Ciao a tutti,
mi fa piacere scrivere qui i miei dubbi e le mie curiosità con voi, sperando che qualcuno ne sappia più di me.
Sono nato prima dell’anno 2000 e mi è stato assegnato alla nascita un doppio nome, poniamo “Giovanni Carlo”, seppur è stato usato solo il nome “Giovanni” sia nella vita pratica e sociale, sia anche in vari contesti scritti e documenti (sui documenti più importanti però c’è sempre Giovanni Carlo).
Vorrei avvalermi dell’art. 89 del dpr 396/2000 con richiesta al prefetto per il cambio nome per chiedere di modificare il mio nome in "Giovanni, Carlo”, aggiungendo quindi la virgola tra i due nomi in modo da non cancellare completamente il nome Carlo, che rimarrebbe comunque un secondo nome e potrei anche aggiungerlo nelle firme separato da virgola, se volessi.
La prefettura a cui ho chiesto mi dice che io devo usare per forza l’art 36 del dpr 396/2000, che permette ai nati prima del 2000 di compilare un modulo dove si richiede l’esatta indicazione del nome, cioé i nomi con cui si vuole essere indicati sui documenti rilasciati dallo stato civile o dall’anagrafe, quindi nel mio caso o “Giovanni” o “Giovanni Carlo”. L’art. 36, dunque, non consente la soluzione “intermedia” che voglio io della virgola.
Seppur praticamente l’utilizzo, nel mio caso, dei due articoli ha quasi gli stessi effetti, ritengo che i due articoli esprimano alla base dei concetti diversi.
L’art. 36 in realtà nascerebbe per sanare situazioni di confusione tra i documenti e non è un’esplicita richiesta di cambio/modifica nome, piuttosto un “data la situazione di confusione, indicatemi sui documenti rilasciati dallo stato civile e anagrafe con X”: si parla di documenti “rilasciati” e non della modifica “a monte” del proprio nome (so che viene trascritta una nota sull’atto di nascita, ma, ripeto, mi sembra che di fatto il soggetto non è chiamato a esprimere un’esplicita richiesta sulla modifica del nome, anche se poi di fatto praticamente lo è). Parere personale: la norma per me è scritta male.
L’art. 89 invece è una vera e propria richiesta di cambio nome, con richiesta al prefetto e una procedura lunga e che ha anche un costo e che può essere rifiutata. Però manifesta, a mio avviso, pienamente la volontà del dichiarante nel cambiare/modificare nome, adduce le proprie ragioni e consente anche l’uso della virgola nel cambio nome. Esprime la decisa volontà “io voglio cambiare il nome in X”.
Ad ogni modo, mi spiegate, visto che siete persone competenti, secondo quale regola io devo per forza usare l’art. 36 e non posso avvalermi dell’89?
Perché ci deve essere per forza una gerarchia, se entrambi sono nello stesso decreto e sono due articoli diversi? Perché non posso scegliere quale dei due usare?