Cosa comporta l'entrata in vigore dello standard europeo CIUS per le fatture elettroniche?

Salve a tutti,
è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo che recepisce in Italia l’obbligo di ricevere le fatture elettroniche conformi allo standard europeo di fattura elettronica.
L’entrata in vigore di questo obbligo ( 18 aprile 2019 ) comporta qualcosa per i privati che emettono fattura verso PA?

Mi unisco a questo vecchio post, in merito alle novità introdotte con partenza 1 luglio.
Cosa comporta per aziende e privati che emettono fatture verso PA? Nel senso… è un qualcosa che riguarda solo il sistema di interscambio (SDI) e le software house non devono fare adeguamenti?

mi accodo alla richiesta.
Qualcuno ha capito se e quali modifiche andranno fatte alla fatturazione?

da quanto è scritto nella documentazione :

In questo paragrafo sono indicate le regole per l’emissione e la trasmissione
attraverso SDI di una fattura elettronica, nei casi in cui si adotti uno dei formati
previsti dalle norme sulla fatturazione elettronica negli appalti pubblici (espressa
quindi nelle sintassi UBL o CII), secondo le regole del modello semantico
europeo, e di quelle introdotte con le CIUS-IT

Sembra quasi che dicano " serve solo per le PA e solo se usano il formato europeo"

Anche io stavo leggendo, a me sembra che per le fatture italiane sia tutto invariato. Se guardiamo il sito della ADE, non ci sono variazioni e non ci sono altre versioni nuove: Schede - Specifiche tecniche versione 1.6.2 - Provvedimento del 20 aprile 2020 - Specifiche tecniche versione 1.6.2 - Provvedimento del 20 aprile 2020 - Agenzia delle Entrate
Quindi direi che per ora tutto dovrebbe funzionare

Si, anche secondo me per l’italia è invariato, però potrebbe cambiare qualcosa ricevendo una fattura elettronica da estero? o anche nel caso in cui abbia che fare con Pa estere?
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/schede/comunicazioni/fatture-e-corrispettivi/fatture-e-corrispettivi-st/st_fatturazione-elettronica-europea

Da quello che ho capito, funziona così:

  • E’ possibile inviare al SdI le fatture in formato europeo UBL o CII.
  • In questo caso, SdI converte in automatico questi file nel formato FPA standard italiano che è quello che viene consegnato a noi. Quindi chi riceve fatture non deve preoccuparsi di nulla, anche se la fattura in origine era in un formato diverso (quella originale, più vari log della conversione, vengono inseriti come allegati).
  • Questi formati europei prevedono una variante italiana, che include i dati specifici per l’Italia.
  • Le specifiche delle varianti italiane di questi formati sono state adeguate con le modifiche introdotte l’anno scorso al formato FPA, ma saranno operative solo dal 1 luglio.

Quindi:

  • Chi non invia fatture in uno dei formati europei, non deve preoccuparsi di nulla. Le fatture gli arrivano comunque in formato standard italiano.
  • Chi invia fatture in uno dei formati europei, dal primo luglio può usare le novità introdotte l’anno scorso (nuovi tipi documento, nuovi codici natura, ecc.)

Correggetemi se sbaglio.

Quindi secondo te, se invii fatture elettroniche da Italia ad un cliente Ue (non Italia), devi utilizzare il nuovo formato? dunque i file devono essere adeguati con le nuove caratteristiche dalle software house.
Se fosse così, per chi invece di fare l’esterometro invia fatture elettroniche ai clienti di altri stati membri, dovrà farlo con il nuovo formato europeo dal 1 luglio e non è possibile utilizzare lo stesso formato “italiano”.

Mi dispiace ma non ho indagato a fondo. Non so bene come funzioni l’invio delle fatture da Italia ad Estero, ma non credo che i sistemi dei vari paesi si parlino tra di loro. Se invii ad SdI una classica fattura elettronica “verso estero”, penso che rimanga interamente confinata nel SdI italiano. Se vuoi che la fattura elettronica arrivi ad un destinatario in un altro paese, probabilmente devi usare il loro equivalente del SdI.

In ogni caso le modifiche che entrano in vigore dal primo luglio non cambiano le regole. Sempre se ho capito bene, è solo un adeguamento del formato, che permette di inviare ad SdI fatture in formato europeo che contengono i dati specifici italiani.

