Licenza sbagliata su sito del Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità

Buonasera,
due delle fonti più importanti di documenti sulla COVID-19 sono basate su licenze che formalmente e sostanzialmente ne bloccano quasi qualsiasi uso:

In questi siti ci sono decine di documenti di grandissimo interesse, tra cui voglio sottolineare per il loro grandissimo valore:

  • i “Report settimanali di Monitoraggio della Fase 2”, pubblicati dal Ministero della Salute (qui uno di esempio, non è in HTTPS quindi può dare problemi di download).
  • i “Bollettini di Sorveglianza Integrata”, pubblicati da ISS (questo un esempio).

Con l’associazione onData, nel contesto della campagna #datiBeneComune abbiamo inviato una PEC il 17 dicembre per chiedere di scegliere una licenza generale adeguata alle norme italiane ed europee. Ancora nessuna risposta

Questo messaggio per chiedere ad AgID e al Dipartimento per la Trasformazione Digitale di fare anche loro una comunicazione a Ministero della Salute e ISS, per suggerire una modifica molto semplice e con un impatto molto alto. E visto quello che stiamo vivendo, andrebbe fatta quanto prima.

Grazie

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Ciao @Riccardo_Iaconelli ti taggo perché proprio con te abbiamo parlato tempo fa della questione della segnalazione delle licenze.

Quello che vorrei capire se queste segnalazioni sono gestite. Visto che questa è una cosa evidentemente interessante e non in linea con pratiche, linee guida e normative vigenti, mi aspetto una di quest possibilità:

  • “sono gestite, ma ci è sfuggita”
  • “sono gestite, abbiamo iniziato un dialogo con gli enti coinvolti, ma ad oggi nulla”
  • “non sono gestite, sta a te occupartene”
  • “sono gestite, ma non è questa la modalità, scrivici a questo indirizzo”

Grazie

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Ciao @aborruso,

in realtà la questione è molto più semplice: non siamo un organo di controllo e non abbiamo titolarità sul dato, né accesso al sorgente di quelle pagine o a chi le gestisce, per cui, oltre a dare spazio alle richieste della community e a mostrare il valore per le PA del dato open, abbiamo abbastanza le mani legate.

Al più possiamo inoltrare informalmente la segnalazione, o rispondere con parere positivo se interpellati (cosa su cui cerchiamo di essere estremamente responsivi), ma non abbiamo altri strumenti a disposizione, nemmeno la possibilità di effettuare un sollecito.

Alle volte ha funzionato, in particolare quando abbiamo già avuto dei rapporti anche personali con i soggetti coinvolti, ma come immaginerai questo approccio non è né scalabile né in generale corretto.

Per quanto frustrante purtroppo è tutto ciò che posso dirti. Come privato cittadino credo che le battaglie per gli open data che state portando avanti siano importanti per la nostra società, oltre che in linea con lo spirito del CAD, e avete il mio pieno supporto.

Spero di esserti stato utile

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Ciao @Riccardo_Iaconelli,
tempo fa vi avevo chiesto se avesse senso segnalarvi qui queste cose e avevo avuto un benestare di massima.
Solo per questo ho ritenuto sensato taggarti.

Ok, non ne farò più qui.

Apprezzo molto le tue considerazioni personali, grazie.

Buona giornata

Ciao @aborruso,

credo ancora che ci sia del valore nel raccogliere le segnalazioni, perlomeno dà un punto di partenza su cui cominciare a lavorare. Se pensi che valga la pena continuare a postarle, il Forum è uno spazio aperto ed qui (anche) per questo!

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Ciao Riccardo,
mi accodo a quanto ha detto Andrea, collegandomi anche al thread dove si raccoglievano le segnalazioni di questo tipo.

Ti ringrazio anch’io per il feedback che hai dato, ma volevo capire come trovare una quadra che abbia un reale impatto su questi temi. Mi spiego meglio: un cittadino che trova questi evidenti errori di licenza (e che è consapevole dell’errore), cosa può fare?

  1. se scrive direttamente alla singola PA rischia di far cadere la propria richiesta nel vuoto, di essere percepito come non importante, un rompiscatole, etc… Con il rischio di ricevere risposte palesemente contrarie anche alle norme, tra l’altro. Senza alcun impatto e con un senso di frustrazione che aumenta. Come singolo, anche se può citare norme, linee guida, etc…, probabilmente non verrebbe proprio ascoltato;
  2. se scrive qui, in questo luogo pubblico, rende evidente il problema per tutti quelli che passano da queste parti, comprese tutte le persone che sono dipendenti pubblici. Può aiutare a rendere evidente l’errore (spesso involontario). Potrebbe essere uno stimolo per generare comportamenti virtuosi all’interno dell’intelligenza collettiva della macchina pubblica.

Possiamo pensare ad un modo per privilegiare questo luogo, come accaduto in passato in alcune occasioni? Hai ragione a dire che non avete leve, ma non significa che non si possano immaginare. Se fino ad oggi è stato un processo informale, si potrebbe pensare a qualcosa di strutturato?

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Ciao @dagoneye,

il motivo per cui il processo non è stato strutturato ed è rimasto informale non è perché non si possa immaginare, come giustamente sottolinei, ma è semplicemente che purtroppo non abbiamo questo mandato o queste competenze, per cui non possiamo arrogarci questo ruolo.

Ci sono organismi di controllo (Corte dei Conti, Garante, Difensore civico, … e anche nei casi più estremi la magistratura) che sono deputati alle funzioni di cui parli, e ovviamente, seppur con dei limiti, anche la politica ha un forte impatto.

Detto questo, non sottovalutare la forza dei sistemi informali, come il tuo punto 2: aiutare i comportamenti virtuosi delle PA a emergere, e riconoscerli in luogo pubblico, è uno dei migliori incentivi che si possano dare per diffondere le buone pratiche. Se mi passi la metafora, per cominciare una trasformazione la “carota” funziona meglio del “bastone”.

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Ciao Riccardo ci tengo fortissimamente a sottolineare un punto: né io, né @dagoneye mai e poi mai stiamo suggerendo l’uso del bastone.

Questo è il forum di AGID + Dipartimento per la Trasformazione Digitale, che sono tra quelli che scrivono linee guide e paragrafi e capitoli di norme a tema.
Noi, come associazione, ad oggi su questo tema delle licenze:

  • abbiamo scritto qui;
  • abbiamo inviato due PEC il 17 dicembre;
  • abbiamo scritto al difensore civico per il digitale;
  • abbiamo scritto a forum OGP;
  • fatto molta “movimentazione” online.

Tra il bastone di cui parli (lo so come metafora) e il silenzio a questi punti da parte dei nostri interlocutori, io immagino che ci possa essere altro.
Perché non devo pensare ad esempio che stia nella cose, data l’importanza, dato il momento che qualcuno tra AGID + Dipartimento per la Trasformazione Digitale scriva un’email non per alzare un cartellino rosso (non hanno questo ruolo), ma per unirsi alle note sulla licenza che già ISS e Ministero della Salute hanno ricevuto?

Grazie sempre

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Ciao @aborruso ,

con “bastone” non mi riferivo necessariamente a una sanzione, ma anche solo a una segnalazione, anche interna ma formale (ad es. una lettera del capo dipartimento), che alcune regole non vengono rispettate.

Purtroppo siamo in grado di fare alcune regole, secondo i poteri a noi concessi dalla legge, ma non siamo in grado di alzare proprio cartellini, siano essi rossi, gialli o bianchi!

Chi può alzare cartellini sono la politica (in parte) e gli organi di controllo, deputati a vigilare sull’osservanza delle norme. Mi dispiace che non ti abbiano ancora risposto, ma non saprei cosa altro suggerirti ora come ora se non di lavorare con loro e ciò che ti ho gia suggerito: non abbiamo (giustamente) il potere di agire al posto loro.

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Grazie ancora @Riccardo_Iaconelli

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Grazie a te!

Gli Open Data sono una risorsa per il paese, ed ottenere la partecipazione di tutti è una sfida che riusciremo a vincere solo lavorando su tanti fronti contemporaneamente.

Ciao @Riccardo_Iaconelli ,
condivido una riflessione a valle di questo thread.

Faccio un minimo di contesto. Esistono discussioni pubblicamente accessibili (e indicizzate dai motori di ricerca) che pongono l’attenzione sulla gestione degli Open Data da parte della PA ben prima di questo forum. Cito almeno due esempi: la mailing-list di Spaghetti Open Data e quella di Opendata Sicilia, per dire due luoghi storici di riferimento. I vantaggi dei sistemi informali (pubblicamente visibili e accessibili) in cui si sono sviluppate quelle discussioni li conosco bene: rappresentano la storia dell’evoluzione del movimento Open Data italiano. Ora le cose sono cambiate e certe discussioni si fanno in altri posti. Questo forum - forum.italia.it - rispetto a quei luoghi ha una differenza sostanziale. È presidiato da un Dipartimento (e prima ancora dal Team per la Trasformazione Digitale) e questo presidio genera delle conseguenze: le discussioni che si fanno qui aumentano di legittimità e di rilevanza. Sono conversazioni che non sono più all’interno di silos separati tra loro, ma avvengono in una piazza dove si cerca in maniera esplicita la relazione tra le parti, innovando nella modalità di confronto costruttivo tra tutti quelli che ci scrivono. Una piazza voluta, probabilmente, come elemento per porre le basi di una nuova modalità di relazione tra cittadinanza e pubblica amministrazione. Questa piazza nasce dalle consuetudini e dalle pratiche del mondo legato all’openness. Almeno, questo è sempre stato il mio punto di vista, e credo pure quello di @aborruso e di tanti altri.

Sappiamo (e lo si dice da tempo in molti modi diversi) che serve fare cultura per risolvere le questioni aperte che ruotano attorno al mondo Open Data italiano. Gli strumenti non vengono capiti e non vengono usati senza la cultura e la consapevolezza necessari (penso alla PDND, l’ex DAF). Le norme sono strumenti (a volte pure qualcosa di più, se pensiamo al ‘code is law’ e al suo simmetrico ‘law is code’). Quello che fa da collante e da fattore abilitante è una cultura condivisa. E la cultura è un tema che tocca tutti, nessuno escluso. Ognuno nel proprio piccolo può fare qualcosa, ma si deve far carico del suo ruolo pro-attivo. Noi pazzi appassionati di openness ci siamo, ognuno con quello che riesce a fare e con il tempo che riesce a dedicare. Mi aspetterei lo stesso anche dal Dipartimento, in questo senso.

Riprendo il passaggio sul “bastone”:

con “bastone” non mi riferivo necessariamente a una sanzione, ma anche solo a una segnalazione, anche interna ma formale (ad es. una lettera del capo dipartimento), che alcune regole non vengono rispettate. Purtroppo siamo in grado di fare alcune regole, secondo i poteri a noi concessi dalla legge, ma non siamo in grado di alzare proprio cartellini, siano essi rossi, gialli o bianchi! Chi può alzare cartellini sono la politica (in parte) e gli organi di controllo, deputati a vigilare sull’osservanza delle norme.

Al netto del “bastone” che hai esplicitato (che prevede anche la fase di segnalazione formale, un passaggio anche utile in certi casi), esiste la carota ed ha ampi margini di manovra. Quale ‘carota’ può aiutarci a fare il Dipartimento?

Le licenze errate sui dati (licenze che sono in violazione di norme esistenti!) creano un danno sostanziale, collettivo. Quei dati licenziati in maniera sbagliata sono comunque parte di quel patrimonio informativo pubblico che dovrebbe essere valorizzato dal progetto PDND. Dovrete comunque affrontare questo problema nella fase di avvio della piattaforma. Se lo si affronta adesso, tutti assieme, si abilita maggiormente quel livello culturale che serve a dare un senso a tutto questo filone di attività, che rischia di rimanere vuoto e azzoppato alla radice. Se riprendo la prima sfida, al punto 3 trovo questo:

  1. Il patrimonio informativo pubblico e l’utilizzo e condivisione dei dati da parte delle amministrazioni e dei privati è valorizzato e incentivato.
    Viene valorizzato il patrimonio di open data della Pubblica Amministrazione, per permettere efficienza e trasparenza nei servizi esistenti, sviluppare nuovi servizi, attrarre nuove realtà imprenditoriali. L’uso del patrimonio informativo pubblico viene usato anche per lo sviluppo e il monitoraggio di strategie e decisioni informate e mirate da parte della Pubblica Amministrazione.

Stiamo cercando di valorizzarlo quel patrimonio, partendo dalle basi. Siamo soli come società civile? Cosa può esserci di più evidente, in piena pandemia, di un’azione coordinata che aiuti a risolvere un dettaglio così importante come quello evidenziato da Andrea?

Riccardo, grazie comunque delle risposte che hai dato. La cosa più frustrante in assoluto, specie in un forum di questa natura, è porre domande e non ricevere alcuna risposta.

Matteo

ps - Se parliamo di leve, l’unica che trovo ricorrente e che ci ha aiutato in diverse occasioni è la maggior visibilità mediatica che possiamo dare a richieste come quella all’inizio di questo thread. Il supporto del famoso quarto potere grazie ad articoli come quelli di Riccardo Luna, dove è presente un link direttamente a questo thread.

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Ciao Matteo,

credo che le metafore di “carota” e “bastone” stiano iniziando a diventare inappropriate per il livello che sta prendendo la discussione: stiamo parlando di Pubblica Amministrazione, non di asini, e non vorrei che al prolungarsi del thread poi fossero interpretate fuori dal contesto in cui sono uscite. Dunque mi scuso per averle utilizzate per primo in una frase poco fortunata e ti chiederei se insieme potessimo passare a termini più neutri e più consoni ai concetti che si stanno esprimendo.

Capisco la tua frustrazione, ma ci sono dei dati di realtà a cui purtroppo non possiamo sottrarci; tra questi ci sono le competenze e le responsabilità che come Developers Italia ci riguardano, a prescindere dalla nostra volontà, e tra queste non rientra la scelta delle licenze dei dataset di cui sopra.

Mi sono sentito in dovere di rispondere non per dare una voce ufficiale sul tema al Dipartimento o ad AGID, ma in quanto chiamato in causa direttamente da @aborruso, per una mia vecchia risposta in cui sostenevo che aggregare le segnalazioni (anche) su questo forum sarebbe stato utile. Rimango della stessa idea per i motivi che tu stesso sottolinei: fare rete è importante, qui e altrove. Questo spazio aperto nasce ed è mantenuto proprio per questo motivo, altrimenti saremmo rimasti con il servizio di mail interno.

Per quanto riguarda gli incentivi di cui mi chiedi conto, non dimentichiamoci dei buoni risultati che sono stati fino ad oggi raggiunti e sui quali stiamo lavorando. Il catalogo del software del riuso, ad esempio, è già oggi una vetrina per le amministrazioni più virtuose. Ci sono linee guida e normative chiare e semplici che danno una importanza primaria, se non quasi esclusiva, alle licenze aperte. Ogni giorno viene caricato nuovo codice su GitHub ed escono nuovi dataset.

È abbastanza? Sicuramente no; vinceremo la partita della digitalizzazione della PA solo se ognuno svolgerà correttamente il proprio ruolo. Ti garantisco che dalla nostra parte stiamo continuando a lavorare senza sosta su tutto ciò su cui ci è stato dato mandato.

Detto questo, credo che questo sarà il mio ultimo contributo al thread perché i concetti bene o male sono già stati esposti, e vista la delicatezza dell’argomento non credo sia utile proporre quelle che ormai stanno diventando considerazioni personali in un modo per cui possano essere prese pareri o risposte ufficiali. Sottolineo come sopra che non posso e non sono interessato a parlare né a nome del dipartimento, né di AGID né tantomeno della PCM; quello che posso dirti come Developers Italia è che siamo impegnati tutti i giorni per diffondere la cultura delle licenze aperte, e che puoi contare sul nostro appoggio affinché continueremo a farlo con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione.

Riccardo

Scusate l’intervento che abbassa il livello: ma se dite che eistono leggi italiane e comunitarie che prevedono un certo livello di apertura e riusabilità dei dati pubblicati dalle amministrazioni pubbliche, non vale il principio generale per cui la scelta di una licenza piu’ restrittiva e’ nulla?
Dite anche voi che spesso si tratta di errori e ingenuità dovuti a una preparazione non ottimale sul tema. Se ci fosse una reale e consapevole volontà di chiusura probabilmente le amministrazioni i dati nemmeno li pubblicherebbero o li pubblicherebbero mutili o spurgati (tanto, dite sempre voi, nessuno vigila, controlla e commina punizioni).

Ciao Francesco,
direi che un ottimo punto di partenza per capire il contesto (e vedere pure un feedback di questi giorni sull’oggetto da cui è partito questo thread) è questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=ejuzQRj2aEQ

Matteo

grazie per la segnalazione di approfondimento, ma per partire mi “sufficeva” anche solo un si’ o un no o eventualmente un “dipende” alla domanda

C’è una buona nuova: il Ministero ha accolto la nostra richiesta, e adesso la licenza generale del sito è una CC BY 3. Yea

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