Impossibile aggiungere documenti (VENDOR-LOCK-IN)

Sono diversi giorni che ho ricevuto il messaggio che mi informa della possibilità di aggiungere i documenti all’app.
Provando a seguire i link presenti nel messaggio, però, non riesco nemmeno ad iniziare la procedura: ogni volta mi compare il messaggio “C’è un problema sui nostri sistemi”.
Ho diversi colleghi che hanno ricevuto lo stesso messaggio, alcuni prima alcuni dopo di me: tutti sono riusciti ad avviare la procedura ed aggiungere poi i documenti.
Ho la versione 2.77.1.0 dell’app.
Il mio dispositivo è un Fairphone 5, con sistema operativo e/OS aggiornato.
Qualcuno ha un suggerimento?

Hai provato a farlo direttamente dall’app IO ?
Apri l’app io fai tap su portafoglio e poi su aggiungi al portafoglio.

Lo faccio SOLO dall’app Io.

potrebbe essere legato all’uso di un OS diverso da Android:

Per attivare Documenti su IO, assicurati che il tuo dispositivo soddisfi questi requisiti minimi:

per iOS: dispositivi con una versione di iOS pari o successiva a quella supportata dagli iPhone 6s e successivi;
per Android: dispositivi con Android 8.0 o versioni successive.

Requisiti di integrità del dispositivo e dell’app

Il tuo dispositivo non deve essere compromesso, ossia non deve essere stato modificato per rimuovere le restrizioni di sicurezza imposte dal sistema operativo (ad esempio, il jailbreak per iOS o il rooting per Android). Inoltre è necessario che l’app in esecuzione sia quella ufficiale firmata e scaricata dagli store di Android ed Apple (rispettivamente Play Store e App Store),
Controlli di integrità

Per garantire l’integrità del tuo dispositivo e dell’app, usiamo i servizi messi a disposizione da Google ed Apple (per Android i servizi Play Integrity API e Key Attestation, mentre per Apple il servizio DeviceCheck).
Nota: tieni presente che i controlli di integrità potrebbero avvenire anche dopo l’attivazione di Documenti su IO, per rilevare eventuali anomalie del dispositivo o dell’app in esecuzione. Se rilevate, la funzionalità Documenti su IO viene automaticamente disattivata.
Altri fattori che possono impedire l’attivazione

Se il tuo dispositivo soddisfa le condizioni sopra indicate ma continui a riscontrare problemi nell’attivazione di Documenti su IO, potrebbe dipendere da limitazioni legate a servizi Google o al sistema operativo Apple (ad esempio, alcune funzioni potrebbero non essere disponibili o non attivarsi se il dispositivo non è aggiornato o se sono presenti delle limitazioni di configurazione del sistema operativo).

Ti ricordiamo infine che eventuali problemi nell’attivazione della funzionalità potrebbero dipendere anche da fattori quali le politiche di sicurezza o restrizioni specifiche imposte da Google o Apple.

Ecco il problema!!!

Si chiama VENDOR-LOCK-IN !!!

Ti ringrazio per le utilissime info, che non sono stato in grado di reperire autonomamente.
Purtroppo è molto triste vedere che lo stato si fa strozzare sempre di più dalle multinazionali, obbligando anche noi cittadini a fare altrettanto.
Vorrà dire che io non potrò utilizzare questa funzionalità. Peccato.

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Traduzione: La “App dei servizi pubblici” (pubblici!) e’ totalmente dipendente dalle policy di societa’ private (private!) extra-europee.

Quanto e’ “smart” questa soluzione, soprattutto vista l’aria che tira al momento?

Se proprio app doveva essere, non si sarebbe potuta sviluppare in modalita’ open e compatibile con piattaforme differenti? Includendo smartphone, fairphone, desktop ecc.

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Ho avuto modo di confrontarmi con una persona che ha fatto da tester nella fase iniziale di IT Wallet.
Lui ha segnalato che il suo LineageOS non superava tutti i controlli di sicurezza, a causa dello sblocco del boot loader.
Gli è stato risposto che senza quella funzionalità loro non posso garantire l’integrità del dispositivo.
A poco è servito che lui gli facesse notare che le applicazioni delle banche invece funzionano senza problemi, quindi sarebbe bastato adottare gli stessi standard di sicurezza.

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Non è così non dipende da Apple o Google, ma da come gli sviluppatori dell’app IO hanno deciso di utilizzare i sistemi che servono a garantire l’integrità del sistema.

E la soluzione non è così immediata perché ci sono diverse situazioni di cui è necessario tenero conto, ci sono casi in cui anche installando una versione di Android custom tipo LineageOS il sistema rimane perfettamente sicuro, ma ci sono molti altri casi in qui le modifiche fatte degli utenti che spesso si limitano a seguire i tutorial senza capirne le conseguenze, riducono i loro terminali a veri colabrodi.

Posso concordare con te che ci sono utenti che trattano malissimo i loro telefoni, ok.
Ma, tornando al paragone con gli istituti bancari, secondo te è da immaginare che questi siano “azzardati” a far funzionare le loro app su dispositivi de-googled?

