App IO e la spinta sulla digitalizzazione

SULLA QUESTIONE PC VS SMARTPHONE.
Io sono un docente e abbiamo avviato l’inizio dell’attività scolastica in anticipo rispetto all’ordinanza della regione Abruzzo che ha stabilito come data il 24 settembre. Noi abbiamo iniziato il 7 settembre ma solo con didattica a distanza e stiamo analizzando le difficoltà di tipo tecnologico riscontrate dai ragazzi. Ebbene solo il 10% possiede un PC. Tutti partecipano alle videolezioni con i telefonini. Dieci anni fa non era così. Quasi tutte le famiglie avevano un PC. :thinking:

E’ un trend che si è creato nel tempo: i ragazzi sanno usare il telefono, pensavo di essere nativi digitali e lo sono nel senso che sono nati con il digitale in mano, ma non sanno nulla di informatica/business/altro che non sia tik tok & affini. Parlo ovviamente di medie e di esperienze dirette.

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Grazie della risposta:

innanzitutto non ho mai detto che quelli del team digitale sono cretini

Benissimo, e io non mi permetterei di attribuirti quest’affermazione cui non ti sei neanche mai avvicinata. Solo, avrò un altro modo di esprimermi, ma non mi spingerei neanche a dire “X è da matti”, soprattutto quando nessuno (al governo, al Team) ha mai detto, che io sappia, che “i professionisti devono usare IO per presentare istanze alla PA”. Mi piace tenere i toni amichevoli, soprattutto quando fra le persone che lavorano in malafede ce ne sono tante che lavorano in buonafede, e se uno strumento o un’iniziativa non funziona a volte è nonostante totale buonafede e un IQ astronomico. Ho fatto cose nella vita che non hanno funzionato o si sono rivelate lontanissime dalla perfezione nonostante buonafede al 100%, e se qualcuno dicesse “la tua idea è da matti” non sarei contentissimo. Preferirei dicessero “grazie del tentativo, ma se volevi risolvere il problema X il tuo metodo non funziona per ragione A e B”. E ancora al di là delle parole usate, il mio punto è che la critica va motivata bene. Anche con parole gentili, una critica non ben motivata va evitata (e mi riferisco al dire “una app da smartphone non va bene per professionisti” quando 1. L’app non è direttamente e prioritamente pensata per i professionisti; 2. ci sarà anche la versione da web).

non condivido la tua affermazione secondo cui le strategie di digitalizzazione della PA hanno fallito perchè non sono riuscite ad avvicinare la gente alla PA e quindi creare una app per avvicinare gli analfabeti digitali alla PA risolve un grande problema.

Non dico che “le strategie di digitalizzazione della PA hanno fallito perché non sono riuscite ad avvicinare la gente alla PA”: dico, molto più in generale, che è una delle priorità da affrontare individuate nel 2015 all’insediamento del Team. Si è fatto brainstorming, si sono individuati tanti problemi, si sono pensate azioni per risolvere questi problemi; almeno un’azione per problema e, se possibile, un’azione per più problemi, prendendo più piccioni con una fava. Quindi, fra le tante azioni, alcune sono più focalizzate su una priorità che su altre. Problemi diversi, tutti conviventi, vengono affrontati da azioni diverse, tutte con diritto di esistere. Per esempio: i cittadini con connessione a internet non raggiungono la PA perché questa non offre servizi? → Azione: cerchiamo di fornire più servizi come PA dai website PA. Ma: alcuni di questi cittadini hanno internet solo con smartphone? → Azione: forniamo loro un punto di accesso diretto tramite app. E: alcuni non hanno affatto internet? → Copriamo il Paese con banda larga. Quindi, priorità diverse da azioni diverse. Quindi non ha molto senso dire che “la banda larga non è utile perché la PA tanto non offre servizi” o il suo opposto “offrire servizi dai siti PA non è utile perché tanto i cittadini non hanno banda larga”: si critica un’azione perché non risolve altri problemi cui si focalizzano altre azioni. Tutto qui.

Per me non è affatto così anzi alla lunga, se IO non evolve MOLTO in fretta (altro che “4 mesi che saranno un anno”) avrà un effetto boomerang clamoroso.

Certamente, questo si può dire di tantissime iniziative tentate in passato e fallite, di tante che stanno facendo e potrebbero fallire, di tante che faranno e potranno fallire.

