Ciao a tutti.
Si parla tantissimo di carenza di talenti nel mondo della CyberSecurity, una carenza che parla di milioni di posti di lavoro mancanti nei prossimi 2-3 anni.
Si parla anche tanto di come il mondo del lavoro stia evolvendo a velocità mai viste, quindi una persona che oggi è qualificata per un dato lavoro, potrebbe trovarsi a doversi reinvetare completamente magari tra 1 anno, forse 2.
Si parla un po’ meno di una prima generazione di informatici che rischiano di diventare “obsoleti”, ovvero di quelli non nativi digitali ma che hanno provato i primi cellulari con display verde che facevano solo da telefono, quelli che avevano come problema principale cambiare le testine della stampante o inserire dal lato giusto il floppy da 5 pollici e 1/4 (se non le schede perforate).
Io sono della seconda generazione, quella che ha visto i floppy da 3’1/4’’ e l’M24, l’amstrad e le cassette del commodore, che ha usato i cd come primo supporto riscrivibile ad altra capacità, ha visto la nascita dell’email e di internet consumer, ma che capisce chiaramente che il suo lavoro sta diventando vecchio a una velocità impressionante.
Per questi informatici di prima e seconda generazione, non sarebbe possibile prevedere un percorso di riconversione nei settori che richiedono competenze, tipo quello della cybersecurity? In fondo sono/siamo gente che era abituata a trovarsi una soluzione “da sola”, che sapeva leggere manuali, perchè al tempo google nemmeno esisteva … quindi hanno/abbiamo skill da smanettoni e da self-made technician oltre che skill attuali da nativi digitali, molti anche tanta voglia di reinventarsi, e potrebbero/potremmo essere molto utili nel settore della cybersicurezza.
Il tutto potrebbe poi avere un impatto interessante su welfare e sulla salute fisica e mentale di queste generazioni di informatici, che invece di diventare e sentirsi “obsoleti” potrebbero diventare nuove risorse in un settore in cui molti sono entrati per puro interesse e curiosità, perchè all’epoca della prima generazione e in parte della seconda fare l’informatico era una questione di passione e non di titolo di studio.
Cosa ne pensate di questa riflessione?
My 2 cents.
Andrea
sdentato! Ti dirò, non mi sento obsoleto, ma forse solo un po’ stanco. La passione è stata il vero motore in questi 35 anni senza la quale mi sarei arenato, ha forgiato un mio dopo di lavorare: approfondire il problema a livello hardware e/o software, trovare su internet fonti (operazione non sempre così scontata) e poi testare eventuali soluzioni per risolvere il problema. Nella PA ti è richiesto essere un po’ un “tuttologo” che le nuove generazioni non sono così pronte a fare, tuttavia spero di sbagliarmi. La sicurezza è un punto importantissimo e non sempre è facile da applicare: un mio caro collega preferiva intervenire per qualsiasi cosa piuttosto di lasciare al collega la decisione, ma questo comportava un continuo correre e se le scale sono tante puoi ben immaginare. Io preferisco istruire, ma anche questo non sempre è facile a causa del poco tempo e istruire non è cosa così scontata. 

