Pagoinrete e le cattedrali MIUR nel deserto

LA scuola di mio figlio mi ha richiesto un pagamento.
Unicamente tramite pagoPA: bene, la scuola si è adeguata, se tutto l’universo scolastico tramsita su pagoPA è un incentivo molto forte alla digitalizazione della vita dei pagamenti.

Background: MIUR ha da tempo progettato, realizzato e pubblicato il portale “pagoinrete”, dal le famiglie possono avviare pagamenti spontanei verso le scuole o pagare pagamenti dovuti precaricati dalle signole scuole. A pagoinrete si accede con SPID.

Peccato che la scuola mi richieda il pagamento tramite il software (web) di registro elettronico, che nelo specifico è realizzato da una delle principali software house del settore scolastico (ci sono 3 o 4 software house che occupano la quasi totalità del mercato).

Di fatto quindi, la software house ha sviluppato un portale dei pagamenti proprio, alternativo al portale nazionale e del tutto scollegato da quest’ultimo (cerando la scuola di mio figlio su pagoinrete non trovo codificato al cun pagamento spontaneo né mi sono segnalati pagamenti in sospeso).

Io la trovo una grande sconfitta, oltre che uno spreco di risorse per creare servizi e portali nazionali con finalità giuste e lodevoli ma che poi restano di fatto inutilizzati.
Non e’ il primo caso: sempre il MIUR aveva creato “scuolamia”, con un’idea del tutto all’avanguardia, che doveva essere il collettore delle comunicazioni scuola-famiglia e dei documenti scolastici come le pagelle. Ma nulla, non e’ mai decollato tanto che e’ stato tristemente oscurato.
Il MIUR ha poi nel tempo proposto vari gestionali, ha un portale di servizi dedicati alle scuole che sarebbero anche interessanti ma le scuole continuano a privilegiare soluzioni esterne… chisssa’ poi cosa ne e’ delle banche dati centralizzate, delle anagrafi di studenti e alunni: se questo e’ l’andazzo è verosimile che i software locali non brillino per interoperabilità con i sistemi centrali…

Tornando a registri elettronici e in queto caso ai pagamenti, le scuole continuano a rivolgersi a soluzioni particolari sviluppate da quelle software house “specializzate” che, senza gettare loro la croce addosso visto che propongono cio’ che il mercato chiede (anzi, sono forse anche troppo proattive), coltivano e alimentano però malcostumi:

  • accesso al registro elettronico non mediato da SPID;
  • mancanza o scarsa diffusione di accessi dedicati allo studente per consultare calendario e agenda che quindi condivide la password col genitore vanificando ogni sforzo di veicolare sul registro anche le comunicazioni scuola-famiglia;
  • pagelle con dubbio valore documentale (*);
  • comunicazioni importanti che non vengono notificate appropriatamente…

(*): qui entrava in gioco la forza di scuolamia, un “repository” (ma diciamo anche un potenziale archivio) autorevole dei documenti scolastici ufficiali di tutta la scuola (publbica) italiana, con possibilità infinite di applciazioni e sviluppi…

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l’ultima clamorosa sconfitta del MIUR: la rinuncia al proprio servizio webmail per tutti i dipendenti del sistema scolastico che era palesemente inefficiente e l’affidamento dello stesso a ARUBA

Se non sono riusciti a gestire il semplice servizio di posta elettronica (dopo oltre 20 anni di svolgimento dello stesso in house) come si può pensare di gestire servizi più complessi? (registro elettronico, servizio classroom, applicativi di contabilità per le segreterie, etc…)

Che sia in house o affidato a un soggetto esterno poco cambia, l’importante è la paternità (o governance) della cosa.

Che poi sarebbe utile capire quali fossero i problemi di questa posta elettronica… il fatto e’ che le scuola si fanno abbindolare dalle soluzioni facili tutto in uno, molte preferiscono attivare gsuite per le scuole e usare gmail associate al dominio edu.it. Io ho sentito dire “e’ scomoda la posta elettronica istruzione.it perche’ si legge solo da web”, quando poi basta fare una ricerca su google e si trovano i parametri di configurazione per tutti i tipi di dispositivo…
A me sembra che siano le singole scuole, che hanno probabilmente priorità formative prima che autorganizzative e scarse competenze di amministazione digitale, partano prevenute: se e’ ministeriale non funziona.
BAsterebbe pretendere che il software del fornitore di turno interloquisse con la banca dati centrale, ci si mette un attimo a caricare un pagamento su pagoinrete tramite API (ci saranno pure delle API… cosi’ come c’erano per Scuolamia…)

La posta elettronica di istruzione.it non funzionava perchè molti messaggi con allegati un po’ consistenti non passavano e la webmail vecchia di 25 anni molto spartana e scomoda.

Aggiungi pure che lo scarso spazio concesso ti costringeva a cancellare sempre la posta vecchia e per me è una cosa scomodissima perchè la ricerca di vecchie mail rappresenta la cosa principale in un servizio di posta elettronica.

Aggiungi ancora l’assenza di un sw antispamming.

Quindi per me gmail è insuperabile.

Ok, chiuso OT su posta elettronica

Il MIUR non lo permette. Anzi diciamo pure che è molto sensibile alle pressioni anticoncorrenziali dei principali player del settore (Argo & C.)

Il MIUR non mette a disposizione API per pagoinrete? Se così fosse sarebbe di una gravità inaudita.
Per Scuolamia e altri prodotti le specifiche non erano pubblicate o liberamente accessibili, ma comunque esistevano strumenti di interoperabilità. Erano a disposizione,a memoria, degli associati di qualche associazione di software house…

non so darti una risposta “certa” ma non mi risulta che lo faccia

Che poi sarebbe utile capire quali fossero i problemi di questa posta elettronica…

Visto che pone la domanda, suppongo non sia off topic: posso testimoniare, avendo aiutato più volte nel corso degli ultimi anni mia madre, insegnante e un po’ technically challenged, a entrare in quella casella di posta elettronica più volte e a gestirla, che si trattava di un prodotto di qualità drammatica. Da film dell’orrore.

L’interfaccia sembrava uscita direttamente dagli anni '80 (sembrava di essere in uno di quei biopic su Steve Jobs). Non esistevano funzioni di ricerca semplici, né tantomeno accessori che qualunque servizio mail ha (signature, risposta automatica, agenda e quant’altro). Tutto era molto lento: per qualche ragione occorrevano svariati secondi per selezionare o cancellare una mail. L’interfaccia aveva difficoltà a decodificare mail in HTML. Lo spazio disponibile era 100 MB, che si esaurivano con una settimana dato che la segreteria della scuola, essendo obbligata a notificare tutto in via telematica, aggiungeva semplicemente come allegati pdf tutti i documenti. La qualità di questa mail mi ha fatto vergognare di fronte ai miei genitori, dato che ero io a tentare di convincerli sempre a fare SPID, usare la mail, abbonarsi a internet e quant’altro, e poi il Ministero dell’Istruzione forniva loro, con quella mail, un argomento davvero eccellente al loro “mi trovo molto meglio a non usare mai il computer”.

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