Fascicolo sanitario elettronico, accesso per minorenni

Continua la discussione da "Entra con CIE" - modalità di autenticazione mista desktop-cellulare:

Riporto qui il mio post, che era decisamente OT in quel thread, da dove emrgeva che in Lombardia i genitori accedono al FSE dei figli usando la CIE dei figli!

Non e’ una vera bestialita’ questa messa in piedi dalla Regione Lombardia?

Nello specifico, all’interno di un FSE si compiono anche azioni giuridiche rilevanti, quali, per esempio l’oscuramento dei dati, l’oscuramento dell’oscuramento, l’autorizzazione all’accesso ai dati da parte del personale sanitario differenziato per episodi di cura ordinari o in emergenza ecc. In che modo un minore può effetutare queste scelte?
Se la CIE autenticata è quella del minore le azioni sono riconducibili al minore!

La strada giusta da percorrere è consentire l’accesso al “genitore” tramite il propio FSE a quello del figlio, eventualmente con l’autorizzazione dell’“altro genitore” (questa e’ la strada scelta, mi pare, in Piemonte).

Insomma, se il FSE lombardo funziona cosi’, a mio modesto modo di vedere, e’ da intervento non solo del Garante per la protezione dei dati personali ma anche delle autorità che sovrintendono al rispetto dell’ABC del diritto.

Poi, se qualcuno mi vuole spiegare che ho preso un abbaglio totale…

EDIT:
Questo ciò che dice Regione Lombardia (https://www.fascicolosanitario.regione.lombardia.it/come-puoi-accedere): l’invito pubblico a usare credenziali personali altrui per accedere a un servizio è veramente da brivido.

Fortunatamente altre regioni hanno elaborato logiche ed espongono informazioni un pelo piu’ ponderate:
https://support.fascicolo-sanitario.it/guida/accedi-al-tuo-fse/accesso-per-i-minori
dove si parla di “associare il FSE del figlio minorenne a quello del genitore”.

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Chiaramente, questo problema sarebbe risolto alla radice da una soluzione del problema più generale dell’impossibilità di delegare le identità digitali (discusso per esempio in questo thread). Il FSE è un ottimo esempio, ma lo stesso riguarda per esempio la necessità per i figli di genitori anziani di gestire le loro pratiche, per esempio, INPS (e non voglio pensare a come stiano risolvendo il problema milioni di persone ora che il PIN INPS è stato sostituito da SPID).

Per i minori servirebbe una delega automatica dell’intera identità digitale agli aventi patria potestà (o il concetto giuridico equivalente, mi scuso se non è il termine esatto), mentre per altre situazioni sarebbe sufficiente delegare funzioni specifiche di una SPID/CIE a un’altra.

È un problema enorme.

Io lo vedo come un problema da gestire a livello di singolo servizio, non di identità digitali, che trovo indelegabili per definizione.
E’ un problema complesso e aritcolato che mi sembra venga sempre spinto sotto il tappeto come la polvere. La soluzione lombarda mi sembra davvero eccessiva, ontologicamente insensata. Ipersensibilità mia?

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Anch’io propenderei per la seconda soluzione che dicevo, cioè la delega di singole funzioni. Questo dovrebbe essere sempre possibile. Il delegato, allora, non può usare la SPID/CIE del delegante, ma ottiene accesso con la propria SPID/CIE alle sole pratiche specificate nella delega del delegante nel portale relativo (ACI, INPS, Comune che dir si voglia).

Per i minori, però, sentirei un avvocato. Ricordo da studicchi di diritto, e un rapido controllo lo conferma, che il minorenne non ha capacità di agire e i genitori sono i suoi legali rappresentanti. Questo potrebbe (ma, ripeto, non sono un esperto) essere la base della delega “automatica” delle azioni di valore legale legate all’identità digitale del/la figlio/a all’identità digitale del genitore (non certo dell’identità digitale in toto). Chi ha nozioni legali in proposito mi corregga e precisi. Con SPID e PIN INPS il problema, leggo, non esiste (nel primo caso perché i minorenni non possono averlo, nel secondo perché lì c’è da tempo una procedura di delega). Non avendo competenze chiudo qui - se non hanno già prodotto documentazione in merito forse lo stanno facendo.