Comunque questa cosa delle fatture europee per ora riguarda principalmente le fatture transfrontaliere verso le PA. E’ una norma nata per facilitare la partecipazione delle aziende europee ad appalti pubblici al di fuori del proprio paese.

Mi accodo perché anche io non ho capito nulla di queste fatture in formato europeo.
Di fatto tutte le specifiche di SdI, ad esempio per i webservice e tutto il resto, fanno sempre e solo riferimento ai formati FatturaPA/fattura elettronica italiana (penso ad esempio al formato del nome del file). Poi esiste quell’altra documentazione parallela, che da pochi giorni viene citata anche nella home di fatturapa.gov.it, che invece descrive il formato europeo… Ammetto che non abbiamo alcuna idea da noi se dobbiamo fare degli adeguamenti al nostro software o meno… Anche perché ho dato a suo tempo un’occhiata rapida alle specifiche e non è affatto poca roba… :worried:

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Scusate avete novità sulla struttura del file fattura elettronica inviato a clienti esteri?
Dovrà per forza adeguarsi al nuovo standard CIUS o si potra’ utilizzare il tracciato v.1.6 fatture PA?
Ho trovato un documento nell’agenzia delle entrate che spiega come avverrà il processo per la ricezione delle fatture, ma non spiega o per lo meno non in manierà chiara il processo delle fatture inviate, indica solo quali sono le regole di conversione tra CIUS e standard v.1.6.
vi indico qui sotto il link:
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/documents/20143/2127383/Specifiche+Tecniche+Fatturazione+Europea+v2.0.pdf/2f871392-385a-7adb-6b0a-cea1266ba4c7

Grazie in anticipo a tutti

Da come ho capito io, e come ho già scritto in precedenza, queste regole si applicano solo alle fatture che soggetti esteri vogliono inviare alle PA italiane. Per farlo devono usare il SdI italiano, ma possono inviare la fattura nel formato europeo, invece del formato italiano.
Se un soggetto italiano vuol inviare fatture a PA estere, dovrà usare il loro sistema di invio fatture, ma potrà usare il formato europeo (con le estensioni di quel specifico paese e quindi non CIUS-IT).
Da quello che ho capito non esiste nessun tipo di conversione automatica da formato italiano a quello europeo, solo il contrario. Del resto ogni paese ha le proprie peculiarità che non possono essere espresse nel formato italiano.
N.B. Tutto questo per ora si applica solo per le fatture B2G, dove esiste l’obbligo (almeno in Italia) di usare solo fatture elettroniche. Per le fatture B2B transfrontaliere questo obbligo non c’è e anche se un’azienda italiana inviasse una fattura con cliente estero attraverso SdI, questa non verrebbe recapitata al destinatario attraverso il sistema di fatturazione elettronica del suo paese (ovvero i vari sistemi non si parlano tra di loro).

Almeno questo è quello che ho capito io. Non ho indagato a fondo perché, almeno per ora, il problema non ci tocca. Se qualcuno ne sa di più e se ho capito male io, mi corregga pure.

Buongiorno a tutti, sono solo dubbioso su questa parte di risposta, in quanto dal 01/01/2022 l’esterometro sarà abolito, di conseguenza dovremo inviare le fatture sia di privati, che p.a. che b2b tramite SdI e i clienti esteri dovranno essere in grado di riceverle. Sarebbe interessante a questo punto comprendere se possiamo continuare ad inviare con il formato “italiano” o apportare modifiche ai tracciati.

No, questo è il punto. Non le ricevono. L’invio al SdI ha l’unico scopo di comunicare queste fatture all’agenzia delle entrate per i loro controlli (che prima facevano con l’esterometro). Il SdI non comunica con gli analoghi sistemi degli altri paesi.
Quando una fattura ha come cessionario una p.iva estera, non viene recapitata a nessuno.
Almeno finora è stato così.

Se vuoi recapitare elettronicamente le fatture all’estero devi farlo attraverso il sistema di ciascun paese (pochi ce l’hanno, e spesso solo per fatture B2G), usando, eventualmente, il formato CIUS con le estensioni specifiche per quel paese.
Almeno così ho capito io.

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