La parte della tua risposta che inizia dopo “Le strategie di digitalizzazione della PA” è molto ben argomentata e molto interessante. Per esempio la necessità imprescindibile di affrontare il cuore del problema, quindi il backoffice, al di là dell’interfaccia (anche se qui torniamo un pochino su un’altra fallacia che sento spesso, un cane che si morde la coda: se si crea SPID/IO, i cittadini non la attivano/scaricano perché non ci sono servizi e le amministrazioni non attivano servizi perché nessun cittadino ce l’ha, e il problema si risolve quindi solo forzando artificiosamente uno dei due per costringere l’altro ad adeguarsi - in questo caso creando SPID/IO e pensando ad artifici per farla attivare/scaricare, come il bonus 18enni/docenti e il Bonus vacanze, così le amministrazioni hanno meno scuse per attivare i servizi - in altre parole, per usare la tua metafora, creando il tetto quando la casa non è ancora finita, perché altrimenti gli operai non iniziano mai con la casa con la scusa che non c’è il tetto. Quindi uno straccio di strategia dietro c’è, che sarà sbagliata ma non è completamente privo di fondamento, soprattutto in un Paese dove se fossi al poterei tenterei il tutto e per tutto alla disperata per cambiare qualcosa. Ma ovviamente non nego che le devi mettere in grado di attivarli con il backoffice ben fatto - questo aspetto che tocchi è sacrosanto). Cose giuste che non riguardano più direttamente il mio intervento, che si metteva in guardia sulla unfairness di 1. Criticare IO perché alcune cose sono complicate da smartphone, quando si prevede già la versione web (sarebbe un’altra storia se avessero detto “Lasceremo IO solo su smartphone perché funziona perfettamente così”); 2. Criticare IO perché è complicata per i professionisti, quando IO vuole risolvere in prima istanza (e in seconda istanza possiamo parlarne) altri problemi.

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@luca_valerio, porti argomenti interessanti. io ignoro l’ezio-ontologia delle scelte del team, ma dove hai recuperato la notizia che la scelta di puntare su un terminale per ricevere messaggi mobile-only risponde all’esigenza di raggiungere il grande pubblico che usa solo smartphone? io ammetto di non aver seguito attentamente le vicende del team del salvifico piacentini sin da subito.

poi magari i fatti daranno ragione a questa strategia (non so quanto ponderata e consapevole) che si rivelera’ vincente e poi cercheremo di capire quanto ha influito il mobile-only-first-web-after-with-calmness (=prima solo mobile poi dopo con calma anche via web) oppure la maturita’ dei tempi, la rassegnazione, le congiunture pandemiche ecc.

sarebbe anche interessante vedere i numeri di adesioni a IO da parte dei cittadini, se l’uso forzato per il bonus vacanze ha fidelizzato all’uso esteso della app, se questi utenti si ricorderanno la password di spid tornati dalla vacanza o finiti i 500 euro di bonus.

Io resto in parte dell’idea che l’Italia ha bruciato troppo in fretta buone idee e progetti su cui si poteva insistere. penso alla cec-pac per esempio. forse non buttare tutto il sottostante sistema incluso il bacino di utenti accuratamente identificati di persona e il sottostante disegno di implementare un sistema che andasse di pari passo con le pieghe della normativa, magari migliorare nel tempo interfacce ed “esperienze utente” sviluppare nel tempo una app mobile per accedere alla casella (all’epoca gli smartphone erano cose da ricchi nerd e la casella cec-pac aveva giustamente requisiti per la password complicatissimi e non poteva nemmeno farsi scudo del gdpr), unirci spid e/o l’accesso con pin o biometria (adesso sì ci sono dispositivi da duecento euro nelle tasche di tutti o quasi che consentono cose “che voi umani non potete immaginare”)…
quindi il problema della cec-pac e di mille altri progetti naufragati non era tanto nella sostanza ma nel fatto che gli smartphone non erano diffusi, cioe’ in altri termini che i tempi non erano maturi.

pessimisticamente sono anche convinto che molte scelte siano dettate da un atteggiamento “semplicistificatorio”, che punta a fare cose facili e facilmente rivendibili come successo. oppure sono scelte fatte sulll’onda di una moda (adesso tutto e’ un app - qualsiasi intervento strutturato che prevede una app come componente diventa metonimicamente una app). cio’ non toglie che poi tutto possa evolversi in qualcosa di veramente epocale.

