Cittadino Comunitario cambio residenza

Ciao,

Il mio compagno che è cittadino UE è in procinto di cambiare la residenza in Italia da stato estero.
Essendo lui lavoratore deve presentare la documentazione che attesti la qualità di lavoratore subordinato.
Non c’è però specificato se il contratto di lavoro deve essere registrato in Italia o no (il suo sarebbe un contratto di lavoro estero). E poi non c’è specificato che tipo di documentazione vogliono…?

Qualcuno sa/ha avuto esperienze a riguardo?

Grazie
Federica

Buonasera! Non posso rispondere nel merito diretto della domanda e suggerire una soluzione, che dipende dal caso particolare, ma avendo vissuto a lungo all’estero, UE e extra-UE, al rientro in Italia ho incontrato alcune sorprese anche in relazione a datori di lavoro esteri. Le indico pertanto alcuni punti cui fare attenzione.
Piu’ che in altri paesi, in Italia usa che e’ sempre qualcun altro (datore di lavoro, commercialista, patronato, avvocato ecc.) che segue le pratiche personali del cittadino. Il cittadino che voglia compilare da solo una dichiarazione fiscale va in tilt, a maggior ragione se deve calcolare contributi INPS, pensione ecc. A queste cose pensa il datore di lavoro. Ma se questo non e’ in Italia, non usa PEC, non ha una posizione INPS e soprattutto non conosce le norme italiane, la questione diventa complicata.
Per questo motivo Le suggerirei di verificare chi fa i versamenti necessari, fiscali e contributivi, per il Suo compagno. Andare all’Ufficio imposte, dire “mi hanno pagato ‘X’, ditemi quanto vi devo”, non funziona. Quasi certamente deve come minimo rivolgersi a un commercialista.
Per quanto riguarda solo la residenza dovrebbe essere facile. Un cittadino comunitario che voglia dimorare in un paese UE deve solo dimostrare di avere mezzi di sostentamento. Se uno prende lo stipendio a Nizza e vuol vivere a Sanremo sono affari suoi, e in molti lo fanno. In quel caso occorre verificare a quale stato pagare le imposte, normalmente si applica il principio della residenza e dell’effettiva presenza almeno 183 giorni/ anno. Puo’ essere che per i contributi pensionistici e di assistenza sanitaria valgano altre considerazioni.
Se nessuna soluzione e’ soddisfacente resta la possibilita’ di aprire una Partita IVA e fatturare la societa’ straniera per il lavoro svolto. In quel caso il reddito e’ prodotto in Italia e viene tassato in Italia. Il fatturato della P IVA e’ sufficiente a giustificare residenza e Permesso di Soggiorno.
Una cosa che funziona abbastanza bene in Italia e’ l’Amministrazione online. Fate subito SPID e CIE, meglio se entrambe. Anche un cittadino straniero puo’ ottenere la C.Identita’ elettronica con PIN per l’accesso ai servizi online. Serve, e’ utilissimo, una volta imparato a usarla vi semplifica parecchie cose (e in Italia ce n’e’ bisogno!). In alcuni casi puo’ servire anche la PEC, costa pochi Euro/ anno, potrebbe convenirvi farla.

Grazie.
Sicuramente per la dichiarazione dei redditi ci affideremo a un professionista.

Piuttosto ci chiedevamo che tipo di documento dobbiamo presentare che attesti la qualità di lavoratore subordinato. Potrebbe bastare un certificato prodotto dalle risorse umane? Ma in quel caso sarebbe in inglese, allora dovrei fare la traduzione certificata?

Di nuovo, Le rispondo da non specialista. Temo che sia una di quelle situazioni che dipendono dall’impiegato allo sportello. Se sa l’inglese, nessun problema, vi accetta il certificato. Il problema pero’ non e’ la qualita’ della traduzione, ma la credibilita’ di chi scrive il certiificato. Una traduzione giurata e verbalizzata di un documento firmato da un Pinco Pallino qualsiasi resta senza valore. Al contrario, io chiederei al datore di lavoro di preparare il documento in italiano, o bilingue. Sullo stesso foglio ci sara’ scritto, in seguito o in due colonne vicine “We certify that Mr XY is employed at our company since January 1st, 2020, he has a fixed contract with no notice of termination. His monthly salary is zzz EUR/month.” “Con la presente certifichiamo che il Sig. XY e’ assunto presso la nostra azienda dal 1/1/2020 con un contratto fisso e a durata illimitata. Il salario mensile e’ xxx EUR.”
In questo modo vi risparmiate traduzione e complicazioni varie.
Se poi il certificato e’ accettato dalle Autorita’ e’ un altro discorso. Ma trattandosi di cittadino comunitario per il quale il Permesso di Soggiorno e’ una pratica amministrativa abbastanza semplice non ci dovrebbero essere problemi. A maggior ragione mostrando, se richiesto, i cedolini bancari che confermano pagamenti regolari dello stipendio.

In Italia ha luogo una notevole semplificazione della materia fiscale e contributiva (teniamo le dita incrociate…) per cui molte procedure sono sempre piu’ svolte in modo automatico. In primo luogo la dichiarazione dei redditi precompilata. Se il Suo compagno riceve uno stipendio dall’estero questo pero’ non potra’ funzionare. e il commercialista sara’ quasi d’obbligo.