CIE solo con firma elettronica avanzata: una scelta anomala rispetto all’eIDAS?

Con il diffondersi dell’utilizzo della carta d’identità elettronica, si notano sempre di più i limiti del fatto che tale dispositivo sia in grado solamente di apporre la firma elettronica avanzata e non la firma elettronica qualificata.
Scelta molto singolare nel panorama europeo. La mia e-residency card estone ad esempio permette di apporre FEQ (QES in inglese) come da regolamento eIDAS (ho caricato un file di esempio firmato con FEQ al seguente indirizzo).
Mi chiedo quando verrà finalmente garantito un servizio a livello europeo alle nostre carte di identità

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Buongiorno, co-residente :slight_smile:

Risposta indiretta. In Estonia non ci sono societa’ private che forzano lo Stato a rendere obbligatori servizi forniti, a pagamento, da loro stesse. Per questo la PA estone puo’ permettersi soluzioni semplici e trasparenti. Poi il fatto di essere un milione e mezzo di abitanti, estremamente coesi, non avere “Estonia del Nord” contro “Estonia del Sud” ecc. facilita molto.

Da un punto di vista tecnico la CIE potrebbe benissimo valere da token di firma a livello di sicurezza=3 (firma qualificata).

Quindi la risposta diretta sarebbe che da noi ci sono società private che forzano lo stato a non fornire gratuitamente una FEQ perché loro devono mungere i cittadini. Qualcuno può fare nomi e cognomi?

Forse chi offre commercialmente la firma e la PEC?

Una dozzina di fornitori privati potrebbe avere senso se effettivamente valesse il principio per cui offrono servizi differenti e adattati alle necessita’ del singolo o aziendali, e per questo si fanno pagare. Ma il servizio che offrono e’ identico per tutti, tutti basati su app. Dato che non uso smartphone non posso ne’ identificarmi per SPID (ma uso la CIE, che funziona) ne’ generare il codice 2FA per la casella di posta.

Poco tempo fa ho avuto un problema simile per affittare spazio VPC. Tutti i provider italiani ai quali ho chiesto prevedono il pagamento solo ed esclusivamente con carta di credito. Che non posso usare per la faccenda di 2FA su smartphone. In Germania ne ho identificati alcuni che accettano anche normalissimi trasferimenti IBAN. Affare fatto (per loro).

Infocert, Namiral, Aruba, Poste, TIM, giusto per darti i nomi più grossi a cui imprecare contro. Aggiungere i certificati QES alle CIE nazionali (la cie 1.0 lasciava aggiungere i certificati di firma solo durante le fasi di sperimentazione se mi ricordo le date correttamente) attiverebbe tutta la parte di tutela della concorrenza che nel caso di servizi pre-esistenti privati è una bella gatta da pelare.

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È comprensibile che dove si apra un mercato fioriscano servizi a pagamento. Ma lo stato non ha già fatto abbastanza rendendo obbligatoria la PEC? È direttamente il ministero che prende queste decisioni? Gli viene qualcosa in cambio?

E da quando in qua l’identita’ deve essere oggetto di un mercato?

Contro i cittadini, parecchio. Nessuno tra i miei conoscenti, compresi esperti IT, vede un senso nella PEC obbligatoria. L’unico senso e’ un paletto tecnologico, organizzativo e commerciale in piu’ per evitare che il volgo comune possa disturbare i signori al potere.

No, sono conseguenza dei programmi di digitalizzazione di volta in volta avanzati da vari governi e implementati con leggi e regolamenti. Sullo sfondo ci sono direttive e regolamenti europei.

Che lo Stato non spende - formalmente - nulla per fornire ai cittadini il servizio di posta certificata.

Controdomanda. Se in Italia ci fosse un servizio come in Estonia, cioe’ una casella email in formato codicefiscale.at.dominio, per la corrispondenza tra la P.A. e il cittadino, gratis, in quanti si farebbero anche la PEC a pagamento?

Non ho nulla contro una PEC privata e a pagamento con la quale studi legali e notarili possono corrispondere tra di loro. Ho tutto che la impongano per la comunicazione tra privati cittadini e la P.A. E’ una questione cosi’ assurda che e’ difficile trovare argomenti in sua difesa.

Resta l’alternativa di abolire del tutto lo Stato. Organizziamoci tramite WhatsApp.

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La pec gratis italiana ci stava quando hanno lanciato il prodotto, peccato che qualche buontempone ha cancellato il servizio pochi anni dopo per fare bella figura con i tagli spese.

L’italia è paese socialista, non ha un mercato libero.

Infocert, Poste & co sono coloro che tengono in ostaggio la CIE per la QES. Ci vorebbe una azione dell’europa che imponesse all’italia di rendere valido il servizio, come in Francia e in altri paesi.

La corruzione e la connivenza rendono molto difficile far diventare questo paese competitivo a livello di tecnologia. Le quattro aziende para statali e generatrici di pacchetti di voti, Enel, Thales etc hanno zero lungimiranza e sopravvivano solo grazie allo stato che impedisce di farle morire come da regola di mercato. Motivo per cui far arrivare Starlink qui è stato peggio di un parto gemellare triplo in Calabria.