pero’, tornando a bomba, a me continua a far sorridere che IO venga definita “punto di accesso” quando e’ al limite il “punto di uscita” cioe’ il punto dove il cittadino riceve l’esito di qualcosa nato altrove. inviterei qualcuno ad aprire un post di brainstorming dove elencare in modo sparso tutto cio’ che serve per un punto unico di accesso ai servizi di tutte le amministrazioni. non che non si possa fare, ma ci vuole molto, un “molto” che nelle pieghe della roadmap di IO non traspare, che nelle varie linee guida non traspare, nella letteratura ufficiale di corredo non traspare…

ripeto, io mi sto dando da fare per concludere l’onboarding su IO e attivare un “servizio” sensato, ho sperimentato che funziona bene, che in effetti puo’ evolversi in qualcosa di buono con il contributo di tutti. serve pero’ consapevolezza.

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@Luca_Valerio ammiro il tuo entusiasmo (e non sono ironico), il problema sta nel “saranno”, sai quante volte, in ambito professionale, ho sentito che ‘la tal X sarà sviluppata, pianificata, organizzata ecc…", dove X sta per funzionalità, modello, opportunità, modalità e così via? Poi mi spiace ma non sono convinto dell’utilità di una app via smartphone per presentare istanza alla P.A. (prima di tutto per un’intrinseca scomodità di presentazione e per la questione delle firme elettroniche poco “tangibili” da parte dell’ufficio destinatario, mancando opportunità chiare per ciò che non è firma digitale) o per ricevere atti della P.A. impugnabili (trovo complicato pensare anche solo di leggere un provvedimento notificato da una app, non parliamo poi di ‘girarlo’ al difensore e tutto l’iter che ne segue)… sono solo alcuni esempi, ma cerchiamo di essere ottimisti :rofl:
P.S. il secondo problema sta in quell’ “alcune”, non va bene: tutto deve essere disponibile da web, non alcune funzionalità…

però stavolta ci sono i soldi del Recovery Fund sul Digitale (con i relativi controlli dela UE) e quindi forse qualcosa di concreto verrà realizzato

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Caro @frantheman ,

dove hai recuperato la notizia che la scelta di puntare su un terminale per ricevere messaggi mobile-only risponde all’esigenza di raggiungere il grande pubblico che usa solo smartphone? io ammetto di non aver seguito attentamente le vicende del team del salvifico piacentini sin da subito.

Buona domanda - ammetto subito che questa argomentazione non credo sia mai stata scritta in forma esplicita: “la app io va incontro agli italiani che usano solo lo smartphone e all’analfabetismo digitale ed è pensata specificamente per risolvere questo divide”. Si poteva però desumere dai più vecchi, primissimi post del Team digitale (2016/2017) e interviste di Piacentini dopo i primi 6/12 mesi, che facevano riferimento alla diffusione degli smartphone e al fatto che molte PA avevano (hanno) siti e processi scollegati fra loro. In combinazione con la famosa parabola di “Anna” (la madre ipotetica, ricevente notifiche di scadenze in una giornata tipo, citata da Piacentini e Attias in post Medium e interviste per illustrare l’utilità di IO, per esempio qui), questo fa ritenere che lo scopo originario di IO fosse quello di avvicinarsi al cittadino con smartphone in tasca e poco tempo. Può benissimo essere che io, in un eccesso di ottimismo, stia attribuendo una profondità strategica (quella di raggiungere i cittadini con smartphone ma non laptop) che invece al Team non hanno mai avuto (e magari hanno avuto l’atteggiamento “semplicistificatorio”, certo un po’ pericoloso, che sospetti). Del resto, le statistiche che hanno dimostrato che così tanti italiani raggiungono Internet solo da cellulare sono posteriori al 2015, credo. Ma anche se fosse così il fatto che IO sia adatta a raggiungere quella fetta di popolazione rimarrebbe un fatto positivo - seppure non voluto.

Ammetto anche un’altra cosa: leggo nell’ultimo anno che IO è presentato ora come “unico punto di accesso per cittadini e imprese” (anche se lo leggo in interviste, e potrebbero essere a parlarne ormai giornalisti o persone subentrate al Team originale). Quindi effettivamente si sta un po’ esagerando rispetto alla narrativa della madre indaffarata Anna e potrebbero star cominciando a vendere forse più di quel che IO può fare - proprio come avevate osservato. Il mio argomento è che comunque IO ha ragion di esistere.

sarebbe anche interessante vedere i numeri di adesioni a IO da parte dei cittadini, se l’uso forzato per il bonus vacanze ha fidelizzato all’uso esteso della app, se questi utenti si ricorderanno la password di spid tornati dalla vacanza o finiti i 500 euro di bonus.

