Inad domicilio digitale

Io più prosaicamente penso che avremo un tasso di risposta al 100% nei tempi normativamente prescritti quando: 1) le informazioni relative ai procedimenti amministrativi saranno messe a disposizione del pubblico in modo completo, adeguato e autosufficiente per risolvere i normali dubbi; 2) l’utenza non farà perdere tempo agli Uffici per scambi di battute interlocutorie sostanzialmente inutili quando può consultare le informazioni e cercare almeno di sforzarsi per comprenderle; 3) il personale pubblico sarà sufficiente e non sotto-organico e potrà dedicarsi seriamente alla gestione delle pratiche (invece che a mille adempimenti di dubbia utilità imposti dal centro)… :roll_eyes:

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Se ricordo bene fu il Ministro Bassanini a cercare di portare in Italia il principio del “plain language”, cioe’ una lingua semplice e comprensibile alla maggior parte della popolazione per descrivere normative, adempimenti e requisiti. Non funziono’.

In compenso possiamo consolarci con scritti come quello di Italo Calvino sull’antilingua:
Il brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L’interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: “Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata”.

Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: «Il sottoscritto, essendosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento dell’impianto termico, dichiara d’essere casualmente incorso nel rinvenimento di un quantitativo di prodotti vinicoli, situati in posizione retrostante al recipiente adibito al contenimento del combustibile, e di aver effettuato l’asportazione di uno dei detti articoli nell’intento di consumarlo durante il pasto pomeridiano, non essendo a conoscenza dell’avvenuta effrazione dell’esercizio soprastante».

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Al netto della molta demagogia che impera in iniziative di c.d. semplificazione, il problema è che, come in tutti gli ambienti specialistici, c’è un linguaggio tecnico (e, in ambito burocratico, anche giuridico) che regola l’ambito e che più di tanto non può essere semplificato, a meno di pericolose confusioni ed equivoci …con l’effetto di peggiorare ulteriormente l’efficienza-efficacia della P.A. e il rapporto tra cittadino e P.A… La soluzione è che il cittadino abbia almeno una minima infarinatura di ciò che va a fare per farlo in modo consapevole (non si tratta di astrofisica o quantistica) oppure si rivolga a quelle persone preparate per assisterlo …in fondo non è che uno si improvvisa architetto e fa progetti edilizi per casa sua se non ne ha la competenza né conoscenza, no? Perché si dovrebbe improvvisare specialista in altro settore? :wink: P.S. il fatto che trovo più triste non è che la modulistica della P.A. sia diventata più difficile (spesso non è così), ma che la gente spesso non legge né capisce neanche istruzioni elementari: è un problema di degrado culturale, di bassa soglia di attenzione o di pura indifferenza :see_no_evil:

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Ho vissuto a lungo in tre paesi UE e in un importante paese Extra UE. L’Italia e’ l’unico dove per una semplice dichiarazione fiscale occorre rivolgersi al patronato o a un commercialista. Farla da soli, a meno che non sia una precompilata per dipendenti a salario fisso, e’ impresta molto rischiosa. Stesso discorso con INPS. Amministrazioni previdenziali in altri paesi fungono anche da consulenti, e certamente possono venire interpellate, mentre in Italia INPS da alcuni anni e’ irraggiungibile dal pubblico e si viene rimandati ai patronati. In un quadro di questo tipo e’ difficile introdurre la PEC, oppure questa funzionera’ quali solo a senso unico, piu’ vessatoria che utile. Per il resto concordo con le osservazioni di @Lazlu. Una volta a scuola (o dovrei scrivere: skuola?) c’era “Educazione civica”, che dalle medie in su avrebbe potuto introdurre elementi di fiscalita’, almeno spiegare cosa sono IRPEF e IVA. E oggi?

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E’ vero che c’è molta demagogia ma è altrettanto vero che abbiamo dei Dirigenti in capo alle varie PA che non hanno per niente la consapevolezza del tempo che fanno perdere ai loro utenti e cioè sono inadeguati ad affrontare il tema della “semplificazione autentica” e della “transizione digitale”. Un esempio su tutti: nella scuola dove insegna mia moglie

  1. il D.S. impone ai docenti di compilare il registro elettronico e il registro cartaceo facendo duplicare il lavoro. Il Dirigente non sa che le norme in vigore prevedono solo il registro elettronico
  2. il Registro Elettronico prevede la possibilità di presentare le richieste di permesso, ferie, comunicazione malattia, etc con un sistema dematerializzato via web che fa leva sulla firma elettronica. La sua scuola ha invitato i docenti a non usare quella modalità online perchè non è presidiata dalla segreteria e quindi vuole tutto il flusso in modalità cartacea.

Ma anche in realtà dove si fa un uso più “convinto” dello strumento digitale c’è ancora tantissimo da fare. Ad esempio penso alla mia scuola dove il Registro Elettronico permette di gestire online anche le varie richieste di autorizzazione che i genitori devono firmare volta per volta (ad esempio uscite didattiche). Nonostante l’esistenza della specifica funzionalità nel Portale che ospita il Registro Elettronico , il DS chiede a ciascun genitore di stamparsi il modulo (attenzione perchè molte famiglie non hanno la stampante!!), di firmarlo, di farlo consegnare al docente coordinatore che quindi deve perdere un sacco di tempo a raccogliere questi pezzi di carta, a sollecitare quelli che se ne dimenticano e pure a conservarli visto che in segreteria non sono attrezzati per la conservazione degli stessi.

