CIE - Distribuzione nel territorio estero

Buongiorno,

vorrei dotarmi della Carta d’Identità Elettronica ma vorrei capire da qual è il livello di conoscenza della stessa al di fuori del territorio nazionale. Capita spesso, che i controlli ai quali è sottoposta la CIE (vedi aereoporti e/o ospedali esteri) sono eccessivi e generano non pochi disagi ai trasfertisti. Nel mio caso, durante un viaggio di lavoro ho dovuto attendere circa 15 minuti presso l’aereporto Franz Josef Strauss International Airport a causa dei controlli eseguiti al CIE di un collega da parte dei dipendenti dell’aereoporto.

Ben vengano i controlli ma vorrei assicurazioni sulla validità della CIE presso gli altri paesi.

Saluti,
Ing. Alfonso Patamarato

Salve,

non sono né un esperto né coinvolto nel Team Agenda Digitale, ma mentre attendiamo la risposta del Team le posso dire che, vivendo all’estero da ormai molti anni e sapendo per certo che la CIE è conforme a tutti i più recenti standard europei sulla qualità e le caratteristiche dei documenti di identità (persino più di quelli di altri Paesi), una spiegazione estremamente probabile dell’episodio che lei riferisce è semplicemente il fatto che i dipendenti degli aeroporti - ma anche di università, ospedali ecc. - nei loro controlli si basano molto sulla loro familiarità con l’aspetto fisico di un documento d’identità. Poiché pochi italiani hanno la CIE, attraverseremo ora inevitabilmente una breve fase storica in cui i dipendenti degli aeroporti di tutta Europa (ma anche poliziotti, dipendenti comunali…) dovranno apprendere che gli italiani si potrebbero presentare con un documento estremamente diverso da quello cartaceo che sono abituati a vedere da 60 anni (e su cui fanno anche regolarmente battutine, essendo l’Italia uno degli ultimi Paesi europei con il documento cartaceo). Mi aspetto, purtroppo, che per alcuni anni sarà inevitabile che il controllore aeroportuale che non ha mai visto la CIE italiana si rechi, la prima volta che la vede, al computer o dai colleghi per verificare se davvero esiste. Anzi, mi aspetto che fra il 2019 e il 2020 decine di aeroporti o polizie di frontiera invieranno circolari interne per far sapere ai loro dipendenti che in Europa esiste una nuova carta di identità. Queste cose non accadono spesso.

Non credo ci siano soluzioni, ma non credo neanche che questa spiacevole fase transitoria durerà molto a lungo. In breve, i vantaggi saranno di gran lunga superiori agli svantaggi (ho avuto attese simili ai 15 minuti nel periodo in cui la mia carta di identità cartacea era danneggiata: purtroppo, essendo iscritto AIRE, non posso ancora ottenere la CIE).

Cordialmente,
Luca Valerio