Io resto in parte dell’idea che l’Italia ha bruciato troppo in fretta buone idee e progetti su cui si poteva insistere.

Certo, due problemi (il progetto che non attecchisce e il progetto morto perché non si è insistito) che in Italia sono all’ordine del giorno, purtroppo… Occorre mantenere alta la guardia.

Caro @Lazlu:

@Luca_Valerio ammiro il tuo entusiasmo (e non sono ironico), il problema sta nel “saranno”, sai quante volte, in ambito professionale, ho sentito che ‘la tal X sarà sviluppata, pianificata, organizzata ecc…", dove X sta per funzionalità, modello, opportunità, modalità e così via?

Vero, vero. Mi dà solo fiducia che i passaggi finora siano stati realizzati: ricordo che all’annuncio iniziale non credevo sarebbero mai arrivati neanche alla beta; poi sono arrivati alla beta, e poi addirittura al rilascio, e poi addirittura a indurre oltre tre milioni di persone a scaricarla… è chiaro che forse partivo da aspettative così basse che ora sto peccando di un eccesso di entusiasmo - nulla toglie che non si possa cantare vittoria e ancora si possano fare errori gravi (e attribuire a IO cose che non può fare sarebbe un errore).

Poi mi spiace ma non sono convinto dell’utilità di una app via smartphone per presentare istanza alla P.A. (prima di tutto per un’intrinseca scomodità di presentazione e per la questione delle firme elettroniche poco “tangibili” da parte dell’ufficio destinatario, mancando opportunità chiare per ciò che non è firma digitale) o per ricevere atti della P.A. impugnabili

Certamente: il mio punto è che l’app mi pare più utile per portare la PA ai cittadini, NON PROFESSIONISTI, che non usano laptop/desktop o per cui per ragioni socio-economico-culturali è troppo complicato (indipendentemente se questo fosse il piano del 2016 o no - vedi sopra). Ma se si devono presentare istanze o ricevere atti impugnabili (certificati semplici funzionerebbero forse bene da app: per dirne una, in farmacia, ma non certo in tribunale), d’accordo: o si migliora notevolmente l’app o si lasciano queste cose al di fuori della app.
Di nuovo - IO va bene già ora per essere ricordati della scadenza della retta dell’asilo e della TARI e per pagarla, sui certificati distinguerei senz’altro cosa è fattibile/ha senso e cosa no.

P.S. il secondo problema sta in quell’ “alcune”, non va bene: tutto deve essere disponibile da web, non alcune funzionalità…

Vero anche questo. Io spero faccia fede non la FAQ ma la Roadmap, anche perché quest’ultima è stata inserita sul sito più di recente della FAQ.

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Perchè scrivete così tanto? :slight_smile:

Perchè scrivete così tanto? :slight_smile:

@Andrea_Tironi1 Colpa mia! Ora smetto per un mese :slight_smile:

Solo, avrò un altro modo di esprimermi, ma non mi spingerei neanche a dire “X è da matti”, soprattutto quando nessuno (al governo, al Team) ha mai detto, che io sappia, che “i professionisti devono usare IO per presentare istanze alla PA”. Mi piace tenere i toni amichevoli, soprattutto quando fra le persone che lavorano in malafede ce ne sono tante che lavorano in buonafede, e se uno strumento o un’iniziativa non funziona a volte è nonostante totale buonafede e un IQ astronomico. Ho fatto cose nella vita che non hanno funzionato o si sono rivelate lontanissime dalla perfezione nonostante buonafede al 100%, e se qualcuno dicesse “la tua idea è da matti” non sarei contentissimo.

A me han sempre detto che su internet è indispensabile essere molto più stringati che ‘fuori’ (e infatti subito chiedono ‘perchè scrivete tanto’) quindi vado dritta al concetto. Poi sta al buon senso di chi legge, anche alla luce del tono generale del thread, capire se in quelle tre parole si insulta o si esprime forte perplessità.
Sul fatto che nessuno abbia mai detto che IO è per i professionisti potrebbe anche esser vero (su questo torno dopo), ma se così fosse, guardando al post Medium che hai linkato, viene da chiedersi in cosa potrebbe mai essere aggiuntiva IO rispetto a una banale casella mail resa ‘domicilio ufficiale’, se si limitasse a ciò di cui parla l’articolo. Arriva la comunicazione che c’è un documento sanitario. Tò, c’è pure una TARI, accidenti, un sollecito dell’asilo.
Una mail coi suoi link per accedere al rispettivo servizio online (fascicolo sanitario, pagoPA, anagrafe…) potrebbe tranquillamente sostituire una app che apre le stesse cose dentro di sè.
Infatti il plus di IO (e questo è scritto dappertutto) è che è il punto di accesso di TUTTI i servizi delle PA, non solo un semplice punto unico di notifica. Nella home dell’app il primo paragrafo di descrizione dice

