[LG design dei servizi web] 2. Introduzione

Le presenti linee guida hanno lo scopo di definire e orientare la progettazione e la realizzazione dei servizi digitali erogati dalle amministrazioni, secondo quanto definito dagli articoli 7, 53 e 54 del D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 e s.m.i. recante il Codice dell’Amministrazione Digitale.

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‘persone disabili’. Un linguaggio inclusivo presupporrebbe l’uso di ‘persone con disabilità’

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“Il documento contiene un elenco di regole tecniche, per la cui implementazione di dettaglio potranno essere di supporto gli strumenti forniti sul sito https://designers.italia.it
va modificato in
“Il documento contiene un elenco di regole tecniche da attuare utilizzando obbligatoriamente gli strumenti (design system) e la documentazione tecnica contenuta all’interno del sito https://designers.italia.it

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Quoto @lorenzo_fabbri , anche perche’ la parte di “guida” delle linee guida si riduce di fatto al solo capitolo 5 che di per sé non è molto didascalico nelle sue indicazioni (osservazioni in merito nel thread dedicato al capitolo 5)

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Concordo pienamente con @lorenzo_fabbri e @frantheman; gli obiettivi del percorso di trasformazione digitale che le singole PA dovrebbero affrontare verranno puntualmente disattesi in mancanza di strumenti pratici ed obbligatori definiti a livello nazionale; è un problema di sostenibilità a medio-lungo termine.

Se l’obiettivo di queste linee guida è quello di orientare la progettazione e la realizzazione dei servizi digitali della PA italiana, è indispensabile fornire non solo alcune indicazioni di massima per non commettere grossi errori, ma anche degli strumenti concreti, completi, puntuali ed approfonditi, in cui ci siano già applicazioni molto pratiche delle direttive nazionali ed europee in materia di servizi che tutte le PA dovranno rispettare.

Abbiamo già uno strumento molto valido a disposizione, il design system messo a punto da Designers Italia, che decine (forse centinaia) di amministrazioni hanno iniziato ad adottare; inevitabilmente andrà fatto evolvere, ma costituisce già un’ottima base di partenza, che aiuta PA e relativi fornitori a convergere verso strumenti digitali moderni adottando un modello comune, proponendo una visione completa che tiene conto di molti dei requisiti del Piano Triennale per l’informatica e delle principali direttive europee sul tema dei servizi (come gli standard e l’architettura dell’informazione, per citarne alcuni).

Su questi fattori, dipendere dalla discrezionalità e dalla libera interpretazione dei singoli renderebbe inefficaci le stesse linee guida, proprio perché focalizzate sui servizi.

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Assolutamente d’accordo con @lorenzo_fabbri @frantheman @Gabriele: gli strumenti (design system) e la documentazione tecnica contenuta all’interno del sito https://designers.italia.it devono essere obbligatori per non rendere vano tutto lo sforzo fatto in questi anni sul modello di sito web per la PA. Ovviamente la parte dei servizi è ancora da perfezionare e da sviluppare ma designers.italia.it deve essere il punto obbligato da cui partire.

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L’impressione è che al momento non ci siano attività evolutive sul deisgn system il chè mi sembrerebbe assai grave. Un design system deve essere gestito per funzionare, il ché implica supportare chi lo usa, gestire issues, far evolvere il sistema per coprire ciò che manca sulla base dei bisogni che emergono lavorando ogni giorno

  • manutenzione ed eveoluzione dello UI kit
  • manutenzione ed eveoluzione di Bootstrap Italia
  • ontologie della PA
  • modellazione dei flussi dei servizi pubblici
    Al momento non vedo roadmap evolutiva su Designers Italia
    https://designers.italia.it/attivita/
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@lorenzo_fabbri Non posso che essere d’accordo anche su questo ovviamente. È necessario continuare a lavorare su tutti i punti che hai indicato fornendo aggiornamenti continui sui vari fronti. Fondamentale anche raccogliere feedback su chi ha applicato il modello e fornire soluzioni adeguate alle varie criticità che man mano si presentano.

Susate, ormai il degenero che ha condotto fuori dalla segnalazione di osservazioni puntuali su passaggi del testo in consultazione è consumato, quindi… diciamocelo: queste linee guida offrono ben poco per guidare progettazione e realizzazione di siti web e servizi online. sarebbe tutto concentrato nel capitolo 5 che, in sintesi è la riproposizione (ridondante) di obblighi tassativi previsti altrove (es.: dichiarazione di accessibilità) e qualche “dovrebbe”.
La compliance con modelli pubblicati su designers.italia è caldeggiata ma non obbligatoria, da quello che dite voi che siete più addentro pare di capire che l’impeto iniziale di designers.italia si stia affievolendo e molti prodotti sono ormai obsoleti o lo saranno presto (del resto progetti cosi’ ambiziosi si arenano spesso, specie se non c’e’ un ritorno economico diretto per chi li segue o un danno diretto per chi non li segue).

