IO - Domanda dai cittadini su Messaggi ai Figli e/o a Genitori Anziani

Ciao.

Abbiamo fatto una serata ai cittadini per la presentazione di IO a Ripalta Cremasca.
E’ uscita una domanda interessante: sarà possibile ricevere i messaggi su IO di persone diverse dal codice fiscale principale ma da lui dipendenti?

es. figli minorenni oppure genitori anziani?

Penso sarà una domanda che uscirà ancora quindi la posto qui in modo che la risposta possa essere utile a tutti.

Andrea

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Ciao.

Qualcuno mi risponde per favore? @matteo.desanti

Grazie.

Andrea

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Ho ricevuto risposta su altro canale, al momento non è disponibile ma e’ in lista delle cose su cui lavorare.

Andrea

mi sembra un’ottima cosa: quello della delega è un problema ENORME, e permetterla su più servizi possibile farebbe fare un salto nell’utilizzo dei servizi digitali da parte dei cittadini.

Io penso che le “deleghe” vadano gestite a livello di singolo “servizio”, non di collettore di messaggi (in questo caso IO).
Le comunicazioni (e tutti gli atti in genere) indirizzate a un soggetto non pienamente capace (minore, anziano) dovrebbero nascere già indirizzate al tutore.
A meno di un grande lavoro di censimento dei “servizi”, dei casi di “incapacità” e delle categore di tutori poi intrecciati fra loro con considerazioni su risvolti giuridici, di tempo, di privacy ecc., ci vedo proprio un impedimento teorico.
Certo sarebbe comodo che se ne occupasse il sistema centrale, ma lo trovo pragmaticamente insostenibile, anche perché richiederebbe il continuo aggiornamento di informazioni e dati da parte di più soggetti, molti soggetti.
E non necessarimente comodo equivale a corretto: in questo modo ci sarebbe anche un rischio di perdita di consapevolezza da parte di chi eroga il “servizio”.
Stesso discorso per quando è il cittadino a bussare alla porta dell’amministrazione, non si può pensare a un sistema di deleghe controllato dal sistema di identità digitale (in senso lato), ma va pensato a livello di servizio.

In tutti i casi (recapito di comunicazioni o presentazioni di istanze, “delega” a livello di servizio o a livello superiore), sarebbe fondamentale concordare un vocabolario condiviso, che dia un nome preciso e regole per indicare la persona nel cui interesse si sta agendo, la persona che agisce per suo conto, il titolo a cui lo fa ecc. Al momento regna una gran confusione: basterebbe fare una ricerca sulla variabiità di significati che sia le persone sia i software attibuiscono a parole come “beneficiario”…

Ricordiamoci, l’interoperabilità è in primo luogo un fatto di linguaggio.

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