Si raccomanda maggiore attenzione al rispetto dei diritti digitali, sia delle amministrazioni sia degli utenti. In particolare, i social media presi in esame dalle Linee Guida sono caratterizzati da software proprietario, centralizzazione e scarso riguardo per la privacy.
Nei confronti delle amministrazioni (erogatrici della comunicazione), tali criticità risultano in palesi limitazioni della flessibilità espressiva: i paradigmi di interazione predefiniti da ciascuna piattaforma, non soggetti al controllo diretto delle amministrazioni, al contrario di siti web ad hoc, possono non adattarsi al meglio alle scelte comunicative delle amministrazioni medesime.
Per ciò che riguarda gli utenti esterni (destinatari della comunicazione), invece, tra i principi messi maggiormente a rischio figura senza dubbio la riservatezza: gran parte delle piattaforme suddette dipendono dalla raccolta di dati a fini commerciali, e le interfacce offerte da molte di esse presentano usabilità significativamente ridotta dal punto di vista di utenti non registrati.
Se appare giustificabile il ricorso a determinate piattaforme proprietarie da parte di singole amministrazioni, e la conseguente presenza di indicazioni in merito all’interno delle Linee Guida, non è da ritenersi legittimo alcun obbligo generale (qualora esistente) nei confronti delle amministrazioni all’uso di siffatte piattaforme. Anche nel caso in cui un’amministrazione scelga di avvalersi di social media di terze parti ai fini dell’espletamento delle proprie attività informative e/o promozionali, appare manifestamente inaccettabile considerare i suddetti quali mezzi preferenziali di comunicazione con l’amministrazione, ovvero subordinare la piena cittadinanza digitale degli utenti alla partecipazione in attività amministrate da terzi. Pertanto, si raccomanda che sia previsto di diritto il completo accesso a tutte le comunicazioni emesse dalle amministrazioni in modalità non condizionate all’uso di software proprietario o servizi terzi.
Il consistente coinvolgimento di intermediari (nella fattispecie i social media) conferisce ad essi enormi poteri sulla comunicazione, tra cui quelli di interromperla, alterarla o influenzarne arbitrariamente la diffusione; nell’insieme, la centralizzazione di dati, programmi, attività e comunicazioni costituisce una grave minaccia alle virtù fondamentali della rete Internet.
Ai fini del compiuto e consapevole impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte della cittadinanza, si ritiene dovere di ogni amministrazione pubblica non sostenere, né espressamente né implicitamente: software proprietario; servizi come surrogati del software (SaaSS); uso di dati per fini (ad esempio commerciali) diversi dalla diretta fornitura di servizi agli utenti.
Si ritiene, al contrario, che il potenziamento di siti web istituzionali e di eventuali siti tematici possa risultare in una maggiore efficienza nella comunicazione, risparmiando alle rispettive amministrazioni titolari la creazione e/o l’adattamento di materiali specifici per ciascun social medium. Si esorta, inoltre, a prevedere indicazioni circa l’uso di social media liberi e decentrati.
Si consiglia infine l’adozione di licenze libere, quali ad esempio quelle curate da Creative Commons, atte a consentire non solo una più ampia diffusione del materiale informativo e promozionale ma anche il suo adattamento e utilizzo in nuove opere, al fine di incoraggiare il superamento delle potenzialità comunicative intrinseche di ciascuna amministrazione.