Notizie sul team dal mondo

Speriamo che sia tutta copla degli “inglesismi” e che togliendoli si acceleri sul fronte della digitalizzazione della PA :roll_eyes:

Secondo me, è una pia illusione…

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Ex team :slight_smile:
https://www.ft.com/content/9b20ee73-398c-47d9-81ec-3deecd933324

Ex team:

Agenda Digitale, le novità di Febbraio 2019.

Sarò monotono… pia illusione. Ma sanno queste persone come è messa realmente la PA?

Se posso darti un mio parere, credo che ne siano sempre più consapevoli anche a livello centrale, laddove si trova apertura alla comprensione della PA cercando di capirne la diversità dia orizzontale (tra stesse tipologie di uffici: esempio ci sono tanti tipi di Pubbliche Amministrazioni Locali) che verticale (ministeri, asl, comuni grandi, comuni piccoli, giustizia, FFOO etc etc). Il percorso è iniziato, per renderlo definitivo serve tanto impegno, continuare con una visione aperta della PA e forse un cambio generazionale su alcuni aspetti.

Andrea

Sì, sicuramente generazionale. Ma gli ostacoli sono molti…

Bisogna iniziare da quelli piccoli, chiamandoli per nome, superandoli e così creando dei casi di successo che fanno morale, per poi arrivare ad affrontare i “mostri dei livelli più avanzati” :slight_smile:

Il Team incontra il nuovo Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione Paola Pisano
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Quali sono?
Perchè proprio 6 anni e non 4 o 7?

Senza nulla togliere alle persone che, ai vari livelli, si impegnano per una svolta digitale razionale, realistica, interoperabile, usabile, economicamente sostenibile, il tempo passa e si rischia che tre costanti vengano perpetuate nel corso degli anni: 1) si cerca l’uomo della Provvidenza, il condottiero, l’uomo solo al comando, quello che dovrà dare un imprinting al nuovo corso della digitalizzazione del Paese (non importa se tecnico o politico), quando invece è fondamentale uno sforzo corale di tutti i centri decisionali per raggiungere risultati; 2) si pensa sempre che qualcuno possa decidere per altri: non è pensabile che un informatico possa avere chiaro come funziona davvero la P.A. e le sue procedure, tanto quanto un giurista non saprà mai come funzionano le problematiche specialistiche dell’informatica, un dirigente centrale del ministero non sa come lavora veramente un ufficiale d’anagrafe, un dipendente di ufficio tributi non sa quali sono le considerazioni alla base di certe scelte tecniche del Ministero Economia e Finanze ecc… il rischio di prendere decisioni isolate e scollate dalla realtà è enorme se nei processi decisionali non si coinvolgono gli stakeholder che materialmente avranno l’incombenza di attuare la decisione sul campo e non si permette alle criticità di emergere in tutta la loro evidenza (c’è stato un contatto con chi deve lavorare veramente con i nuovi modelli di interazione tecnologica? es. per ANPR sono stati interpellati dipendenti delle anagrafi comunali? Per PagoPA sono stati interpellati dipendenti delle ragionerie e degli altri uffici che devono riscontrare i pagamenti degli Enti creditori? per INAD, essendo ancora in consultazione le LL.GG., saranno interpellati i gestori PEC e gli uffici che si occupano di notifiche? Ecc…). 3) nessuna innovazione funziona quando ci troppe complicazioni e manca un supporto, ogni novità deve essere prima di tutto facilmente usabile dai destinatari (siano essi PP.AA. o privati), bisogna rendersi conto che gli uffici pubblici sono oberati di adempimenti e spesso hanno carenza di personale (è abbastanza ovvio che stravolgimenti del proprio lavoro non percepiti come migliorativi vengano ostacolati). Vedo una totale mancanza di supporto dal livello centrale (ministeriale), l’unico supporto arriva in qualche modo dai produttori del software gestionale nell’ambito delle commesse/affidamenti peraltro a caro prezzo (fornitori non sostituibili senza conseguenze per via del lock-in commerciale).

Non si poteva descrivere meglio la situazione nella PA.