I rilievi del Garante della Privacy sulla fattura elettronica

L’AdE si è già adeguata alle richieste del Garante della Privacy e infatti l’intermediario quando accede al sito Fatture & Corrispettivi compare il seguente avvertimento:


# Avviso per gli utenti - Obbligo Fattura elettronica

Gentile Utente,
a partire dal 1° gennaio 2019 è previsto l’obbligo di emettere la fattura elettronica a seguito di cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia.
Questo obbligo è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2018 ed è previsto sia nel caso in cui la cessione del bene o la prestazione di servizio sia effettuata tra due operatori Iva (operazioni B2B), sia nel caso in cui la cessione/prestazione sia effettuata da un operatore Iva verso un consumatore finale (operazioni B2C).

La trasmissione e la ricezione delle fatture elettroniche avviene attraverso il Sistema di Interscambio (SDI), gestito dall’Agenzia delle entrate.

Nel periodo transitorio, che decorre dal 1 gennaio 2019 fino al 3 maggio 2019, l’Agenzia delle Entrate procederà alla temporanea memorizzazione delle fatture elettroniche che la interessano in qualità di cedente/prestatore o cessionario/committente, in conformità alle indicazioni ricevute dal Garante per la protezione dei dati personali, esclusivamente al fine di realizzare le seguenti funzionalità:

* 1. acquisizione di alcuni dati di natura fiscale contenuti nelle fatture elettroniche, definiti principalmente nell’articolo 21 del D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972, ad esclusione dei dati di cui al comma 2, lettera g) relativi alla natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell’operazione (i c.d. dati fattura), che saranno estrapolati e raccolti dall’Agenzia delle Entrate in una banca dati separata e verranno trattati dall’Agenzia per le attività istituzionali di assistenza e di controllo automatizzato mediante l’incrocio dei dati di natura fiscale presenti nelle fatture con quelli presenti nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate;
* 2. realizzazione di un servizio facoltativo attraverso il quale avrà la possibilità di consultare o scaricare i file XML delle fatture emesse e ricevute attraverso SDI nella sua area riservata del sito web dell’Agenzia delle Entrate. Tale servizio sarà subordinato all’adesione a uno specifico Accordo di servizio che verrà pubblicato nella medesima area riservata entro la data del 3 maggio 2019. In tale contesto, l’Agenzia delle Entrate assumerà il ruolo di responsabile del trattamento, archiviando le fatture, in nome e per conto suo, in una banca dati dedicata. A partire dalla data di disponibilità del nuovo servizio facoltativo, lei potrà manifestare la volontà di aderire all’Accordo del servizio di consultazione e scarico del file XML della fattura elettronica, comprese le fatture memorizzate nel periodo transitorio. Se Lei è titolare di partita IVA potrà aderire anche attraverso intermediari delegati.

In caso di mancata adesione all’Accordo di cui sopra nei tempi previsti, l’Agenzia procederà alla cancellazione delle fatture elettroniche memorizzate durante il periodo transitorio entro il 2 luglio 2019 e i soli dati fattura verranno mantenuti per le previste attività istituzionali di assistenza e di controllo automatizzato , fino a che non saranno decorsi i termini per gli eventuali accertamenti - vale a dire entro il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento - ovvero definiti gli eventuali giudizi.

In caso di adesione al Servizio di almeno una delle parti del rapporto economico, l’Agenzia memorizzerà comunque la fattura nella sua interezza, rendendola disponibile per la consultazione e lo scarico solo a chi abbia aderito al Servizio.

Resta fermo l’eventuale Servizio di conservazione da lei fruito in base al relativo Accordo di servizio stipulato con l’Agenzia.

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Questo fa nascere un nuovo problema:
come fatturare B2C ad un cliente che non voglia aderire al “servizio facoltativo attraverso il quale avrà la possibilità di consultare o scaricare i file XML delle fatture emesse e ricevute attraverso SDI nella sua area riservata del sito web dell’Agenzia delle Entrate” e che non abbia una PEC?