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Una soluzione semplice, pratica, e applicata estremamente di rado sono i formati pdf a campi variabili. Purtroppo le procedure richiedono quasi sempre stampa, compilazione a mano, scannerizzazione e invio. Tra l’altro risultando in un formato pesante e non leggibile automaticamente. Con il pdf a campi variabili la compilazione e’ molto piu’ semplice e rapida, non serve la stampante, i campi sono leggibili all’arrivo. Tutte ottime cose che funzionano benissimo con tecnologie esistenti. Viene utilizzato? Praticamente mai.
Poco tempo fa ho firmato un documento - si noti, per servizi IT - con quattro campi di firma: documento vero e proprio, clausole particolari, privacy e diritto di recesso. Pensato per essere firmato a mano. Ho chiesto se sarebbe bastata una firma digitale sull’intero pdf, che quindi diventa immodificabile e accettato in blocco. No, hanno voluto quattro firme elettroniche, una sovrapposta all’altra.
Quando parliamo di digitalizzazione, a quale secolo ci riferiamo? Il 22mo? Il 30mo o quale?

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nel caso che ho descritto non è ammessa la consegna online, ma solo “cartacea” e quindi la stampante le famiglie la devono avere per forza altrimenti devono andare a stamparla in copisteria

@Paolo_Del_Romano aspettiamo di vederli ricevere un premio nazionale o UE come scuola all’avanguardia o qualcosa di simile

Le rare email che inviano e ricevono contengono tutte in fondo la dicitura “pensa all’ambiente, non stampare questa email?” :wink:

no la PEC è personale

Ho ricevuto lettere cartacee dal SSN (mia regione), nonostante abbia eletto il domicilio digitale.

Mi erano indirizzate in quanto padre dei miei figli (alla attenzione dei genitori di figlio1 ecc).

È corretto riceverle cartacee in questo caso?
è possibile convogliare anche queste sul domicilio digitale?

grazie

se nonostante abbia eletto domicilio digitale INAD ricevo una notifica tramite raccomandata, quale è la procedura per ottenere il rimborso delle spese eccedenti il dovuto, come definito dal decreto 14/04/2023 ?

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Ricordo che le notifiche via PEC ai domicili digitali IPA, INIPEC o INAD, a norma dell’art. 6 comma 1-quater CAD fanno salve le diverse disposizioni che autorizzano la notificazione con metodologie diverse (ad es. le norme tributarie), che non sono abrogate, e quindi il costo è quello corrispondente alla notifica effettivamente effettuata. Premesso questo, io suggerirei di prendere contatto con l’Ufficio mittente per informazioni.

Ho chiamato ora il servizio clienti per chiedere la stessa cosa…mi riferiscono che l’obbligo per la PA di notificare digitalmente a chi ha eletto questo tipo di domicilio, inizia il primo Gennaio 2024.
Es. se prendi una multa a Novembre 2023, la PA può inviare raccomandata postale…se prendi una multa dal 1.01.2024 la PA ti invia al domicilio digitale…

Cerchiamo di crederci và! che troveranno un modo per comunicare tra le varie piattaforme!!! Trattandosi di Pubblica Amministrazione e considerando i livelli di sottosviluppo quello che c’è da chiedersi è: “quando arriverà il postino nel 2024 a notificarmi qualcosa che dovrebbe arrivare in Pec, posso rifiutarmi di ritirare la raccomandata senza passare dalla parte del torto?”

Ecco, questa è la vera domanda :rofl:

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Come scrivevo sopra la legge fa salve le particolari disposizioni che regolano diverse notificazioni settoriali, quindi no, non si può rifiutare una raccomandata (o meglio: si può, ma è comunque perfezionata per il destinatario che per sua scelta non ne viene a conoscenza). Il problema sarebbe risolto se il legislatore credesse veramente nella digitalizzazione dei processi e attribuisse e imponesse un domicilio digitale a tutti e sempre valido (vedo solo vantaggi sia per gli Enti che per i cittadini: meno costi, meno perdite di tempo, meno incertezze procedurali, meno contenzioso pretestuoso…), ma ad oggi così, a tutta evidenza, non è…

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non è un diritto, ma… Avendo attivato il domicilio digitale, egli ha immediatamente chiesto che gli venissero decurtati i 14 euro […] gli è stato trasmesso un nuovo bollettino Pagopa con cui la maggiorazione è stata ridotta a 1,20 euro

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Per la notifica dei verbali di infrazione stradale la normativa (DM 18/12/2017 in attuazione di una norma del D.L. 69/2013) invece impone la notifica via PEC a chi ha un domicilio digitale iscritto in pubblici registri o a chi ha comunicato un domicilio digitale in caso di contestazione immediata della violazione. Solo in caso di assenza dello stesso o di impossibilità di perfezionare la notifica per colpa del destinatario o per altre cause si può optare per la notifica tradizionale (con i costi connessi).