Vero, ma quando si tratta di soluzioni rivolte a un largo pubblico, qui si tratta potenzialmente di tutta la popolazione italiana maggiorenne piu’ i residenti stranieri, non possiamo assumere implicitamente competenze informatiche a livello PhD e anni di esperienza a sviluppare sistemi operativi. Una soluzione che funziona solo in mano a 1% della popolazione non e’ accettabile.

Per questo molte soluzioni mi sembrano totalmente velleitarie. E che se ci sono risorse IT a disposizione avrebbe piu’ senso investirle in interfacce piu’ agevoli per la dichiarazione fiscale, i calcoli dei contributi previdenziali, il fascicolo sanitario e le prenotazioni mediche ecc.

Poche settimane fa e’ stato annunciato che hi ha ottenuto il bonus 110% deve ricalcolare in proprio il nuovo valore catastale della propria abitazione tenendo conto degli interessi composti durante gli ultimi tre decenni piu’ alcuni altri parametri. Suggerendo che ci si puo’ rivolgere al commercialista. Offrire una pagina Web dove inserire i dati richiesti e che in un istante spara fuori il valore rivalutato da inserire nella dichiarazione non e’ proprio concepibile?

Oppure la funzione sara’ disponibile nel wallet, una volta caricata la visura catastale?

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Credo sia in linea con la svolta digitale: software proprietario americano.

Non su Pinephone

È davvero così? Io credo che qualsiasi giudice (anche inesperto di informatica) possa riuscire a infilare un trojan su un sistema Android nuovo. Spero che su Pinephone sia più difficile.

Dipende dal terminale, da come è configurato, se ha l’ultima versione di Android con tutti gli aggiornamenti di sicurezza, se l’utente non ha modificato le impostazioni di sicurezza per accettare tutto da tutti, e se non ha accesso fisico al terminale, non è poi così semplice bisogna trovare il trojan giusto.
Ovviamente se poi all’utente appare il messaggio “Ciao sono un trojan mi dai accesso a tutto il tuo telefono se lo fai ti faccio scaricare gratis le app a pagamento” e l’utente clicca su SI, beh allora è un altro discorso.

Se l’utente “roota” il suo terminale Android solo per installare gratuitamente qualche app a pagamento perché sta seguendo un tutorial trovato chissà dove, magari fatto apposta per fregargli i dati, e così facendo rende il suo terminale totalmente insicuro la colpa è dell’utente non di chi ha fatto il software della CIE

Abbiamo già bloatware, spyware, ecc. di default. Su molte app. probabilmente il trojan non serve nemmeno, passa già abbastanza informazione sulle abitudini di navigazione così nel telefono “di pacca”. Possiamo comunque dire che molte app non “vogliono” funzionare se hai fatto degoogling… ci guadagnano pochi dati e non riescono a volte a strappare statistiche. Qualcuno ha verificato con trackercontrol (o simili) cosa passa da questa applicazione in particolare?

Io penso che ognuno debba fare la sua parte. Lo sviluppatore mette i vincoli che ritiene necessario ed il proprietario del telefono puo’ fare con il telefono quello che ritiene opportuno.
Dovrebbe essere possibile bypassare i vincoli imposti dallo sviluppatore accettando delle clausole che ne limitano la responsabilita’ in caso di perdita/furto di dati. Intendo che l’utente si assume legalmente la responsabilita’.
Mi da’ fastidio quando qualcuno vuole prendere delle decisioni per me.
Cosa che succede, a dire il vero, anche con Google che mi costringe a rootare il mio dispositivo per avere accesso ad alcune funzioni altrimenti irraggiungibili.
D’altra parte sul mio PC personale nessuna app mi chiede di limitare i miei poteri di amministratore della macchina… non capisco perche’ debba essere diverso sul mobile, fermo restando quanto ho detto prima sulla liberta’ dello sviluppatore di inserire vincoli a tutela dei piu’ inesperti.

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Il giudice Palamara non si direbbe uno sprovveduto. Eppure si sapeva quanti foglietti usava quando andava in bagno per via della telecamera sul suo smartphone. Exodus —sembra sia questo il trojan usato dai giudici— lo si trova anche già installato su Google Play Store. Di altri spyware, p. es. Pegasus si sa che possono essere installati senza bisogno di alcuna interazione con l’utente (zero-click exploit).

Non voglio dire che ci sia connivenza, Apple ha fatto causa a NSO. Neanche che Linux sia indenne da buchi, difatti nuovi patch vengono rilasciati frequentemente. Però è evidente che il fenomeno degli smartphone ha provocato una corsa al mercato nella quale gli sviluppatori del sistema operativo non si sono certo preoccupati della qualità del software.

Leggo che molti come me, non hanno “rootato” il proprio dispositivo ma non riescono a configurare il servizio.
Credo che quanto meno debba essere comunicato quale vincolo non è rispettato, in modo che si possa fare una scelta (il check fatto con app Google restituiscono ok a tutto).
Non ho alcuna voglia di ripristinare alle impostazioni di fabbrica, reinstallare tutto, riconfigurare app che utilizzo anche a scopi lavorativi, per poi avere lo stesso problema perché magari c’è un bug loro.
Anche perché il controllo di integrità darà una risposta, se poi hanno deciso di sviluppare con un booleano true o false, aggiornassero l’applicativo per fornire risposte di dettaglio