Ma che due :soccer::soccer: sto Garante…

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potrebbero anticipare il domicilio digitale che già viene previsto come elemento che deve raggiungere tutti …quindi chi non ce l’ha glie lo devono dare gratuitamente come era una volta con la sfortunata CEC-PAC :slightly_smiling_face:

Per le fatture B2C già adesso, nel caso in cui venga specificato il codice destinatario “0000000” e nessuna PEC, è obbligatorio far avere la fattura al cliente in qualche altro modo (cartacea, email, ecc.), anche se veniva resa disponibile sul sito dell’AdE.
Negli altri casi (fatture B2B o B2C con indicazione di codice destinatario o PEC) è sempre possibile che la fattura non venga recapitata per problemi tecnici (canale giù, PEC non attiva o piena), e in questo caso bisogna comunicare al cessionario/committente con canali alternativi al SdI che la fattura è disponibile sul sito dell’AdE.
Con queste novità, in caso di impossibilità di recapito, non ci sarà più nessuna garanzia che la fattura sia stata messa a disposizione sul sito dell’AdE, per cui presumo si estenderà l’obbligo di recapitarla tramite canali alternativi a tutti gli altri casi di impossibilità di recapito B2C e B2B.
Questo è consigliabile farlo già adesso. Visto che sussiste comunque l’obbligo di mandare un avviso, tanto vale allegare anche la fattura.

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Mi domando allo stato attuale cosa obblighi un’azienda ad inoltrare una fattura ad un cliente privato che non conosce il cassetto fiscale o altro. quindi non aderirà mai al servizio di lettura delle fatture che dopo pochi mesi verranno parzialmente eliminate e dopo 8 anni spariranno completamente.
Per un privato, magari di una certa età, ricevere la fattura cartacea significa ricevere la fattura vera quindi non andrà mai a controllare.
Non siamo in america quindi le fatture ricevute il privato non le scarica/presenta salvo quelle mediche o di detrazione energetica.

A livello tecnico, un’azienda potrebbe fare fattura al cliente privato, non inviare nulla all’agenzia delle entrate (NERO TOTALE) e nessuno saprebbe nulla.
Anche se il cliente privato dopo un anno o due si “sveglia” e si collega al portale delle fatture e non la trova, dubito si metta in moto usando le lunghe (siamo in italia) procedure per segnalare la cosa…che poi magari il numero verde gli dirà di recarsi all’ufficio XYZ, cosa che non farà mai.
e anche se lo facesse e l’agenzia emettesse sanzione… come farebbe a verificare tutti i clienti privati di cui non hanno ricevuto notizia ?

Quindi mi domando, se la fatturazione elettronica è fatta per evitare il nero/controllo dell’iva, non è una falla enorme questa?

Se uno emette una finta fattura scrivendo sulla copia cartacea che l’originale si trova sul cassetto fiscale quella fattura non esiste (allo stesso modo di uno scontrino fiscale fasullo) e costituisce una prova per incastrare l’emittente.

Sarebbe sufficiente istituire un link dove permettere ai truffati di uploadare questa fattura fasulla per sanzionare subito l’emittente (una procedura veloce simile a quella prevista dall’art. 36 ter). E forse ci vorrebbe anche una norma che affermi che in caso di recidiva si revoca la partita iva e tutto si sistemerebbe subito.

ciao,

ad oggi molte PA non hanno ancora migrato da FTP a SFTP.

non sono sicuro che lo direbbe, ma se lo dicesse prenderebbe un grosso granchio

ciao

antonio

Quello che dici tu può essere fatto anche in modo analogico emettendo una fattura di cui viene data copia al cliente consumatore e successivamente non registrando il documento che quindi ai fini fiscali non esisterebbe.
Secondo me chi ha sempre fatturato continuerà a farlo elettronicamente. Chi ha sempre fatto nero, continuerà a farlo.

