L’articolo 10, comma 4, del D.P.R. 74/2013 ha stabilito che ciascuna Regione deve istituire un “Catasto degli impianti termici”, ossia in sostanza un sistema informatico che raccoglie i dati di caldaie, stufe, condizionatori e altri impianti di climatizzazione degli edifici del proprio territorio, nonchè i dati delle manutenzioni eseguite su di essi, caricati dai tecnici abilitati (idraulici, frigoristi, spazzacamini…).
In pratica si tratta di una versione digitale del vecchio “libretto d’impianto” cartaceo delle caldaie, che ora consente facilmente agli enti competenti di fare le opportune verifiche da remoto.
Come al solito le Regioni hanno implementato questo sistema quasi ognuna per conto proprio.
Alcune si sono affidate ad applicazioni web realizzate da ditte private, che presumo siano proprietarie.
Molte, tuttavia, lo hanno fatto realizzare da programmatori interni all’Amministrazione, o comunque da società in-house a controllo pubblico (Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana, Provincia di Trento, Valle d’Aosta, Veneto) o dall’ENEA, che è comunque un ente pubblico (Puglia e alcune altre del Sud Italia).
Leggo però nel Codice dell’Amministrazione Digitale:
Art. 69
(Riuso delle soluzioni e standard aperti)
Le pubbliche amministrazioni che siano titolari di soluzioni e programmi informatici realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno l’obbligo di rendere disponibile il relativo codice sorgente, completo della documentazione e rilasciato in repertorio pubblico sotto licenza aperta, in uso gratuito ad altre pubbliche amministrazioni o ai soggetti giuridici che intendano adattarli alle proprie esigenze
[…] il codice sorgente, la documentazione e la relativa descrizione tecnico funzionale di tutte le soluzioni informatiche di cui al comma 1 sono pubblicati attraverso una o più piattaforme individuate dall’AgID con proprie Linee guida.
Purtroppo, se non vado errato, fra le Regioni elencate, solo il Piemonte e l’Emilia-Romagna, ad oggi, hanno pubblicato il codice sorgente e la documentazione del proprio software del Catasto Impianti Termici nel sito Developers Italia, che è la “piattaforma individuata dall’AgID” di cui sopra, attiva ormai da diversi anni.
Abruzzo, Provincia di Bolzano, Lazio e Sardegna non sembrano aver ancora realizzato questo sistema informatico o comunque, sebbene sia stato previsto sulla carta, non lo hanno ancora attivato, quindi potrebbero facilmente beneficiare dal riuso totalmente gratuito di uno di quelli delle altre Regioni, se solo queste ne avessero pubblicato il codice sorgente.
Che ne pensate? Vi sembra una violazione della normativa?