Faccio riferimento a vari post degli ultimi giorni su questa sezione per lasciare alcune considerazioni dal punto di vista dell’ente creditore “piccolo”. Prego di cogliere sotto la fatica e l’amarezza anche l’intento costruttivo.
Ecco alcuni post a cui faccio riferimento:
Io ci terrei a essere ligio alle regole, convinto che se tutti lo fossero ci sarebbero meno particolarismi e tutto sarebbe piu’ liscio, si offrirebbero servizi migliori ai cittadini e si lavorerebbe meglio in ufficio.
Parto dalla specifica questione del conto corrente postale.
Il mio Comune ha dei conti correnti postali riservati a specifici pagamenti, come le multe per contravvenzioni al codice della strada (non escluderei che qualche norma di legge imponga di averne uno dedicato esclusivamente a ciascun servizio).
L’emissione di avvisi per le multe e’ in fase di realizzazione (non lo nascondo, siamo fuori regola un po’ come tutti, ma ahime’ sembra che ogni comune debba costruire tutto da zero).
I pagamenti attivi tramite emissione di avviso li abbiamo indirizzati sul conto di tesoreria, anche convinti che successivamente con tutti i pagamenti su pagoPA il conto di tesoreria sarebbe stato piu’ che sufficiente e i conti satellite dedicati, inclusi quelli postali, sarebbero andati a morire (esclusi quelli che - mi si dice - sono obbligatori per legge, tipo quelli aperti in caso di presenza di un incaricato o concessionario della riscossione di qualche tributo).
Scopro poi che un grande PSP come PosteItaliane fa pagare solo avvisi su conto postale (non ci vedo ragioni tecniche, ma tant’e’), quindi il conto di tesoreria non basta.
Con tutto l’affetto del mondo, io mi adeguo volentieri alle indicazioni, ma talvolta davvero mi sembrano difficili da comprendere o impossibili da applicare.
E, sempre con tutto l’affetto e lo spirito collaborativo del mondo, sembra che alla fine, fra tutti gli attori coinvolti, gli obblighi siano cogenti solo per le amministrazioni. Gli altri soggetti (PSP e PT), di fatto, scelgono se e a cosa conformarsi.
Che Posteitaliane accetti solo gli avvisi che vuole, l’ho gia’ detto, mi sembra poco conforme (mi viene da pensare che sia piu’ vantaggioso economicamente per loro riversare su conti propri). Per non parlare del fatto che aggiungere la striscia del bollettino sull’avviso prevede una trafila con Poste per “la stampa in proprio”, della quale sulla documentazione pagoPA mi pare non ci sia traccia (e poi si dice che pagoPA solleva gli EC dai rapporti coi PSP). Dopo di che, da quel che mi hanno raccontato, PosteItaliane periodicamente a richiesta sposta quanto incassato dal conto corrente postale al conto di tesoreria.
Proseguendo, qualche giorno fa ho scoperto che nonostante la piattaforma pagoPA preveda l’avvisatura digitale push e pull che, di fatto, consentirebbe per esempio a chi ha un conto in banca di vedere nell’home banking una sezione con tutti i pagamenti da fare vero la PA, i PSP non implementano questa opzione. Quindi, se vuole offrire un servizio un minimo usabile, ogni EC si deve costruire un portale dei pagamenti. Che lo faccia l’INPS, l’ACI, il MIUR per le sue 9000 scuole ci sta. Che ciascuno degli 8000 comuni italiani debba farlo in proprio inizia a essere un po’ meno funzionale.
Anche lo storico dei pagamenti fatti, che e’ informazione nota al nodo dei pagamenti, se si vuole mettere a disposizione è a carico dell’ente creditore.
C’è poi la questione carrello. Per le SANP è onere dell’EC creditore crearlo e farlo avere al PSP. Bene, questo e’ chiaro. E’ una scelta come altre; visto che è un’aggregazione di posizioni debitorie esistenti potrebbe farlo anche il PSP ma è stato scelto cosi’, lo fa l’EC. Ci adeguiamo.
Tuttavia, il Comune “medio” non è che poi abbia grandi competenze di sviluppo software. Fra l’altro ci hanno detto di cloud, di Saas, PaaS, IaaS evv., tutte cose che lo sviluppo sembrano spingerlo fuori dalle amministrazioni non grandi. Quindi il comune medio i software li compra fuori. Li compra fra quelli che ci sono, nemmeno li commissiona. Ma diciamolo, mica sempre ci si azzecca! Si possono anche fare selezioni ponderate e capitolati precisi, ma qualcosa sfugge. Ci sono poi novità normative successive a cui adeguarsi e ai quali il software puo’ non essere preparato.
Se il carrello fosse sfuggito? Nelle SANP c’è, ma non è certo obbligatorio che il PT o chi fornisce il software dei pagamenti lo preveda. Neppure è obbligatorio che il PT metta a disposizione gli XML scambiati col nodo, se trasferisce al sistema informativo comunale le informazioni di massima in un formato suo proprietario non viola nessuna legge o specifica tecnica. Sarebbe parecchio piu’ facile per il comune, che deve fare da sé, sapere che se compra una soluzione pagoPA certe funzioni le ha di default. Invece non è cosi’.
Nel frattempo i comuni che stanno cercando di virare su pagoPA, anzi, non voglio generalizzare, parlo di quello che capita qui: nel frattempo noi riceviamo le lamentele sulle commissioni, sul fatto che alle poste non si puo’ pagare, chi ha tre figli paga sei euro di commissioni al mese, che non si puo’ pagare con carta di credito, che una volta al mese non è possibile pagare gli avvisi da nessuna parte…
Sul portale dei pagamenti lo ammetto, noi ci stiamo provando, ma evidentemente le scelte precedentemente individuate rendono difficile farlo funzionare. Per adesso siamo bloccati all’avviso analogico. Non parliamo poi del fatto che il portale dei pagamenti avra’ accesso solo tramite SPID…
Ci sarebbe poi la questione del POS, che se pago i diritti di segreteria di un certificato in monetine lo faccio fuori da pagoPA se lo faccio via POS dovrei in teoria transitare da pagoPA (anche bypassando la scelta del PSP se mi faccio carico io EC delle commissioni), quando poi mediamente in un comune il POS è attaccato a una presa del telefono ed e’ del tutto indipendente dal sistema informativo…
In definitiva, sintetizzando quanto scritto sopra, a me piacerebbe avere e mi sentirei di chiedere:
- delle indicazioni passo-passo chiare, che non lascino spazio a interpretazioni;
- delle indicazioni cogenti anche per PT e PSP (e software house).
Non dico che ai comuni andrebbe dato un pacchetto software completo “plug ‘n’ play”, ma almeno strumenti efficaci per selezionare prodotti e soluzioni in modo uniforme e avere forza verso i fornitori.