Il polso della situazione SPID

Personalmente ritengo giusto che, come l’identità fisica viene attestata da un Ufficiale di Anagrafe, nell’ambito delle procedure demografiche di identificazione e rilascio del documento personale di identità in capo al titolare, anche l’identità digitale dovrebbe essere attestata da un soggetto pubblico (p.es. la stessa Anagrafe comunale).
Tale identità digitale dovrebbe essere utilizzata nei rapporti con la P.A. quando è indispensabile il riconoscimento certo e completo del soggetto. Nei rapporti privati, per evitare una pervasività eccessiva anche dove non è necessario (es. l’accesso ai social ecc…), la limiterei agli atti e contratti per cui è legalmente obbligatoria la forma scritta.

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@Patrizia_Saggini fa il punto della situazione su Spid nel suo momento della verità :vertical_traffic_light:

https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/identita-digitale/spid-a-che-punto-siamo-stato-dellarte-e-problemi-dopo-la-scadenza-del-28-febbraio/

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Bell’articolo, @Patrizia_Saggini ! È un’ottima cosa evidenziare anche le ombre del sistema, che ci sono e non sono di poca importanza (l’avvio ad assetto variabile e tutt’altro che omogeneo dei servizi offerti dagli IdP, la mancanza della delega o di una previsione alternativa generalizzata per operare per conto terzi, l’adeguamento in ordine sparso delle P. A., il fatto che l’identità digitale è gratuita ma quello che ci sta intorno ha un costo in termini economici e/o di conoscenza…).

Un punto che spesso si trascura e’: non e’ che fatta l’autenticazione uguale per tutti hai i servizi online.
Purtropo la narrazione di Stato vive dell’equazione “SPID = tutti i servizi diventano online”.

però intanto delle penalizzazioni per le PA che non implementano SPID sono state introdotte

Io sinceramente mi faccio una risata (amara, non mi fraintendete) a pensare il momento in cui l’esclusività di SPID imploderà fragorosamente (e credo succederà prima di fine anno), con dipendenti di dirigenti e funzionari pubblici, con professionisti con clienti “difficili”, con parenti, amici e “assistenti” di anziani, disabili, arretrati tecnologici che non potranno più svolgere adempimenti/pratiche per via telematica per conto di quelli, perché in proprio gli interessati non sono in grado di farlo (con difficoltà fisiche o psichiche e/o senza numero di telefonia mobile e/o senza cellulare compatibile) o perché i “delegati” non sono realmente delegabili poiché strumenti appositi per intermediari magari non sono attivati o poiché nessuno dei cervelloni dei piani alti ha pensato alla necessità che qualcuno autorizzato dovrebbe poter agire per conto di un terzo (come ha correttamente a suo tempo evidenziato @frantheman ciò dovrebbe essere gestito extra-SPID da ciascuna Amministrazione pubblica nei confronti dei propri utenti …magari non solo in via telematica). La mina non è ancora scoppiata solo perché molte P.A. ammettono ancora l’uso delle credenziali precedenti in via transitoria, ma entro il 30/09/2021 al più tardi verranno disattivate…

Sei immotivatamente preoccupato . Si adotterà a livello nazionale il metodo lombardo (v. FSE): entrare con la CIE dell’incapace. E basta con sti sofismi da azzeccagarbugli!! :rofl:
(Post ironico, a scanso di equivoci)

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Ahahahah, per fortuna mi lasci un po’ di buonumore, caro collega :stuck_out_tongue_winking_eye:

Io ho ancora qualche speranza che trovino la soluzione con lo strumento della “delega” che è una cosa facile da implementare e gestire. Del resto AdE e Inps già lo ammettono per i professionisti

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E ribadisco: l’errore miope della strategia è incentivare con minacce e mancette l’obbligo di legge di aderire a un sistema di autenticazione e non fare niente di concreto e persuasivo per l’altro obbligo di legge, un pelo più importante: mettere a disposizione servizi online. Fra l’altro, in presenza di un sistema di autenticazione centralizzato, sarebbe antieconomico fare servizi online che non lo sfruttino.

Ma se comprate una casa voi scegliete in base alla serratura o agli spazi interni?