Allora, a questo punto, non e’ meglio tenersi le precedenti linee guida, che almeno dicevano dove indicare l’indirizzo PEC?

Questo @antoniopascalis come sai lo dico da cofondatore e poi sostenitore del progetto
Vorrei un Designers Italia più potente, con più legittimazione, maggiore sostegno e più risorse per operare. Gestire il design di un ecosistema di 27.000 amministrazioni e centinaia di servizi pubblici e creare standard è incredibilmente complesso e importante.

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IMHO basterebbe rendere obbligatorio l’utilizzo di kit e documentazione (le attuali linee guida) di Designers Italia. Il design system e gli strumenti sono molto ricchi e dettagliati e in più sono soggetti a versionamento. Di conseguenza le regole tecniche potrebbero dare indicazioni di utilizzare obbligatoriamente Designers Italia, rendendo obbligatorio (si deve) l’uso dell’ultima versione delle linee guida e dei kit pubblicati alla data di creazione del bando di gara e suggerendo che il fornitore utilizzi la versione più aggiornata alla data di partenza del progetto (si dovrebbe). Questo processo darebbe legittimazione al design system e creerebbe le condizioni per continuare ad arricchirlo con le parti ancora mancanti e a farlo evolvere nel tempo come è necessario per qualsiasi progetto tecnologico.

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Concordo con quello scritto da @lorenzo_fabbri e @frantheman, anche noi stiamo facendo uno sforzo da non poco per supportare le PA nel percorso di trasformazione digitale che le PA almeno a parole (con costi implicati) provano ad affrontare anche grazie a strumenti definiti a livello nazionale. Tali strumenti, per il solo fatto di essere definiti, danno la leva per agire in un orizzonte a medio-lungo termine (indispensabile per arrivare a qualche risultato stabile). In particolare noi stiamo cercando anche di elaborare un modello di Design Italia per le Regioni/Province… lasciarci a metà del guado non sarebbe piacevole…

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Io avrei delle perplessità sull’obbligatorietà e sono (per forma mentale) sempre più propenso alla condivisione degli obbiettivi per raggiungere una consapevolezza comune della validità del progetto. Rendere obbligatorio uno strumento lo mette allo stesso livello di tanti altri che non capiti non raggiungono lo scopo. Inoltre non può essere selettivo nei confronti delle dimensioni degli Enti. Con l’obbligatorietà non si riesce a cogliere le peculiarità dei piccoli enti che fanno il triplo della fatica rispetto a un ente più dimensionato e strutturato a rispettare le normative.
Si dimentica spesso che il setup di un prodotto/servizio digitale è uguale per tutti indipendentemente da quanto dovrà scalare in utenza.
Quindi, in linea generale, il vantaggio di avere un modello preconfigurato aiuta il piccolo che se lo trova già pronto, ma solo se combacia esattamente; in caso contrario doverlo usare obbligatoriamente sarebbe sicuramente controproducente

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Dobbiamo puntare a una standardizzazione dei modelli e come dice Gabriele alla creazione/uso/riuso di kit di veloce implementazione per la messa a terra veloce e industrializzazione delle soluzioni. Come cittadino non voglio diventare esperto di pa, voglio solo accedere ai servizi.

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Dando un’occhiata più approfondita a queste linee guida mi viene un ulteriore dubbio:
Leggo che queste annullano le precedenti ma vedo che queste sono in consultazione fino al 14/06 e sono effettivamente molto più povere delle precedenti riportando solo una serie di SI DEVE, SI DEVONO, SI DOVREBBERO ma senza entrare nello specifico di alcun tema. Avendo letto le precedenti ed avendole usate credo efficacemente per il nuovo sito dell’Ente le ho ritenute molto interessanti ed effettivamente davano una serie di indicazioni sulla progettazione e sulle azioni da mettere in atto.
Queste attuali che siamo a discutere “guidano” veramente poco le interpreto come un riassunto di qualcosa da fare con citazioni di altre norme ma non si dice “come fare”.
Ho capito male? Così mi sembrano veramente poco utili…
Grazie

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Mi aggiungo dicendo che sarei contento se si desse più peso a quanto prodotto in https://designers.italia.it/ e che questo fosse vincolante. Allo stesso modo vedo designers un lavoro incompleto e carente sopratutto nella standardizzazione dei contenuti e vocabolari.
Purtroppo sono definiti e standardizzati solo i contenuti di scuole e comuni e sarebbe interessante iniziare e produrre delle strutture dati valide per tutti i settori dalle asl ai centri di ricerca.
penso alle strutture dati di news, eventi, documenti, luoghi, concorsi, bandi di gara , uffici/strutture aziendali, personale etc.

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Trovo corretto “Le presenti linee guida hanno lo scopo di definire e orientare la progettazione e la realizzazione dei servizi digitali…”. Il titolo dunque dovrebbe essere “Linee Guida per il design dei servizi digitali” e non “web”