Mia figlia non risulta nello stato di famiglia del mio compagno

Salve, io e il mio compagno NON siamo sposati ma conviviamo da ANNI a ROMA.
Mi è già capitato in passato di dover insistere con l’AMA (servizio TARI) per convincerli che gli occupanti della casa in cui viviamo entrambi e abbiamo la residenza entrambi fossero 2. Mi mandavano sempre bollette dove figurava: occupanti 1.
Adesso che abbiamo avuto una figlia, le bollette continuano a dire: Occupanti 2.
Per scrupolo ho chiesto gli attestati dello STATO DI FAMIGLIA di entrambi (per altro a pagamento) ed è venuto fuori che mia figlia compare nel mio stato di famiglia ma il mio compagno no.
Nel suo stato di famiglia invece compare solo lui.
Tutto questo non ha senso anche perché ogni volta che dobbiamo fare dei documenti o delle richieste tipo “assegno famigliare” o “bonus nido” presentiamo un ISEE congiunto, quindi voglio dire, non traiamo alcun beneficio da questa situazione.
Vorrei capire come aggiustare questa situazione, se la stessa rappresenta un problema (soprattutto per il padre) e di che tipo.
Grazie a chi saprà aiutarmi.

Salve,

Intanto non capisco perchè lo abbia dovuto richiedere a pagamento quando è invece gratuito su tantissimi siti, a partire da quello di ANPR.
Penso che quando abbiate trasferito la residenza non abbiate dichiarato di essere uniti da un legame affettivo e che desideravate inserirvi nello stesso stato di famiglia.
Non basta abitare insieme per essere inseriti automaticamente nello stesso stato di famiglia a meno che non si sia legati da vincolo di parentela, matrimonio, affinità o tutela legale. Quindi,mentre sua figlia non poteva che essere iscritta nel suo stato di famiglia, il suo compagno lo è solo se lo vuole. Diverso sarebbe il caso se foste in una relazione riconosciuta (matrimonio, PACS, etc).

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Ho letto più volte che su ANPR i certificati sono gratuiti, ma a me non risulta. Ho provato proprio in questo momento e se voglio un qualunque tipo di certificato anagrafico, questo è gratuito solo per una ben determinata serie di situazioni, altrimenti si deve pagare la marca da bollo di 16 euro. Ciononostante, quando mi è stato chiesto un certificato di residenza, ad esempio dalle banche, ho selezionato una delle voci per le quali il certificato è gratuito (nello specifico, ho selezionato “Onlus”) perché visto che dite che i certificati su ANPR sono gratuiti, allora lo devono essere e l’unico modo è selezionare una di quelle voci.

Esatto può selezionare una qualunque delle voci gratuite. Nessuno le chiederà mai il bollo. Inoltre, se le serve solo per verificare quale sia il suo stato non ha senso pagare il bollo.

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OK, allora ho fatto bene. Ma va specificato meglio quando si dice che su ANPR i certificati sono gratuiti perché non è così: bisogna pagare la marca da bollo di 16 euro a meno che non servano per determinate categorie dove, ad esempio, “produzione alla banca” non è compreso. È aggirare l’ostacolo fare come facciamo noi, ossia selezionare una di quelle voci anche se non c’entrano niente con il fine del certificato.

I certificati sono gratuiti a meno dei casi (pochissimi, ora che la PA non può richiederli) in cui vengano chiesti espressamente in bollo.

E allora a che serve quella lista specifica di casi esenti da bollo? A uno che non rientra in quei casi viene normale ripiegare sulla versione con bollo, però poi è insensato dire “Perché lo pagate dato che su ANPR sono gratuiti?”
Quella lista di casi esenti da bollo va abolita, non ha senso alcuno, serve solo a prenderci in giro. Non so se hai notato la mia ironia nel produrre alla banca un certificato esente da bollo destinato ad una Onlus (ma quando mai le banche sono Onlus?)

Non concordo, @ettoremazza , i certificati anagrafici rilasciati da ANPR seguono lo stesso regime dei certificati rilasciati agli sportelli dei Servizi demografici. Dato che in molti casi il cittadino non ha veramente bisogno di un certificato (esiste l’autocertificazione, in certi casi imposta dalla normativa di decertificazione dal 2011), se richiede il certificato il regime fiscale del bollo dipende strettamente dall’uso reale che ne deve fare: se è un uso per il quale il legislatore ritiene di favorirne l’emissione (per particolari situazioni socio-economiche da tutelare) è esente dall’imposta di bollo, come da apposita tabella allegata al D.P.R. istitutivo o altre norme settoriali, altrimenti è assoggettato. La regola è che si paghi sempre e l’eccezione è che ci sia una fattispecie di esenzione da richiedere e dimostrare, Comportarsi diversamente significa evasione fiscale, di cui ciascuno si assume la responsabilità…

Ok, concordo tranne su chi sia ad evadere. Se l’ente che lo dovrebbe richiedere in bollo se ne fa andare bene uno che non lo ha è lui ad evadere

Vedi artt. 19 e segg. DPR 642/1972, per le conseguenze e a carico di chi…

Questione certificato: richiesto sul sito di ROMA CAPITALE, non rientravo in nessuna delle esenzioni (basterebbe metterci: “certificato per consultazione personale” fra le opzioni ma siccome non c’era non me la sono sentita di selezionare una cosa “falsa”, per non avere ripercussioni possibili).
Detto questo, la ringrazio per la risposta ma le chiedo: se non siamo parte dello stesso stato familiare, perché siamo parte dello stesso nucleo familiare per tutto ciò che riguarda la fiscalità (bonus bebè, nido, etc). Non che me ne stia lamentando, semplicemente non capisco come le due cose possano NON essere collegate. E inoltre: cosa dovrei fare per aggiornare la TARI visto che leggo che si dovrebbe aggiornare in automatico alla nascita di un figlio? A noi non è accaduto, risultiamo ancora 2 occupanti e invece siamo 3, visto che la domanda iniziale la fece il mio compagno e quindi dovette aggiungermi “a penna” come secondo occupante. Adesso che dobbiamo fare, siamo nel torto? In teoria sono loro ad aver scritto sul loro sito che non dobbiamo far nulla, senza specificare che una coppia di conviventi invece non risulta in automatico nello stesso stato di famiglia. Che gran confusione!

Il concetto di nucleo familiare ha diverse accezioni non necessariamente coincidenti (p.es. a livello anagrafico, fiscale, per famigliari a carico, previdenziale ecc…). Posso suggerire di chiedere all’Anagrafe, sussistendo relazioni di affettività e parentela, di unificare il nucleo familiare anagrafico. Una volta unificato comunichi al gestore TARI il numero di componenti aggiornato (in tal modo ha assolto ai suoi obblighi dichiarativi).