EDIT SUCCESSIVO: riscritta la frase sulla delega selettiva delle azioni di valore legale per chiarire che l’identità non è per definizione delegabile.

Non riesco a spiegarmi la ragione di un accesso (non solo in sola consultazione, ma potenzialmente dispositivo) del genere se non pensando che le banche-dati di FSE (e quindi dell’anagrafe nazionale degli assistiti e le anagrafiche in possesso delle ATS / ASST / ASL / USL / USSL / ULS ecc…) non siano interconnesse alla pluralità delle banche-dati dei registri dello stato civile per territorio competenti in relazione alla sede dell’entità sanitaria, pertanto non “vede” gli esercenti la responsabilità genitoriale e non li abbina come “incaricati per conto di”. Concordo nel ritenere l’accesso del minore non emancipato un’anomalia giuridica molto rilevante, con potenzialità distruttive.

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Beh, qualcuno il bimbo al servizio sanitario regionale lo avrà pure iscritto…

Fino a qualche anno fa (se non ricordo male) erano i Comuni ad inviare alla ASL (comunque denominata) la lista dei nuovi nati, credo per le vaccinazioni, come anche erano sempre loro a richiedere il codice fiscale, con un certo automatismo. Ora ammetto di non essere più aggiornato in materia, ma può essere che la catena informativa ad un certo punto manchi (penso che, nonostante le grida manzoniane da Roma, l’interoperabilità automatizzata delle banche-dati pubbliche sia una pura fantasia) e non viene associata la relazione di parentela e le sue vicende successive; mancando questa è impossibile pensare ad una delega di altro soggetto…

Ripeto, sennò poi si creano equivoci: l’identità non si delega!
Il procuratore agisce sempre con la sua identità. Può agire “per conto” o “in nome e per conto” ma figura nei negozi con la sua identità, non impersonifica nessuno.

L’anagrafe sanitaria all’ASL esiste, la coda per l’iscrizione si fa, i parenti li conoscono. Nessuna giustificazione. Se anche non li conoscessero, la soluzione resta abominevole.

Ho chiarito proprio nelle parole immediatamente successive a quella frase, che dicono esattamente questo, cioè che intendo non l’uso dell’identità digitale dei minorenni da parte dei genitori ma l’accesso dal genitore con la propria. Poiché condivido la tua preoccupazione che qui nei forum si legga una frase e non l’intero paragrafo di quel che uno scrive (ormai abbiamo tutti un deficit di attenzione acquisito), edito la frase in questo modo:

delega “automatica” delle azioni di valore legale legate all’identità digitale del figlio all’identità digitale del padre.

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senza contare che avere l’idenitità digitale di un minore è già di suo un’impresa da 12 fatiche di Asterix… :frowning:
ed è indispensabile per vedere l’esito di tutta la marea di tamponi Covid richiesti dalle scuole. I genitori nel fascicolo elettronica regione Lombardia non hanno alcun accesso.

ho sentito citare il Piemonte??? Io col Piemonte mi sono arresa: sia dalla sanità regionale che da quella locale mi è stato risposto che per (fantomatiche) ragioni di privacy il fascicolo sanitario dei minori non può essere visibile dai genitori, si può avere solo la delega (da usare per prenotare visite e pagare ticket) ma, al lato pratico, non c’è modo di accedere per “papà e mamma” al fascicolo del figlio con (ovvi) problemi in periodo covid per visionare gli esiti di eventuali tamponi dei figli (ti tocca aspettare l’asl che “prima o poi” si decida a trasmetterteli)…insomma…mi hanno fatto arrabbiare non poco: ho fatto presente che “in qualche modo” in Emilia e Lombardia ciò è fattibile e…nessuno mi ha più risposto…

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