CIE 3.0 ed impronte digitali

Salve a tutti,

confermiamo che la rilevazione delle impronte digitali é prevista da decreto e a bordo della carta vengono memorizzate tipicamente due impronte digitali sotto forma di immagini in formato WSQ, in accordo con le raccomandazioni ICAO 9303, cui la CIE é conforme. Esse sono eliminate dal circuito di emissione dopo la spedizione della CIE e l’accesso ad esse sul chip è possibile solo agli organi di controllo se dotati di quantità crittografiche di sicurezza rilasciate dal MIN e opportuni terminali di ispezione.
Le logiche sono le medesime del Passaporto Elettronico.

Tuttavia, nel caso in cui non sia possibile procedere alla rilevazione delle impronte per motivi temporanei (situazioni contingenti presso il Comune, impossibilità a rilevare temporaneamente le impronte al cittadino a uno o entrambi gli arti, ecc.) o permanenti (assenza di uno o entrambi gli arti, impronte consunte ecc.), la carta viene emessa senza impronte ed é da considerarsi perfettamente valida.

All’interno del chip sono codificate delle strutture dati che comunicano che le impronte non sono rilevate, l’ICAO prevede anche questa casistica.

Deve comunque trattarsi di situazioni straordinarie ed in effetti durante la pandemia del 2020, abbiamo osservato taluni comuni che specie all’inizio non hanno rilevato le impronte, per poi passare alla “sanificazione” del dispositivo scanner in un secondo momento.

Se risultano dei Comuni che abitualmente non rilevano le impronte vi preghiamo di farcelo sapere scrivendo a cie.cittadini, di modo di consentirci di effettuare verifiche mediante l’assistenza CIE.
Grazie.

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Io ho rinnovato la CIE a novembre 2020 e mi hanno registrato le impronte.
La “santificazione” dello scanner mi mancava… :wink:

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Correttore :smiley:
Grazie.

7 circoscriziione Secondigliano napoli. Questa mattina ho fatto la carta e mi sono state prese le impronti digitali. Stesso ufficio stesso impiegato il mese scorso a mia figlia 25 anni non furono prese. Booo!!!

salve
se si nega il consenso al trattamento dei dati biometrici quindi la CIE puo’ essere ugualmente rilasciata ?
in base al GDPR condizione necessaria per il trattamento dei dati biometrici è il consenso dell’interessato, in particolare io nego questo consenso.

Il comune ha obbligo di rilasciare un documento di identità ma non puo’ obbligarmi a fornire un consenso contro la mia volontà, giusto ?

grazie per l’attenzione

Sbagliato, vedi Normativa specifica - Carta di Identità Elettronica (CIE)

1 e 2a

Consiglio di leggere sia il Regolamento UE sulle carte di identità elettroniche, sia le deroghe previste all’art. 9 che citi, sia le eccezioni all’obbligo di richiedere il consenso al trattamento dei dati previste dal GDPR (che non è ubiquitario come si crede).

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buon giorno, nelle eccezioni Articolo 9 EU regolamento generale sulla protezione dei dati (EU-RGPD). Privacy/Privazy according to plan. non leggo “come forma di tutela dell’identità” come indicato nelle finalità qui Conservazione impronte - Carta di Identità Elettronica (CIE)
anche il rimando alle varie regole non include questa opzione.
La CIE è glià un documento sicuro e non falsificabile.
In ogni caso la mia domanda iniziale era un’altra, ho presentato proprio un’eventualità: “io faccio una cosa (nego il consenso), qual’è la conseguenza? Obbligo, alternativa o rifiuto ?”
Il regolamento UE e i cortocircuiti con il GDPR li ho già analizzati, la ringrazio comunque per il tempo dedicato

Non lavoro in anagrafe, comunque a mio avviso la conseguenza è il rifiuto, proprio come il rifiuto ci sarebbe in caso di diniegi in sede di rilascio del passaporto.

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Nel caso una persona sia impossibilitata al rilascio delle impronte in via permanente si procede normalmente (impossibilitata perché gli mancano le dita o perché è allettato, non che nega). Se è impossibilitato temporaneamente la validità del documento scende a 1 anno.
Nel caso in cui ci si rifiuti si potrebbe incorrere all’impossibilità di rilasciare il documento oppure si rilascia un documento valido un anno solamente.

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quindi il pubblico ufficiale puo’ rifiutarsi di rilasciare un documento di identità obbligatorio ?
io ad esempio non ho nè passaporto nè patente.
Da quello che dice lei sembra che lo stato italiano non rilascia documenti che servono a godere di diritti civili (voto, conto corrente, etc) se non gli dai il consenso a raccogliere dati biometrici protetti da privacy :slight_smile:

Non capisco se la sua è una risposta da parte di un funzionario o se è un parere personale :slight_smile:

Buon pomeriggio.

Avrei bisogno di chiederVi un’informazione.
Lo scorso anno ho provveduto a fare la procedura della Carta di identità a distanza, e dopo aver fissato un appuntamento, mi sono recata presso gli uffici del comune per rinnovare la carta di identità di mia suocera, poichè era ricoverata presso una struttura riabilitativa a seguito della rottura del femore, ed era impossibilitata a muoversi.

In questi giorni, andando presso un CAF per la compilazione del modello ISEE, gli stessi mi hanno fatto notare che sulla carta non c’è la firma autografa di mia suocera.

La mia domanda è questa:

  • Tutti i contratti firmati fino ad ora, sono validi legalmente?
  • Come posso fare per integrare la firma sulla CIE?

Io direi che non mi pare affatto strano, anche se non paghi i diritti di segreteria non ti rilasciano la Carta di Identità. Non è che si tratta di un diritto assoluto, devi anche fornire una foto che rispetti tutti i requisiti. E si, devi fornire anche le impronte digitali.

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Io credo che un pubblico ufficiale non solo POSSA ma DEBBA rifiutarsi di rilasciare un documento di identità, se il richiedente non rispetta le condizioni indispensabili per il rilascio stabilite per legge. (Legge italiana, sottoposta a verifica da parte del Garante privacy ed eventualmente della corte costituzionale) Peraltro le impronte digitali non sono oggetto di alcun trattamento, non vengono memorizzate in una banca dati, in quanto restano memorizzate sulla smart card che rimane in possesso del cittadino, quindi non sono leggibili da nessuno che non abbia specifiche autorizzazioni,
A fronte del rifiuto di rilascio delle impronte il documento non viene rilasciato a meno che non ci sia una impossibilità oggettiva temporanea o permanente alla rilevazione dell’impronta.

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Privacy non significa che il cittadino può rifiutare i suoi dati in ogni caso a chiunque inclusa la pubblica autorità. Dove c’è una legge che prevede (e conseguentemente autorizza) un trattamento, e il Garante valuta che ciò non sia eccessivo, il cittadino non può rifiutarsi di fornire il dato (e se lo fa non ottiene l’eventuale servizio-documento a ciò legato). Altrimenti arriveremmo al paradosso di vedere i cittadini rifiutare i documenti all’imbarco (se ho il biglietto che ti importa il nome?), i mafiosi rifiutarsi di rilasciare le impronte una volta arrestati, e così via.

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non è affato vero che le impronte digitali non sono oggetto di alcun trattamento. Dal momento in cui vengono acquisite, e per tutta la filiera telematica/informatica, fino a quando vengono memorizzate nel chip della CI, sono oggetto di trattamento, seppur temporaneo, categoria dati-biometrici. Con tutti gli obblighi GDPR relativi a PIA e DPIA, misure di sicurezza standard e misure di sicurezza aggiuntive, obbligo di cancellazione, produzione di evidenze della cancellazione a fine trattamento, ecc. Un furto dei dati relativi alle impronte digitali è sempre possibile, come pure mantere a tempo indefinito una copia dei dati stessi su altro database. Direi che il trattamento c’è eccome, ed è ultra-delicato / ultra sensibile.

hai ragione è così effettivamente, il trattamento è temporaneo come hai giustamente scritto e deve sottostare al GDPR, pertanto il consenso è necessario. Non dovrebbe esistere, almeno ufficialmente, una banca dati permanete delle impronte digitali dei cittadini, che credo sia alla base delle paure di alcune persone.

Sono tutte fissazioni… se vai in un altro paese all’ingresso ti prendono le impronte digitali e non hai nessun diritto su quello che ci fanno. Bisogna un po farla finita con le fisime delle persone.

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Bè io sono d’accordo sul fatto che se vuoi il documento, segui la legge e lasci le impronte. Poi, in quanto dato biometrico, vanno trattate come si deve, oltretutto abbiamo la legge che lo impone. Un furto di questo dato potrebbe creare problematiche non indifferenti.

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