Arrivata la fine dell’anno vorrei un po’ tediarvi con alcune mie considerazioni relative al percorso che la P.A. sta percorrendo per completare (o per lo meno tentarci) la transizione al digitale.
Vorrei iniziare con il dove eravamo utilizzando allo scopo un documento che scrissi non molto tempo fa come tesi per un Master in Formazione e Gestione degli archivi digitali. In questo documento ho analizzato il percorso della P.A. locale (ma molte considerazioni penso valgano anche per quella Centrale) cercando di mettere in evidenza le maggiori problematiche riscontrate, sul campo, durante l’esperienza giornaliera. Vi sono presenti la maggior parte delle problematiche più comuni salvo quelle legate a PagoPA (magari @emmedi qui potrebbe integrare, sarebbe bello poter arricchire il documento), ANPR (perché ahimè non ho mai avuto modo di lavorarci concretamente) e le problematiche legate alla Conservazione dei documenti (qui perché la cosa richiederebbe troppo spazio e ancora - di nuovo ahimè - perché dalla norma non risulta chiaro quale realmente sia il modello di conservazione prescelto dal legislatore ed anche il Piano Triennale affronta la tematica in modo come minimo superficiale e comunque assai sommario).
Su quest’ultimo aspetto mi ripropongo comunque di integrare il documento perché in effetti nel decreto correttivo in fase di approvazione qualcosa sembra emergere.
Penso che questo documento sia un buon punto di partenza perché é frutto di un’esperienza non teorica ma assolutamente pratica, è stato “testato” (l’ho esposto durante ForumPA2017 ad una platea ampia ricevendo feedback molto positivi, a volte anche “calorosi”), è relativo alla P.A. locale che, sebbene ampiamente poco considerata nei tavoli ufficiali, é di fatto il vero terminale primario della P.A. verso i cittadini. Insomma, come si usa dire oggi, é fuori dallo “storytelling” ufficiale.
Penso anche possa essere, la butto lí perché ho notato che @Paolo_Coppola ogni tanto bazzica su questo forum, anche un’integrazione all’analisi fatta dalla Commissione Parlamentare.
In estrema sintesi le maggiori difficoltà riscontrate erano (diciamo prima del 2016 e al netto delle normali carenze delle P.A.) :
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Normative (norme complesse, fra loro non armonizzate - vedasi ad es. notifiche tributarie - , troppo lente nella loro emanazione e non al passo con l’evoluzione tecnologica ma anche con la normativa Europea - 8 anni per le norme tecniche arrivate poco prima del nuovo regolamento EIdas); una normativa insomma che genera solo incertezza fornendo abbondanti argomenti ai detrattori - e sono molti - della digitalizzazione;
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Infrastrutturali/Tecnologiche (le piattaforme abilitanti non sono ancora pronte, come si fa ad es a spingere su strumenti on-line quando non esiste ancora un domicilio digitale ? o non si riesce a pagare un bollo ? i software gestionali sono mediamente con tecnologie degli anni '90, firme/marche temporali complesse da gestire…)
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Culturali (mancano totalmente figure con adeguate competenze, Responsabili Gestione Documentale/Conservazione/Transizione al Digitale non nominati e se nominati spesso non adeguati, poca formazione…, difficoltà concrete a livello di formazione/sottoscrizione dei documenti)
Questo appunto per quanto riguarda il dove eravamo.
Passiamo al dove siamo. Negli ultimi anni in effetti qualcosa si é mosso e la novità a mio parere più importante riguarda certamente l’istituzione del Commissario Straordinario e tutto ciò che ne discende, a partire dal Team Digitale e di tutte le iniziative che da questo discendono (compreso questo spazio di discussione ) ) primo fra tutti l’emanazione del Piano Triennale.
Questo ha dato (finalmente) slancio e maggiore considerazione alla parte tecnologica del problema dando un buon impulso alla realizzazione/completamento di alcune infrastrutture portanti quali SPID e PagoPA, ha portato alla scrittura del già citato Decreto Correttivo al CAD che ha introdotto numerose modifiche/ correzioni, anche se non sempre molto chiare o condivisibili (mi riferisco ad esempio al fantomatico sistema di indicizzazione globale dei documenti, o alla cosiddetta “delegificazione” delle norme tecniche) .
Insomma, qualcosa rispetto a prima si é mosso ma, ed é bene essere chiari a proposito, gli effetti concreti ancora tardano a farsi vedere e rispetto all’analisi sopra ben poche cose sono cambiate/migliorate. A livello normativo permangono intonsi tutti i problemi citati, anzi, siamo ancora in mezzo ad un pericoloso guado mancando ancora le nuove regole tecniche, che ricordiamo avrebbero dovuto essere emanate a gennaio 2017 (!), mentre sul piano dell’armonizzazione delle norme siamo (e ho il timore, vista la consistenza del ns sistema giuridico, ci rimarremo ancora a lungo) praticamente al palo.
Ancora non abbiamo ANPR e di conseguenza siamo lontani dall’avere un Domicilio Digitale (ultimamente ci si é pure messo il Garante Privacy a complicarne la realizzazione) e quindi dall’avere un sistema per “a norma” per inviare comunicazioni ai cittadini.
@e.bollo ? attualmente sembra disperso…
Anche riguardo PagoPA e SPID su cui si é lavorato alacremente rimangono aperte diverse questioni/problematiche (es. le istanze con firma multipla…)
E il futuro ?
Il futuro dipenderà da quelle che saranno le conseguenze delle azioni messe in campo con il Piano Triennale e il Decreto Correttivo al CAD. E il tempo necessario affinché gli effetti siano percepibili.
Siamo sulla buona strada ? Sebbene molte cose siano interessanti io ho molti dubbi che si sia davvero imboccata la strada corretta. La prima cosa che trovo preoccupante é la mancanza di equilibrio fra il mondo giuridico e quello tecnologico. Mi sembra che si tratti di un costante pendolo che si sposta da una parte o dall’altra senza mai raggiungere un equilibrio. E questo costante squilibrio provoca grandi problemi.
Anche sul Piano Triennale vedo più ombre che luci, in primis perché é ancora pensato troppo “in grande”, richiede tempi e risorse incompatibili sia dal punto di vista temporale che economico. Introduce poi un modello “neo centralista” che é all’esatto opposto del modello cooperativo che la tecnologia stessa promuove ed abilita. Le politiche del grande é meglio, del tanto al kg, sono palesemente in contrasto con sia la realtà dei fatti in cui spesso le realtà più piccole sono le piú virtuose e competenti, sia con l’obiettivo dichiarato di far emergere competenze e premiare il merito.
Ma molto più in concreto: le problematiche evidenziate sopra (che sono i fattori davvero bloccanti) saranno davvero risolte con l’adozione di queste misure ?
Scusate il lungo post (forse anche OT!) ma spero sempre che si possa aprire un costruttivo spazio di discussione aperta.