Come comprate Pendrive e auricolari? Sul MEPA?

Ciao a tutti,
scrivo qui anche se c’entra poco con il Piano Triennale ma molto con la Razionalizzazione della spesa
Nel mio ente ovviamente gli acquisti informatici di qualunque cifra vengono effettuati sul MePA secondo le previsioni dell’art. 1, comma 516, della Legge n. 208/2015.
Questo richiede riunire tutte le richieste in un unico ordine periodico e chiedere la merce ad un unico fornitore (duplicare le richieste di acquisto ha un costo amministrativo ).
Ci sono però una serie di accessori (tastiera ergonomica, mouse per mancini, auricolari, hard disk esterni, zaini o sostegni per notebook) che spesso non sono disponibili da qualunque fornitore e sicuramente sarebbe opportuno che il singolo dipendente (in gran parte ricercatori) potesse acquistarli da un fornitore di fiducia dopo averli visionati/provati e senza attendere un mese…
Anche le recenti semplificazioni sugli acquisti informatici riguardano magari servizi cloud ma non i beni di modico valore e avere comprare un mouse da 20 euro diventa una impresa.
Purtroppo il fondo economale si può usare solo per spese non programmabili (è ok se ho rotto l’addattatore ethernet usb-c ma non se mi serve un Hard disk esterno più capiente).
Quali sono le vostre esperienze?
Esiste una via di mezzo tra pagare gli accessori di tasca propria e infilarsi in una lunga trafila per un ordine su MePA?

Grazie

Se non sbaglio esiste ancora l’opzione di un accordo quadro con un fornitore di fiducia, generando un catalogo standardizzato con loro e fare ordini periodici delle parti negoziate. Sicuramente più comodo di fare pagamenti costanti con la piccola cassa.

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Non so se puo’ servire e soprattutto se la natura dell’Ente di appartenenza lo consente ma ex art 4
Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 20 dicembre 2019, n. 159 (in G.U. 28/12/2019, n. 303).
(Semplificazione in materia di acquisti funzionali alle attività di ricerca)

  1. Non si applicano alle università statali, agli enti pubblici di ricerca e alle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, per l’acquisto di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca, trasferimento tecnologico e terza missione:
    a) le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 449, 450 e 452, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, in materia di ricorso alle convenzioni-quadro e al mercato elettronico delle pubbliche amministrazioni e di utilizzo della rete telematica;
    b) le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 512 a 516, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, in materia di ricorso agli strumenti di acquisto e negoziazione della Consip S.p.a. per gli acquisti di beni e servizi informatici e di connettività.
    ((4))

AGGIORNAMENTO(4)

Il D.L. 10 maggio 2020, n. 34, ha disposto (con l’art. 236, comma 2) che “Le disposizioni di cui all’articolo 4, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n.126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, si applicano anche all’acquisto di beni e servizi informatici e di connettività, inerenti all’attività didattica delle università statali e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica”.

In sostanza non c’e’ obbligo di ricorso al MePa, debitamente motivato con apposita decione a contrarre l’acquisto potrebbe essere effettuto anche da un negozio al dettaglio.

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Premesso che ha ragione Ubaldo e che trovo vergognosa l’eccezione che ti ha segnalato (perchè francamente le esigenze/“tiramenti” del ricercatore che vuole l’auricolare X sono uguali a quelle dello storico dell’arte che vuole lo schermo Y ma uno può prescindere dal MEPA e l’altro no), va evidenziato anche che ogni bando MEPA ha un minimo d’ordine.
Se non ricordo male per l’informatica sono 400 euro. Quindi se sei sotto ed è un’esigenza per cui non puoi aspettare di unire altre forniture, puoi andare fuori (senza frazionare)
Poi, la vera soluzione è far iscrivere il fornitore abituale, così compri da lui e via.

Grazie mille Ubaldo per la segnalazione,
il nostro ente rientratra gli enti pubblci di ricerca, ma anche per il motivo che diceva Elena non mi lasceranno usare questa eccezione per qualunque cosa informatica…

  • se il fornitore del microscopio elettronico o della sonda CO2 (che in genere vanno fuori MePa) ti consigliano di acquistare da loro anche il notebook, il software e il cavo di collegamento allora posso avere un provvedimento motivato dal direttore ai sensi DL 34/2020
  • se invece il problema è il colore del Mac o uno vuole provare le cuffie non è che posso fare un provvedimento ad hoc per mandarlo a comprare al centro commerciale

Sì fare iscrivere il fornitore abituale è l’approccio attuale e spesso gli si telefona per avere in catalogo il prodotto come serve a te… ma questo è proprio ciò che rende il mercato inutilizzabile. Però abbiamo grande attenzione per il principio di rotazione e ad esempio non mi fanno usare un fornitore da cui abbiamo acquistato l’ultima volta l’anno scorso (sì ma l’abbiamo usateo tante volte).

Proprio a causa del minimo d’ordine ora raccogliamo tutte le richieste in un ordine mensile, poi bisogna trovare il fornitore che ti da tutto e fare la trattativa privata… utile perché si spunta qualcosa in più ma questo processo richiede troppo tempo anche per i passaggi interni (modulo di richiesta d’acquisto, individuazione dei fondi in contabilità, autodichiarazioni di mancato conflitto di interessi…)

Il minimo d’ordine può essere una giustificazione per ricorrere al rimborso economale, che però da noi è saturato da materiali di consumo di laboratorio o attività in campo… (tipo la ricarica delel bombole da sub)
e comqunqe c’è la nomea che “non si può usare per glia cquisti informatici”

Amedeo

@Amedeo_Fadini @Elena_S Forse mi sfugge qualcosa! Le disposizioni di legge che ho sopra richiamato sono attivabili sulla base di una dichiarazione fatta dal richiedente il materiale informatico (Professore, ricercatore, dottorando, ecc.) che ne attesti la destinazione ad attività di ricerca o attività didattica (per inciso lo storico dell’arte “fa’” attività di ricerca, a meno che non acquisti il monitor per portarselo a casa, ed anche in questo caso sarebbe opinabile l’obiezione che non è destinato ad attività di ricerca) . Questo me lo ha charito anche un ex magistrato della Corte dei Conti, in un corso di formazione sull’argomento, quando parlando della responsabilità del Segretario Amm.vo sulla discrezionalità degli acquisti diceva che ricevuta la dichiarazione di destinazione ad attività di ricerca we/o didattica, si rientra nelle fattispecie di legge che richiamavo.
Per quanto riguarda invece fase del vero e porprio acquisto è ovvio che non posso mandare l’interessato a fare spesa al centro commerciale; devo invece pretendere che nella richiesta/dichiarazione del materiale mi indichi il esattamente “codice prodotto” (quindi indicativo anche del colore e di tutte le carateristiche volute), ricevuto questo posso procedere con l’acquisto anche dal negoziante sotto l’ufficio. Naturalmente previa decisione a contrarre che illustri quanto necessario. Per quanto riguarda la rotazione il nuovo codice non la dispone più per gli invitati e la ritiene soddisfatta se si è fatto un solo acquisto precedente da un diverso fornitore, in pratica un acquisto si ed uno no possono legalmente essere effettuati da un solo forntore. Non mi dilungo poi sul fatto che i primi tre principi, ovvero risultato, fiducia ed accesso al mercato consentono una maggiore elasticità rispetto al passato.

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Il mio problema è che il mio ente NON è ente di ricerca quindi anche quando il mio storico dell’arte lavora a un progetto di ricerca fianco a fianco a uno storico dell’arte dell’università, quello può comprare quello che gli serve dove gli pare, il mio deve passare dal MEPA (con gli immaginabili mugugni “perchè lui può?”).
E’ solo per questo che dico che l’eccezione per le università e le scuole è uno scandalo. Perchè nel 99,9999999 % dei casi lo stesso prodotto identico si trova comodamente sul MEPA (diverso per i prodotti particolari, ovvio) e non c’è alcuna ragione per risparmiare al ricercatore lo strazio di passare da quell’accrocchio dell’amazon de noartri che è il MEPA. O meglio, una ragione c’è: il peso politico di università e enti di istruzione, che se alzano la voce vengono ascoltati.
Basterebbe far funzionare il MEPA poi si potrebbero obbligare tutti a usarlo, invece si preferisce fare figli (le eccezioni) e figliastri (gli obbligati).

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ciao, ti segnalo questo servizio fornito ai soci. Non so se ne esistono altri