IO permette di interagire facilmente e in modo sicuro con diverse Pubbliche Amministrazioni italiane, locali o nazionali, raccogliendo tutti i loro servizi, comunicazioni e pagamenti e in un’unica app.

quindi chi la scarica

  1. si aspetta che le PA che sono dentro gli offrano dentro l’app TUTTI i loro servizi
  2. non è solo per i cittadini ma per ogni potenziale utenza

E un ente locale (per limitarci all’ente con meno servizi per utenze ‘professionali’ di tutti) tra i suoi servizi ha le pratiche SUAP, tutta l’edilizia, le infrastrutture, gli appalti, tutta la parte relativa ai permessi di accesso ai centri storici, la cartografia, più una pletora di cose fatte da notai, commercialisti, patronati vari per conto di cittadini singoli (richieste per graduatorie abitative, domande per sussidi vari…) ecc. e come notavi tu ultimamente la si presenta come “unico punto di accesso per cittadini e imprese”. Da qui la mia critica sugli annunci che creano false aspettative e la necessità urgente di una versione desktop e un’integrazione totale e fatta come si deve col backoffice degli enti.

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Che poi, volendola buttare sul linguistico, buona parte dell’inghippo sta nella parola “servizio”, parola con troppi significati anche all’interno del medesimo gergo.

Vero. Interpreterei “servizi” in modo molto prudente. D’accordo che stanno usando negli annunci parole esagerate rispetto a quel che IO può fare, ma continuo a pensare che un qualche tipo di equivoco interpretativo fra loro e noi sia ben più probabile rispetto all’idea che davvero qualcuno abbia mai pensato che il commercialista della FIAT possa presentare la dichiarazione fiscale della FIAT tramite uno smartphone o l’avvocato della Salini-Impregilo presenti le migliaia di pagine di documentazione per fare il Terzo Valico tramite uno smartphone (surreale persino nell’ipotesi che IO potesse farlo).

Servizio è anche chiedere di abbattere un albero. Due righe e una firma. IO non aiuta ad accedere a questo servizio.
I servizi di IO sono delle componenti di un software articolato che consentono scambio di informazioni fra macchine (servizio nell’accezione informatica, come in “web service”). Un bell’equivoco “venderli” per tutti i servizi della p.a., che nel linguaggio comune sono il cambio di indirizzo, l’iscrizione ai centri estivi, la richiesta di pensionamento…

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Salve a tutti.
Io non appartengo a nessun ente o associazione e mi sono trovata su questo forum in seguito ad una ricerca per più informazioni sull’app IO e la possibilità di iscriversi alle varie funzioni senza smartphone. Questo Forum è l’unico risultato che ho trovato e ho trovato le vostre discussioni molto interessanti.
Mi sono iscritta soltanto per segnalare il fatto che ci sono molte persone che, per scelta di vita, non utilizzano uno smartphone. Non per incapacità o per poca conoscenza del mondo digitale ma per principio. Io sono una di quelle. Non potrei ormai fare a meno di internet ma lo considero un servizio a mia disposizione come e quando lo voglio utilizzare, nulla di più.
Molti di voi non saranno d’accordo con me su questo punto ma ognuno di noi si regola secondo i propri ragionamenti ed è giusto così.
Insomma, dopo questa breve presentazione e saluto, passo al punto più importante a mio parere.
I servizi di digitalizzazione devono, a mio parere, tener conto delle scelte, preferenze e desideri di tutte le persone che vorranno utilizzare quei servizi; e mi ha fatto piacere leggere che è in effetti prevista una webapp per l’app IO. E mi ricollegherò su questo forum ogni tanto per avere ragguagli in merito.
Mi auguro che tutti i servizi che diverranno operativi nel prossimo futuro partano già a disposizione di chiunque utilizza internet e non solo a chi usa un singolo punto di collegamento.
Grazie per l’attenzione e saluti a tutti voi.

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