Come regione (territorio) abbiamo adottato da tempo una infrastruttura di cooperazione applicativa sulla quale abbiamo la possibilità di intercettare eventi di dialogo tra vari sistemi su vari ecosistemi e a fronte di un evento significativo generare automaticamente una notifica.
Questo approccio è , a tuo avviso, sostenibile quale acceleratore iniziale (non necessiterebbe di alcuno sviluppo puntuale sugli n enti che già utilizzano l’infrastruttura ) ?
Questo è un approccio che abbiamo visto seguire anche da altre regioni (es. @MarcoB sta seguendo un approccio simile in CSI Piemonte) - in genere (e sopratutto col nuovo modello di interoperabilità) penso che tutte le componenti di intermediazione tra i servizi e le piattaforme abilitanti non avranno più senso di esistere nel futuro, per cui suggerisco che siano i singoli servizi ad utilizzare direttamente le API.
Detto ciò, può sicuramente avere senso riutilizzare dei sistemi intermediatori per iniziare ad inviare avvisi utili senza dover modificare i servizi originari, considerando però che il cittadino vedrà arrivare gli avvisi da questo sistema intermediatore, e non dal servizio originario - questo perché il “mittente” dell’avviso è identificato in base alle credenziali usate per chiamare le API (esattamente come avviene per l’email).
Grazie mille delle risposte,
Kudos! per la prontezza di rispota
Perdonanti per i “non concordo”, spero di cogliere lo spirito del forum facendo emergenere anche diverse visioni e pensieri.
La motivazione è storica: le regioni (Territorio) si sono organizzate per l’ interoperabilità per le competenze che nel tempo sono state assegnate alle Regioni (Enti
Dissento in buona misura, mi spiego meglio:
l’ipotesi è vera (in parte) per l’interoperabilità con i sistemi nazionali, non si può però applicare sulle competenze non centrali
Vi è poi una problematica di cardinalità e di relazioni: l’organizzazione è in grado di gestire contatti con 13.000 amministrazioni e per un numero di servizi crescenti?
In ogni caso spostiamoci sul lato operativo:
Visto che si concorda sul cogliere l’opportunità di riutilizzare servizi intermediatori almeno in prima fase inizio a predisporre la necessaria progettualità all’interno del mio ente.
non concordo, già oggi è possibile intermediare in modalità multi tenant (e multi credenziale)
Anche nelle e-mail è possibile modificare il campo from.
Comunque si tratta (IMHO) di un dettaglio, da analizzare dopo che ci saranno un numero consistente di messaggi verso la cittadina .
Grazie ancora della risposta e a disposizione per ogni confronto e collaborazione.
Lo spirito del forum è assolutamente questo! discussioni aperte e libere
l’ipotesi è vera (in parte) per l’interoperabilità con i sistemi nazionali, non si può però applicare sulle competenze non centrali
puoi elaborare questo tema che non mi è chiaro?
Vi è poi una problematica di cardinalità e di relazioni: l’organizzazione è in grado di gestire contatti con 13.000 amministrazioni e per un numero di servizi crescenti?
Ok capisco la confusione, e cerco di spiegare meglio il mio punto.
Separiamo la parte di adesione alla “convenzione” da quella di generazione delle credenziali per i singoli servizi.
immaginiamo che la convenzione sia l’account con cui l’ente si iscrive al servizio (esempio Regione Toscana stipula un unica convenzione per tutti i servizi delle sue 13.000 amministrazione)
per ogni servizio creo (in autonomia) sul portale di accreditamento delle credenziali usabili per quel servizio, queste credenziali saranno associate ad alcuni metadati specifici di quel servizio (es. nome del servizio, ente di cui fa parte, tipologia di messaggi inviati, ecc…)
non concordo, già oggi è possibile intermediare in modalità multi tenant (e multi credenziale)
Si chiaramente non è un tema tecnico, è ovviamente possibile, creare un meccanismo di autenticazione che permetta un autenticazione a due livelli (intermediario e intermediato) - il tema invece è proprio di modello, un modello a cui vogliamo tendere di interoperabilità senza intermediari, esattamente come avviene per i servizi API commerciali.
Concordo inoltre che siamo agli inizi e abbiamo ancora molto da imparare riguardo al modello di interoperabilità e alle funzionalità che saranno utili o necessarie - intanto buon lavoro e fammi sapere quando hai una prima bozza di piano di lavoro, sarò felice di darti il mio contributo!
accede quindi che sia necessario che ogni lvello realizzi sistimi informativi integrati tra i vari enti del sotto ecosistema.
ogni ecosistema ha caratteristiche proprie e non sempre il livello centrale offre soluzioni per problematiche di livelli territorialiamente più piccoli.
Ciao @emmedi,
per quanto riguarda l’app, puoi trovare più informazioni qui, se hai domande specifiche sarò felice di soddisfare la tua curiosità nel possibile
Come si vede si entra in dettagli fortemente legati agli scenari normativi territoriali.
Il livello nazionale non credo riesca a supportare gli scenari organizzativi territoriali.
D’altra parte il titolo V prevede che alcune competenze siano regionali (perchè non tutti i territori sono uguali e quindi non può essere adottata la stessa regola di dettaglio per tutti).
Quindi pur con un massimo denominatore comune (dettato dalle indicazioni nazionali) vi sono specificità organizzative che portano a strategie implementative diverse.
La massima attenzione va posta sui “confini”, in particolare una implementazione di dominio (territoriale ma non solo) deve:
Evitare di andare in contrasto o sovrapporsi ad una implementazione nazionale (è questo il caso di SPID, ma anche delle notifiche per le quali alcuni territori hanno implementazioni oprative da 10-15 anni)
Utilizzare ove disponibili le infrastrutture di dominio generale
alla pari una implementazione generale deve evitare di imporsi come soluzione per casi di dettaglio per la quel non è (ancora) matura.