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è questo il punto che dicevo.
la fatturazione elettronica era stata presentata come un metodo contro l’evasione e per garantire l’iva.
ma con gli strumenti attuali non serve a nulla se non a permettere allo stato di ottenere in tempo reale quanto può incassare di iva a fine mese, dato che con lo spesometro aveva già gli incroci per capire tra aziende chi faceva cosa.

ma allo stato attuale, avendo aumentato il fatturato limite dei regimi forfettari a 60000 euro molte piccole aziende sono passate da sas o snc a regime forfettario eludendo la fattura elettronica.
le società sportive con fatturato sotto i 65000 non hanno l’obbligo delle fatture elettroniche.
i medici non hanno l’obbligo delle fatture (anche se c’è il 730 precompilato).

dato che le fatture che riceve il privato non sono verificabili (dovrebbero obbligare la ricezione tramite un portale agevole), specie se non è il privato che fa un controllo, significa che il controllo contro l’evasione dichiarato non esiste.
l’unico vero controllo che hanno applicato è quello che impedisce a certe aziende di inventarsi fatture di vendita o di acquisto per rimanere all’interno di certi scaglioni

questa immagine indica la rappresentazione di cosa doveva comportare la fatturazione elettronica 2019

NO. Le società non possono accedere al regime forfettario

quando partirà il “domicilio digitale” (entro il 2019 pare) che sarebbe l’obbligo di avere una specie di pec per tutti i cittadini verrà implementato anche l’inoltro automatico su di esso

NO. Le società non possono accedere al regime forfettario

Le società non possono in quanto società. Infatti molte piccole aziende che avevano un fatturato basso, hanno chiuso la società e riaperta come regime forfettario.
A detta della commercialista che segue un nostro cliente, solo nel mese di novembre ha gestito una ventina di aziende in questo modo.

quando partirà il “domicilio digitale” (entro il 2019 pare) che sarebbe l’obbligo di avere una specie di pec per tutti i cittadini verrà implementato anche l’inoltro automatico su di esso

Il punto che essendo la fatturazione elettronica nata contro l’evasione, avrebbero dovuto farlo fin da subito.
Inoltre anziché usare la PEC, avrebbero dovuto promuovere meglio la CNS e lo SPID o semplicemente collegare la CNS con la carta di identità digitale.
In questo modo tutti i cittadini avrebbero accesso a tutti i servizi online senza dover andare avanti e indietro alle poste o in camera di commercio.
ovviamente questo è solo il mio punto di vista da cittadino, che sia condivisibile o meno e che non conosce tutte le procedure che sono dietro a queste cose.

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io sono uno dei pochi che vede la fatturazione elettronica come il passaggio fondamentale per cominciare a introdurre l’intelligenza artificiale nei processi amministrativi e quindi uno strumento di modernizzazione del sistema e di aumento della competitività del sistema paese.

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Vedrai che a quel punto il Garante per la privacy obietterà che non si può trasmettere l’xml in chiaro su di una pec :sob::joy:

Useremo la firma digitale per criptare tutto :slight_smile:

Adesso che ci penso noi utenti entratel sono ormai 20 anni che comunichiamo con AdE in forma criptata. Le ricevute che mi mandano le posso leggere solo io con la mia firma digitale! :wink:

Basterebbe generare per tutti i contribuenti i certificati di firma e dire a ogni cittadino che tutto ciò che lo riguarda se lo può vedere solo se usa il certificato privato. :smile:

Sì però lasciami il tuo numero che lo giro a mia madre. Così le spieghi tu come fare… :joy::joy::joy:

Vero, ma si parlava di privacy dei dati personali dei consumatori finali. Le PA scambiano fatture con imprese. I dati delle persone giuridiche non sono coperti dalle normative privacy.

Bravo ma mi spieghi perchè tutte le comunicazioni che l’AdE manda a me tramite la piattaforma Entratel (ripeto da 20 anni ormai ! ) mi arrivano criptate e quindi prima le devo decriptare e poi le posso leggere. Io non sono un privato e i miei clienti sono imprenditori collettivi e individuali.

:thinking: che tipo di comunicazioni? Se è da 20 anni, probabilmente stato sviluppato prima delle normative privacy, l’avevano pensato così e l’hanno tenuto così.