Il polso della situazione SPID

Mi sono spiegato male.
La legge che obbliga a fare i servizi online c’e’.
La legge che obbliga a usare SPID c’e’.
Certo che si controlla meglio se un ente si e’ federato con SPID rispetto al fatto se ha online dei servizi decenti.
Pero’, non e’ che si fanno solo le cose facili e si lasciano indietro quelle difficili si va poco lontano.
Guarda, @Lazlu individua due ostacoli alla produzione di servizi online. Bene, azioni concrete per rimuoverli? L’autenticazione SPID aiuta? Io direi di no.
L’autenticazione e’ solo una parte del problema e se la buttiamo sull’approccio adempimentale, lo sappiamo bene, ci ritroviamo tutti virtuosi (team vari, dirigenti, softwre house) e con miriadi di pagine in cui dopo un login spid di livello due ti appare una pagina con scritto “hello world” (estremizzo).

Bene obbligare a SPID, bene obbligare a pagoPA ma che sia chiaro che sono solo due aspetti marginali del problema. Una volta che ho SPID riesco a gestire dall’oggi al domani in modo efficiente 3000 richieste di bonus alimentare in pandemia che ricevo in tre giorni?
Bene SPID, ma SPID non è il servizio.

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Fondamentalmente d’accordo, per carità. Un paio di precisazioni:

Che questo sia un principio generale dell’azione pubblica non sono completamente d’accordo; ci sono cose che la regolamentazione può risolvere e cose che non si possono risolvere, ma solo peggiorare, tentando ostinatamente di regolamentarle (potrei citare decine di cose da decenni di dibattito politico-economico e di ricerca in economia politica dell’azione pubblica; al di là dell’ovvia scuola di pensiero su market e quasi-market che funzionerebbero in molti casi meglio della regolamentazione, per chi ci crede, la prima che mi viene in mente è che il tentativo di introdurre la meritocrazia nell’università italiana rendendo le regole di selezione via via più complicate ha fallito, perché evidentemente i Paesi in cui i ricercatori vanno non sono quelli con criteri di selezione più complessi, ma un sistema alla base completamente diverso e paradossalmente più semplice, che non richiede liste di criteri/definizioni [chiamata diretta indipendentemente dai titoli ma responsabilità dell’università per i propri finanziamenti]).

È vero: proprio per questo dicevo che la soluzione non era perfetta e non funzionerà sempre. Ci saranno tantissimi enti che, non potendo o non volendo fare altro, introdurranno semplicemente un login al sito del comune con SPID che fa comparire la scritta “hello world”. Finito, adempiuto l’obbligo di legge!
Ma ci saranno anche enti pubblici che avendo l’autenticazione faranno qualcosa di più (ce n’erano anche prima di SPID). Certo, non basta per garantire i servizi online a tutti i cittadini italiani. Ma è un passo.

Per il resto, d’accordo in generale che serva qualcosa di più del semplice bottone SPID sui siti web. Si può partire dai problemi segnalati da @Lazlu, anche se anche lì è difficile definire esattamente i criteri per determinare cosa dovrebbe accadere, come il “cambio di paradigma” del punto 1). Se si trova una cosa chiaramente definibile e misurabile comincerei da lì. Per esempio, come prima cosa garantire l’accesso alla banda larga a tutti gli enti comunali (mi pare l’anno zero!). Poi, un supporto economico per adeguare i siti ai criteri di design che mi pare abbiano formulato. Se si mantengono le definizioni semplici è misurabile la differenza fra l’avere una cosa e non averla.

Il punto 2), censimento dei servizi offribili, in teoria è fattibile per certe tipologie di enti pubblici molto standard, come i Comuni e le scuole (anche se come dice @Lazlu non sarà un ente centrale a sapere esattamente cosa fa/può/deve fare un Comune o una scuola).

Qualcosa in merito dovranno fare nei prossimi mesi: sono curioso…