4. Modello di adozione dell'IA

Bozza di linee guida per l’adozione di IA nella pubblica amministrazione

La consultazione pubblica è attiva dal 18/02/2025 al 20/03/2025.

Questo argomento accoglie i commenti relativi al capitolo 4. Modello di adozione dell’IA.

I commenti dovranno includere il numero del paragrafo o sotto-paragrafo (se presente) e un riferimento puntuale al brano di testo al quale si riferiscono (ad esempio paragrafo 4.3, terzo capoverso).

Leggi il documento in consultazione.

Per agevolare la comprensione, suggerirei di iniziare ogni paragrafo con una breve sintesi esecutiva, che ne anticipi i contenuti principali e le azioni raccomandate. Questo approccio renderebbe la sezione più accessibile e consentirebbe ai lettori di cogliere immediatamente i punti salienti.

Un’altra criticità risiede nell’eccessiva astrattezza del modello di adozione proposto. Per superare questa difficoltà, raccomanderei di integrare quanto prima casi d’uso pratici e concreti, che illustrino come le PA possono effettivamente applicare le varie fasi del modello. L’attuale Allegato F non è sufficiente; sarebbe auspicabile creare un vero e proprio “catalogo di esempi” consultabile, che offra spunti operativi e guidi l’azione.

Inoltre, non è del tutto chiaro se il modello sia pensato per PA di grandi o piccole dimensioni, con un elevato o basso grado di maturità tecnologica. Per questo, suggerirei di differenziare il modello, creando percorsi semplificati per le PA con risorse limitate e percorsi più completi per le PA più strutturate. Questa distinzione renderebbe il modello più flessibile e adattabile alle diverse realtà del panorama italiano.

Un ulteriore miglioramento potrebbe consistere nel fornire strumenti operativi concreti. Il documento descrive cosa fare, ma non indica come farlo praticamente. Per colmare questa lacuna, suggerirei di integrare template, checklist, esempi di documenti e strumenti di autovalutazione, che supportino l’implementazione pratica del modello.

Alcune fasi, come la valutazione d’impatto e la gestione del rischio, sembrano sovrapporsi, creando confusione. Per risolvere questo problema, raccomanderei di razionalizzare le fasi, definendo chiaramente quando e come ciascuna attività deve essere svolta, al fine di evitare ridondanze. Una “flowchart” chiara e sintetica potrebbe aiutare a visualizzare meglio il flusso delle attività.

In particolare, la sottosezione relativa alla strategia per l’IA (4.1) è troppo generica. Suggerirei di includere un template o una checklist per aiutare le PA a definire una strategia realistica e misurabile, con obiettivi specifici e ben definiti. Allo stesso modo, l’analisi del contesto (4.2) è troppo teorica. Potrebbe essere utile creare un questionario o un tool di autovalutazione online che guidi le PA nell’analisi del proprio contesto, generando poi un report personalizzato.

Infine, gli allegati sembrano un po’ disorganici. Mancano riferimenti espliciti agli allegati direttamente nel testo della sezione, spiegando a quale fase del modello si riferiscono e come possono essere utilizzati. Pertanto, suggerirei di creare una “guida all’uso degli allegati” e di integrare i riferimenti in modo più chiaro.

Per concludere, propongo una struttura alternativa per la sezione: un’introduzione sintetica al modello, che ne illustri obiettivi, vantaggi e applicabilità; una descrizione dei percorsi di adozione (semplificato vs. completo), con una flowchart chiara; una trattazione dettagliata delle fasi, con checklist, esempi, template e link agli allegati rilevanti; infine, un’appendice con tutti i template e gli strumenti.

Paragrafo 4.3, Punto 1 (Miglioramento dell’efficienza operativa), proposta di inserire un punto f) “Miglioramento della gestione dei progetti: le PA possono utilizzare l’IA a supporto del project management per gestire i progetti con maggiore efficacia ed efficienza, anche automatizzando attività ripetitive, analizzando grandi moli di dati, proponendo analisi predittive e ottimizzazioni delle risorse, e migliorando i processi di supporto alla decisione”.

7.2. Obblighi di informativa:

Si suggerisce di espandere il paragrafo con una maggiore profondità di trattazione rispetto ai criteri e i parametri su cui si basano le decisioni automatizzate prese dal sistema di IA. In particolare, si suggerisce di dettagliare modalità con cui una PA garantisce ai cittadini l’aderenza al requisito di trasparenza delle decisioni prese dal modello. Inoltre nel documento si fa un solo riferimento alla DPIA, senza approfondire o dare rimandi utili al lettore per comprendere se la DPIA sia necessaria. Si suggerisce di approfondire con un sottocapitolo o un rimando a documentazione ufficiale che guidi la PA negli scenari in cui si prevedono decisioni basate su trattamento automatizzato che possono avere effetti giuridici o impattare significativamente l’interessato (è necessario ottenere un consenso esplicito o guidare in un’alternativa)

  1. Applicazione del PDCA: arricchire il modello PDCA con esempi pratici applicati alla PA, includendo una roadmap temporale con milestone specifiche; eliminare descrizioni troppo astratte.
  2. Ruoli e responsabilità: specificare chiaramente, con un organigramma se possibile, i ruoli (es. RTD, RPD, UTD) e le relative responsabilità nel ciclo di adozione; rimuovere ambiguità presenti nella trattazione attuale.
  3. Esempi di progetti pilota: integrare casi di studio o esempi di sperimentazioni già effettuate da altre PA, suggerendo cosa aggiungere (timeline e obiettivi misurabili) e cosa semplificare nei testi troppo prolissi.

In Sanità, gli applicativi di IA possono essere sanitari o non. Quelli sanitari, autonomi o a supporto delle apparecchiature mediche, sono generalmente dispositivi medici. Per gli aspetti normativi (marchio CE) sono seguiti dai Servizi di Ingegneria Clinica, mentre della loro accettazione, del loro monitoraggio e controllo e della formazione degli operatori sanitari (personale dirigente e del comparto), già se ne occupano i Servizi di Fisica Sanitaria. L’IA è da tempo gestita e monitorata dai fisici medici, in particolare quando è presente nei sistemi di imaging, di diagnostica, di terapia e rivolti al supporto/protezione dei lavoratori, dei pazienti e della popolazione. I Servizi di Fisica Sanitaria sono inoltre coinvolti nella ricerca e sviluppo dei sistemi IA, collaborando con le aziende del settore, gli Enti di Ricerca. Non a caso, il premio Nobel per l’IA è stato assegnato a alla Fisica.

L’AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica) non considera pertanto efficace, per la complessità e la varietà dei sistemi IA presenti nel campo della salute e del benessere, che il coordinamento dell’IA sia assegnata al solo RTD [come indicato al Paragrafo 4.1, terzo capoverso, Pag. 23 o nel Paragrafo 4.6, secondo capoverso, Pag. 28], ma ritiene utile la creazione di una specifica figura di coordinamento dell’AI, il Responsabile dell’Intelligenza Artificiale (RIA), a cui assegnare un proprio ufficio (UIA). Il RIA collaborerà quindi con l’RTD, l’UTD e l’RPD.

Come per il Codice Etico, sarebbe utile anche un modello/schema per la definizione della Strategia da adottare da parte delle PA, quale ulteriore allegato.

delegare tutto ai ‘poveri’ RTD che nelle piccole e medie realtà, il più delle volte non possono contare su di un vero e proprio ufficio dedicato, né su percorsi formativi garantiti ed adeguati, potrebbe significare non riuscire a traguardare l’obiettivo.
L’RTD comincia ad avere davvero troppi compiti estremamente trasversali che rischiano di trasformarlo in un vero capro espiatorio senza di fatto condurre agli obiettivi prefissati. E’ necessario che le Linee Guida facciano lo sforzo di calarsi nelle realtà effettive della gran parte delle pubbliche amministrazioni, definendo puntualmente obiettivi circostanziati semplici ed effettivamente raggiungibili, senza cadere nell’astratto, responsabilizzando tutte le figure dirigenziali/apicali che in una PA sono chiamate alla governance di processi istituzionali e che non possono non partecipare con un ruolo attivo a tali traguardi.

Par. 4.2 " Le PA POSSONO definire strategia e modello in collaborazione con altre amministrazioni o adottando strategie e modelli definiti da enti sovraordinati o della stessa tipologia." - Mi permetto di osservare che sarebbe opportuno rafforzare, se non addirittura obbligare, il ruolo delle Amministrazioni sovraordinate ad es. le Regioni nella definizione di strategie di adozione della IA condivise per tutti gli Enti Locali di riferimento, per evitare le consuete derive, costruire le fondamenta per servizi sicuri ed efficaci con esperienze che accomunino realtà che condividono già elementi infrastrutturali, creando anche primi nuclei sperimentali tra gli enti aderenti, a vantaggio anche del monitoraggio e la governance dei progetti.