Chi deve trasmettere i dati dei pazienti al sistema tessera sanitaria, il professionista o la clinica?

Buonasera,
io sono biologo nutrizionista e lavoro per una clinica privata. Vorrei capire se sono io a dover trasmettere i dati dei pazienti al sistema tessera sanitaria o la clinica per cui lavoro, perchè io emetto fattura alla clinica e ricevo i pagamenti per le visite che effettuo da loro e non dai pazienti.
I pazienti invece pagano la clinica, ovviamente, che emette loro regolare fattura.
In poche parole, le fatture che ho io in mano sono cumulative di più prestazioni, anche di pazienti diversi, e ovviamente ammontano solamente ad una frazione dell’importo pagato dai pazienti.
Immagino che sia la clinica a dover trasmettere le fatture al sistema TS, in modo che i pazienti possano detrarre la spesa, ma le FAQ non sono chiare

a Cheshire
Hai messo il dito in uno degli argomenti più controversi della sanità italiana. Benché il FSE sia stato istituito ne 2012, da allora è stato perennemente disatteso da enti sanitari, pubblici e privati, e dai professionisti della sanità, pubblica e privata, il tutto con politica e organi di controllo consenzienti.
Due i motivi fondamentali. 1) La predisposizione tutta italiana a tenere “chiusi” e inaccessibili (agli altri) tutti gli atti che si producono, per tenerli sotto “controllo” e quindi rendendoli non interoperabili. 2) Il fatto che la digitalizzazione in sanità impone che un qualsiasi documento (qualsiasi = tutti) sanitario/assistenziale sia strutturato (Standard HL7 CDA release 2 {Clinical Document Architecture)), codificato con codifiche internazionali (ICD-9-CM, LOINC, AIC, ATC, ove necessario). Poiché in Italia abbiamo venti sistemi nazionali diversi, c’è una Infrastruttura Nazionale di Interoperabilità (INI) che dovrebbe utilizzare l’Anagrafe Nazionale degli Assistiti (ANA) per identificare univocamente gli assistiti di ogni regione (anagrafe che non c’è ancora).
Il ministero competente dice che i servizi disponibili per il collegamento a FSE da parte delle strutture e degli operatori sanitari sono presenti in “quasi” tutte le regioni e garantiscono un buon interfacciamento con l’anagrafe regionale, i MMG/PLS, le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate. In realtà è tutto da dimostrare perché l’alimentazione del FSE non è uniforme, anche se esiste il fascicolo ovunque (l’ha fatto il MEF), non segue gli standard tecnici, per mancanza di regole e sistemi di codifica esaustivi e, anche laddove vengono prodotti documenti clinici strutturati, l’adozione dei sistemi di codifica è assente con conseguente degrado del contenuto informativo, e quindi inutilizzabili per analisi nazionali e regionali e, dulcis in fundo, applicazione di modalità di firma digitale differenti tra di loro (XaDES, PaDES, CaDES}.
La non applicazione degli standard, secondo motivo fondamentale, dipende dalla scarsa competenza a livello nazionale della quasi totalità delle aziende informatiche a saper trattare dati e informazioni secondo gli standard della sanità. In pratica, esse non l’hanno mai fatto ed i costi di apprendimento sono rilevanti, inoltre, nel settore una decina di aziende (le più grosse) hanno fatto cartello (ma anche esse sono carenti).
Tutto questo ha generato, genera e genererà un caos che il ministero sta tentando (invano) di arginare ma, a parer mio, senza pesanti sanzioni di vario tipo nessuno farà mai quello che deve fare.
Comunque, procurati l’Adozione delle Linee guida per l’attuazione del Fasciolo sanitario elettronico. (22A03961) (GU Serie Generale n.160 del 11-07-2022) nell’Allegato A troverai le linee guida che il ministero intende far divenire la base per l’attuazione nel periodo 2022-2026.
Nel tuo caso, il FSE è fatto di due parti, una busta informatica per la spedizione alla regione di appartenenza dei documenti del paziente (e questo attiene all’ente per cui lavori) che contiene i documenti medici digitalizzati del paziente in questione, tra cui ci dovrebbe esserci anche il documento relativo al tuo atto medico, debitamente firmato con firma elettronica forte. Tieni presente che il documento medico apparentemente sembra un pdf (leggibile dal paziente) ma in realtà deve essere un pdf incapsulato, cioè contenente i dati strutturati di cui sopra, visibili solo agli algoritmi del repository nazionale.
Buona fortuna.