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Per AdE c’è entratel, per INPS c’è la gestione delega aziendale, per ADM c’è l’arcipelago Intrastat e affini. Per le altre P.A. non mi pare, così come per pubblici dipendenti (finché le P.A. limitano immotivatamente il numero di utenze abilitabili) e per privati “bisognosi”…

Vero. Anche il fondo innovazione si basa sull’idea che X servizi online vengano attivati (sia per SPID, che per PagoPa, che per AppIO), ma non si percepisce nelle P.A. un obbligo generalizzato di offrire tutti i servizi in modalità telematica; la cosa è facilmente spiegabile in 2 modi: 1) la veicolazione via telematica di tutti i servizi necessiterebbe di un cambio di paradigma gestionale importante e di un pesante adeguamento di siti istituzionali e di software gestionali (con costi corposi che non copre nessuno e con un probabile uso reale dell’utenza di riferimento tutta da vedere); 2) se si introduce un obbligo vero qualcuno a livello centrale dovrebbe fare un censimento di tutti i servizi offribili (e ho qualche dubbio che nelle Amministrazioni centrali conoscano bene le implicazioni del nostro lavoro negli EE.LL.). P.S. dall’inizio della pandemia abbiamo messo a disposizione dell’utenza degli uffici comunali un sistema di prenotazione appuntamenti previa autenticazione: se vuoi farti una risata, secondo te quante prenotazioni ci sono arrivate telematicamente sul sito direttamente dagli utenti su un totale appuntamenti di circa qualche migliaio? :joy:

Azzardo: una cinquantina scarsa scarsa?

Quattro… :stuck_out_tongue_closed_eyes: (tutti gli altri hanno telefonato ai singoli uffici e l’appuntamento gli è stato assegnato dagli operatori usando lo stesso portale).

Dato su cui dovrebbero riflettere moltissimo gli alfieri dell’informatica ad ogni costo, in ottica efficacia economicità efficienza… Per curiosità quanto era stato pubblicizzato il servizio?

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Direi abbastanza pubblicizzato, sia sul sito (che contiene la varia documentazione e modulistica) sia in pressoche ogni occasione di contatto (in presenza, telefonico o email) con l’utenza … ma credo che per abitudine sia più comodo far fare all’operatore il lavoro (non si tratta di analfabetismo tecnologico ma di endemica pigrizia :wink: )

Però ho l’impressione che è la stessa PA che non vuole questi sistemi automatici. Ho chiesto al mio comune se potevo fare la prenotazione online della CIE e l’impiegato addetto dell’ufficio anagrafe mi ha assolutamente sconsigliato di ricorrere a quella procedura, perchè dice che si sarebbe complicato tutto :roll_eyes:

Collega, l’occasione vi sarà utile per fare un’analisi di cosa non e’ andato e, senza dubbio, la prossima volta andra’ meglio. Da quel che racconti io intravvedo almeno due criticità evidenti… perche’ insomma, se le cose non vanno spesso ci mette del suo anche chi le propone, non e’ solo la rigidità dell’impianto normativo o la scarsa attitudine dell’utenza…

D’accordo, però devi ammettere, come hai scritto tu stesso in altri post, che è incredibilmente difficile definire esattamente cosa sia un “servizio”, farlo in maniera univoca per PA completamente diverse (Comuni, ACI, enti bonifica, scuole), come “contare” servizi diversi (per esempio, scaricare un modulo per un servizio e inviare il modulo firmato digitalmente contano come due servizi diversi o uno? Oppure, se un formulario online dà diritto, potenzialmente, a tre sussidi/esenzioni diverse, conta come uno o tre?). Se avessero provato sarebbe costato tempo e fatica e avrebbe prodotto sicuramente un mostro illeggibile di criteri e definizioni in ogni caso non adattabili alla realtà.
Credo abbiano fatto benissimo a non provare neanche.

E allora la tua frase successiva risponde al perché abbiano dato la precedenza all’adesione al sistema di autenticazione piuttosto che al definire quali/quanti servizi debbano andare online:

Appunto: meglio obbligare ad avere il sistema di autenticazione che fare una legge di 1000 pagine con criteri per definire quanti e quali servizi offrire, perché una volta che hanno il sistema di autenticazione è se non altro probabile e plausibile che a quel punto inizino a migrare loro i servizi su questo sistema di autenticazione.

Non è perfetto e non funzionerà sempre, certo. Ma il perfetto è nemico acerrimo e assetato di sangue del buono, in queste cose. Mi pare ottimo tenerlo alla larga.

La prenotazione online della CIE, però, è un esempio estremo. Si tratta di un esperimento del Team che valeva senz’altro la pena provare ma che è fallito miseramente. Non so se si applica a tutti i servizi online.

La prima versione dell’Agenda CIE non la usava quasi nessun Comune, perché facevano enorme fatica a uniformare quell’agenda con le agende interne, perché i cittadini prenotavano senza poi presentarsi, eccetera.
Nel 2019 hanno introdotto una “nuova” agenda CIE che doveva risolvere parte di questi problemi, ma di fatto anche questa è stata ignorata dalla maggior parte dei Comuni.
Quindi si capisce bene perché i Comuni preferiscano gestire da sé gli appuntamenti. Comuni grandi come Torino e Firenze hanno addirittura preferito avere orari aperti senza appuntamento, tagliando alla radice il problema degli appuntamenti a cui la gente non si presenta. Valeva la pena tentare l’esperimento dell’agenda ma non è andato: pace! :slight_smile: