Concorrenza del mercato e depressione banda larga in fibra

Buongiorno,

Premetto che non faccio parte della PA, sono un “utente finale” privato, ma le seguenti considerazioni credo riguardino sia l’utenza definita “retail” nel mercato, sia la PA ed, in definitiva, il “sistema Paese” intero, sperando questa sia la sede adeguata per scrivere sull’argomento (in caso contrario mi scuso e pregherei il moderatore di eliminare il thread).

Sono giunto in questo forum, seguendo un link del MID, perché volevo portare all’attenzione del ministro Pisano, ma anche dell’intera comunità PA, onde stimolare la discussione in merito, il deplorevole stato della connettività italiana, unitamente alla recente delibera del Garante della Concorrenza che riconosce (e sanziona, finalmente) sia la posizione dominante di Telecom Italia S.p.A. (cosa certo non nuova a chi si occupa di reti) sia il fatto, grave, di aver abusato di detta posizione creando non solo un danno ai concorrenti, ma all’intero Paese.

Sono certo che le mie considerazioni siano già state fatte da chi si occupa del settore ma, a volte, dire pubblicamente che “il Re è nudo” può giovare.

Come tutti ben sappiamo, non siamo in una situazione normale e, nonostante Telecom non potesse prevederlo (ma lo Stato avrebbe dovuto comunque pensare ad uno scenario simile), oggi ci troviamo “coi pantaloni abbassati” grazie alle pratiche anticoncorrenziali rilevate.

Non vorrei dilungarmi troppo, il documento dell’Antitrust é molto dettagliato e disponibile a tutti, quello che vorrei evidenziare e che non siamo più, grazie alla situazione creata da COVID19, con un problema “di mercato” per le mani, ma con un vero e proprio danno “strategico” al Paese, quindi sia all’utenza retail che a quella business, in un momento in cui l’intera UE considera la rete un asset strategico e ne finanzia lo sviluppo: non basta più la semplice sanzione amministrativa, a mio modo di vedere, ma é diventato necessario agire contro l’incumbent (ed, attivamente, a favore di chi lavora coi fondi UE nelle aree di minor interesse economico) per portare avanti le strategie di banda ultralarga di cui si stava facendo carico OpenFiber.

Il risultato, in soldoni, é che un utente retail come me si trova, oggi, senza l’accesso ad FTTH (quindi banda larga seria), ancora con una antica 8 Mbps in rame, mentre all’estero questa è considerata normale nelle abitazioni: la mia compagna, in Danimarca, ha una 50 Mbps reali e misurati (e non “finta”, come quelle del mercato retail italiano odierno). La situazione business é ancora più problematica, in quanto la presenza di una rete performante non è un optional, considerata la cosa nel panorama europeo ed internazionale.

Fino a poco tempo fa si poteva vedere tutto questo come semplice “distorsione del mercato”, applicare una sanzione amministrativa, e sperare nella buona stella che gli altri ISP riuscissero, nonostante tutto, a creare il proprio business, bypassando le pratiche commerciali scorrette di Telecom. Oggi non più.

Auspico quindi una risposta “attiva e strategica” da parte del ministro Pisano, quindi dello Stato: l’attuale situazione ha dimostrato, vedendoci gravemente impreparati, come la rete sia strategica per l’interesse nazionale (basti pensare ai problemi che le scuole stanno affrontando con la didattica online). Risposte blande non sono in carattere con la reazione che ci si attende dallo Stato, soprattutto in considerazione della ripartenza che, dopo la pandemia, dovrà aver luogo: vogliamo davvero iniziare a correre, assieme a tutti gli altri, sparandoci però in un piede grazie a Telecom?

Situazioni eccezionali richiedono misure eccezionali, per questo sono qui, nella speranza di alzare il livello di attenzione sulla rete. Forse la percezione odierna é ancora sopita sulla cosa, tento un paragone diverso: non prendere provvedimenti più incisivi oggi, sarebbe come rimanere con l’illuminazione ad olio “lampante” in un momento in cui il resto del mondo s’é già dotato di elettricità. La cosa non pare più ammissibile.

Sempre nella speranza di non aver travisato il fine del forum, ringrazio per l’attenzione e spero che verrà stimolato un dibattito sulle possibili soluzioni in modo che l’intero Paese ne potrà beneficiare: se é vero che, come spesso accade, partiamo tardi, l’Italia ha sempre dimostrato una resilienza ed una capacità di riprendersi eccezionali, non dubito lo farà anche questa volta, dopo aver chiarito, spero, la necessità di una diversa percezione sull’argomento.

Un cittadino.

l’argomento mi sembra attuale. L’autonomia tecnologica dell’area UE è meno discussa rispetto a quella normativa (dal GDPR all’AI ACT) chiederei a Coianiz la mail. La mia è balassonestefano@gmail.com