Microdata, RDFa e Microformat nei siti delle PA

Qui ci sono numeri molto interessanti sull’uso di dati strutturati via Microdata, RDFa e Microformat nei siti web…

http://webdatacommons.org/structureddata/

…ci sono dati sull’utilizzo di queste modalità nelle PA?
Mi sembra un argomento da sviluppare che permette anche di discutere del (necessario) collegamento tra i siti e le banche dati che dovrebbero esserci dietro.

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Buongiorno, che io sappia purtroppo non ci sono attualmente statistiche sul tema.

Si potrebbe valutare una espansione del tool di crawling attualmente usato sulla misura PNRR M1C1 1.4.1 (Esperienza dei cittadini nei servizi: l'app di valutazione per aiutare a completare i progetti), oppure chiaramente un uso dello stesso tool usato da webdatacommons.org e pubblicare in formato open i risultati.

A parte le statistiche, sarebbe da valutare l’inserimento di tali modalità di strutturazione dati nelle componenti del design system del Paese e nei modelli di siti web per le PA.

Al momento è presente nelle linee guida del design system l’indicazione di inserire un tag JSON-LD contenente dati semantici sui servizi offerti; l’inserimento diretto nel nostro tema Wordpress è ancora in fase di verifica.

Come scrivevo non abbiamo attualmente dati a supporto delle effettive implementazioni, ma è sicuramente nelle intenzioni di misurarle (assieme a molto altro) attraverso evoluzioni del crawler disponibile qui.

Alla data odierna non abbiamo la possibilità di inserire l’implementazione nella roadmap di breve, ma concordando sull’utilità accoglieremmo molto volentieri delle pull request in tal senso, se ci fosse disponibilità da parte della community.

Concordo che sarebbero molto utili!

Personalmente ne avevo proposto l’utilizzo già ai tempi della realizzazione della sezione di catalogo ontologie OntoPiA all’interno del portale per il progetto DAF, e resto dell’opinione che si potrebbero non solo usare, ma allineare appunto con il network di ontologie nazionali, costituendo uno o più livelli ulteriori di navigazione di un “catalogo virtuale” degli asset nazionali.
Tutto ciò sarebbe inoltre molto ben indicizzato (i motori di ricerca usano questi metadati, e ne incoraggiano l’utilizzo da anni ormai), rendendo molto più trovabili i dati e i servizi aperti e pubblici descritti nelle opportune pagine web (un po’ la “F” dell’approccio FAIR).