Violazione Linee Guida Riuso Funzione Pubblica con ParteciPA

P.s. tra l’altro avevo preso come esempio quella PR forse perché aveva molto più senso cercare integrazioni upstream a livello di librerie prima di proporla a Decidim.

Quindi avresti dovuto trattare su più tavoli anche perché la gem di spid mi sembra mezza morta butta li su github.

Ok, prendo atto di vivere su un pianeta differente.

Esistono gli stati, organizzati come stato di diritto, che per funzionare si danno delle regole (leggi, in senso lato, il diritto appunto) che hanno cone loro estensore o gli stati e le loro articolazioni o le associazioni fra stati. Talvolta la legge si richiama a norme tecniche emanate da soggetti non politici (ISO, UNI ecc.) che quindi a quel punto diventano cogenti. I “modelli di contribuzione opensource” - sbagliero’ anche qui - non mi sembrano siano dettati da fonti di diritto o da norme tecniche rinosciute, ma sono, nella loro multiforme varietà, quasi una sorta di filosofia che tuttavia è in grado di regolare la vita delle rispettive comunità.
Mi meraviglio quindi dell’interpretazione che dai delle linee guida su acquisizione e riuso di sofware.
Continuo a interpretare diversamente le linee guida, che sono una fonte di diritto (di rango infimo ma sempre fonte di diritto) e che come tali si inquadrano in un sistema normativo. Il sistema del diritto italiano è del tutto incompente a regolare il funzionamente di una community opensource transnazionale, che si dà (immagino tramite le licenze e altri documenti regolatori) delle sue regole in base a sacrosanti principi internazionali e quasi naturali di autonomia. Lo vedo anche del tutto incompetente a imporre a un soggetto (pur sotto la sua girusidizione) di comportarsi in un certo modo in un consesso del tutto estraneo alla sua portata (in questo caso la community e il repository legato al software Decidim).
Conseguentemente, anche il difensore civico per il digitale, per quanto possa empatizzare con la tua posizione di principio, avra’ le mani legate. Del resto, se danno o sgarbo c’e’ stato e’ per la community di Decidim, che non ha goduto della spiddosa PR.

E ripeto, mi pare di capire che se la Funzione pubblica avesse proposto la sua evoluzioe di Dedicim, il signor Andrés gli avrebbe risposto, come piu’ o meno ha fatto a te, che di mettere a sistema I’autenticazione SPID alla comunità Decidim interessa il giusto.
A quel punto il danno erariale (tecnicismo legale, per inciso e tra parentesi: servono dolo o colpa grave per punire il danno erariale) o comunque il danno per la comunità, nel vedere una modifica utile per gli scopi italiani restare a prendere polvere in una PR ignorata, sarebbe stato ben maggiore di quello che intravvedi tu adesso. Non è forse piu’ comodo ed economico per la comunità della p.a. italiana avere una community italiana nella quale si applicano tutte le regole fatte apposta (almeno nelle intenzioni) per fare dell’open source la chiave di volta della digitalizzazione del paese?

Senz’altro, visto la sicumera con cui dici che sbaglio, il difensore civico interverrà per riportare il Dipartimento della funzione pubblica a piu’ miti consigli. Mi auguro che ciò porti benefici alla comunità (che per me, in questo caso, e’ quella interessata all’organizzazione e al miglioramento della sistema informativo pubblico). Continuo a chiedermi, limite mio, come l’open source tout-court possa contribuire in modo cosi’ deciviso a migiorare le sorti del digitale pubblico italiano. Esempio scemo: ho scoperto, ma posso aver travisato, che esiste un importante e strutturato progetto opensource che riguarda, nel mondo pagoPA, il dialogo col nodo di pagamenti SPC. Bello! Fantastico! Uno si immagina che a quel punto qualsiaisi p.a. possa far da se’ o almeno contribuire a sviluppare il prodotto, migliorarne le funzioni ecc. Invece no, pare che utilizzare l’accrocchio (in senso neutro) open source sia prerogativa (di fatto, non per volonta’ di qualcuno) delle software house che si presentano come partner o intermediari tecnologici della p.a. In questo scenario, guarda un po’, spostare una casella di testo come esporre un’API diventa un’evoluzione applicativa da pagare a caro prezzo.

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Io sono per una via di mezzo nel senso che avrei cercato di creare un asset migliore nell’ambito delle librerie Eidas per Ruby.

Ad esempio forse avremmo più applicazioni usptream in Ruby direttamente integrate in Eidas per i cittadini europei.

Lo stesso forum che stiamo utilizzando adesso, che è scritto in Ruby, è integrato qui con Eidas da qualche parte ma non upstream: