Ciao,
stavo iniziando a spedire le autofatture, ma le gli aspetti deliranti della cosa uno non lo sbroglio: il nome del file. A leggere la specifica dovrebbe essere chiamato con la PIVA del mio fornitore estero “a nome del quale” emetto l’AD. Ma è così? O dovrei usare la mia PIVA nel nome?
peraltro senza pensarci ho spedito la prima AF (con quella logica sul nome file), e al momento è “caduta nel buio”: non la vedo sul sito AGED nei file trasmessi, e non mi è ancora tornata indietro come FT passiva entrante. É normale?
Io intepreto le specifiche (par 1.2.2) come dire che va usato il codice fiscale (non partita IVA) di chi emette fattura (dato che specifiche sono dirette a chi deve creare i file FE e non dicono nulla in merito a usare un identificativo fiscale di terzi).
L’autofattura la emette l’azienda e non il fornitore, quindi va usato codice fiscale di azienda.
Sempre in 1.2.2 si dice:
“…l’identificativo usato per il nome del file non è soggetto a controlli di validità, esistenza o coerenza con i dati presenti in fattura…”
Quindi, a livello formale /controlli, si può mettere quello che si vuole.
Ma, per chiarezza, per me è bene usare codice fiscale di chi produce file FE.
In quale punto ti fa pensare che vada usato identificativo fiscale del fornitore?
"l’identificativo univoco, è l’identificativo fiscale di un soggetto (codice
fiscale nel caso di soggetto residente in Italia, identificativo proprio
del paese di appartenenza nel caso di soggetto residente all’estero),
sia esso persona fisica o persona giuridica " … “Il progressivo univoco del file ha il solo scopo di differenziare il nome dei file trasmessi da parte del medesimo soggetto”
in effetti ho inteso identificativo del fornitore in quanto ho interpretato l’emissione dell’autofattura come emissione “della fattura al posto del mio fornitore” visto che metto tutti i dati come se stesse compilandola lui. A quel punto mi pareva discendere che anche il nome file dovesse essere elaborato “come se emettesse lui”.
Confermo che usando lo stesso identificativo di quando emetto le fatture attive lo SDI lo prende…
Che io sappia… in tutte le fatture elettroniche il nome non ha vincoli stretti sulla partita iva con cui comincia.
Puoi mettere anche la partita iva del tuo macellaio.
La nomenclatura è libera, il casino è poi se qualcun altro ha la stessa tua idea e riceve errore di nome duplicato.
Ma magari mi sbaglio.
Agli albori della fatturazione elettronica, andava in effetti usato un codice fiscale valido, ma poi hanno tolto questo vincolo, per cui deve semplicemente essere qualcosa che “assomiglia” ad un codice fiscale.
Una cosa che non ho mai capito (e mi piacerebbe sapere) è se l’univocità del nome del file viene verificata per il singolo trasmittente o globalmente tra tutte le fatture che passano per SdI.
Le specifiche dicono che il nome del file è formato dall’identificativo del trasmittente (più progressivo etc.).
Quindi non sono io che emetto la fattura nè il destinatario della fattura ma è chi la trasmette.
Se mi appoggio ad un provider sarà il suo identificativo, se la trasmetto direttamente io allora sarà il mio.
Detto questo, controlli non mi pare ve ne siano quindi se volete potete usare l’identificativo del vostro macellaio, sempre che rispetti i vincoli di unicità
Non credo sia più così già da un pezzo; fra l’altro molti intermediari (trasmittenti) non hanno mai rispettato il vincolo di mettere la propria partita iva nel nome file. Infatti l’hanno tolta quasi subito dalle regole.
Aruba non costituisce la regola.
Aruba segue la prima regola della primissima versione, che io stesso ritengo corretta, ma che fu abrogata nelle versioni successive, affinché gli intermediari grandi non esaurissero troppo in fretta tutte le combinazioni possibili.
Spero di aver chiarito il tutto.