implementati per ottenere un determinato livello di sicurezza. La prima, “Minimo”, specifica il livello sotto il quale nessuna amministrazione può scendere: i controlli in essa indicati debbono riguardarsi come obbligatori.”.
Quindi le Misure minime devono da tutti essere rispettate, aggiungo come tutti conoscono in quanto data limite, entro Dicembre 2017.

Una amministrazione saprà se è di tipo A o B o altro dopo che è stata censita, quindi credo dopo Dicembre 2017.

I piano triennale vieta investimenti (mentre favorisce spese correnti, ricordo sempre in contrazione da almeno un decennio).

Come rispetto un obbligo di legge “…nessuna amministrazione può scendere…” se saprò se potrò investire, e di nuovo rispettare la legge, dopo Dicembre 2017?

Confesso di essere confuso.

Cordiali saluti

Ciao Alessandro, considerata la natura e la specificità della domanda ti chiediamo di contattarci all’indirizzo email forumpt@agid.gov.it fornendo degli esempi precisi e allegando eventualmente della documentazione esplicativa. Cercheremo di darti un riscontro, attivando i settori competenti di AgID e Team Digitale, nel più breve tempo possibile.