Patented Digitale

Buongiorno a tutti

a Che Punto Siamo con la digitalizzazione dei documenti personali Tipo CIE,Patente ECC.
ITWallet Quando Sara operativo?

Grazie a tutti per la risposta

Giovanni

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Ciao Andre a

col digitale stiamo accelerando, quindi in teoria potremmo avere anche il passaporto in Digitale?

Quindi se non ho capito male dovrebbe arrivare l’aggiornamento direttamente su IO ??

cosi si diceva qualche tempo fa

operativamente non saprei dirti

no, del passaporto non si è mai parlato, dubito sia fattibile.

Gli standard per il passaporto non sono decisi dai singoli Paesi o dalla UE ma dalla ICAO, Agenzia ONU per l’Aviazione Civile. Occorre che tutti i Paesi del mondo, o quasi, siano d’accordo. Prima che negli aeroporti di tutto il mondo abbiano installato apparecchi di lettura, che gli agenti di frontiera abbiano fatto il training ecc. servira’ ancora tempo. Un passaporto digitale presuppone poi il visto digitale, qualche cosa in questo senso c’e’ gia’ con gli Advanced Travel Notice per USA, Australia, Russia, ma anche in quel caso occorre che tutto il mondo segua l’esempio.
D’altro lato, pero’, dopo il 2001 hanno proceduto rapidamente con gli standard sui passaporti biometrici e i passaporti hanno iniziato a venire emessi pochi anni dopo. Alla fine dipende tutto da come il mondo vuole collaborare, al momento stanno tutti litigando per ben altre questioni.

mi correggo, a quanto pare se ne è parlato eccome:

  • Travelling: Presenting information from travel documents (e.g. the user’s passport, visa, and other), allowing for quick and easy access when going through airport security and customs.

e nelle notizie di oggi:

“It Wallet su app Io, come funziona il nuovo portafoglio digitale e cosa contiene | Sky TG24”

mah, magari solo per i voli UE?
vedremo

Per i quali non c’e’ comunque bisogno di passaporto e visto (spazio Schengen). I visti servono per Russia e Cina (adesso per viaggi brevi ci sono waiver), ma se accettano il wallet lo decidono loro, non la UE.

Mi sono letto la documentazione UE e ne ho ricavato l’impressione che l’unico scopo pratico del wallet sia mantenere in vita il circuito di consulenze, studi, analisi tutti per ditte riconducibili agli USA e a suon di decine o centinaia di milioni di EUR. Tra gli esempi pratici citati non ce n’e’ solo uno che non sia risolvibile con mezzi gia’ esistenti in formato tesserine di plastica o documenti pdf.

Esiste da qualche parte uno studio vero, terra-terra, di analisi costi-benefici? Spendere centinaia di milioni EUR affinche’ uno possa portare prova dell’iscrizione all’albo professionale sul wallet? La soluzione esiste gia’, si chiama scan pdf. E se non si trovano posti di lavoro, o persone abili a occuparli, il problema e’ per via dei documenti sullo smartphone, o si trova piuttosto altrove?

Grazie Gianguido per la tua replica

le proposte di legge della commissione europea sono sempre basate su una valutazione di impatto.

nel caso specifico, la trovi qui:

“at least 80% of citizens should be able to use a digital ID solution to access key public services”

Questo e’ esattamente lo scopo dell’identita’ digitale come definita da alcuni decenni e gia’ implementata piu’ o meno bene nei diversi paesi UE.
Riformulo la domanda. Ha senso costruire un’infrastruttura totalmente nuova di identita’ digitale, a costi osceni (meno che per le societa’ di consulenza che sono molto contente) per fare quello che facciamo gia’ o che sarebbe facilmente migliorabile con piccoli interventi o togliendo dei paletti assurdi?
Esempio. L’accesso a prestazioni pensionistiche di altri paesi UE e’ possibile solo tramite lo sportello nazionale del paese di residenza. Regola che risale a decenni fa e che allora aveva un senso, quando l’alternativa era solo la posta cartacea. Oggi con l’identita’ digitale sarebbe tutto risolvibile con eID e eIDAS. Ma non si fa, per via della vecchia regola.
Quando entro nel sito pensionistico svedese, paese dove in passato ho lavorato, per verificare la mia posizione ricevo un “Hej, Gianguido!” perche’ il sistema riconosce la mia identita’, dopodiche’ mi rimanda agli sportelli INPS. Invece di una verifica in due minuti mi scontro con inefficienze che durano mesi (sto aspettando una risposta da agosto 2023…).
Alla Commissione UE piace giocare con il wallet per non sporcarsi le mani con questo tipo di problemi. Che sarebbero risolvibili riformulando e aggiornando un comma di un articolo di una direttiva di decenni fa.
Wallet? Cosi’ uno dopo un paio di spolliciate su e giu si ritrova sullo schermetto l’invito ad andare di persona agli sportelli INPS. INPS non accetta infatti comunicazioni digitali nella sua funzione di interfaccia verso gli enti di altri paesi. Solo di persona a sportelli sempre piu’ rari.

essendo una proposta di regolamento enon di direttiva, avrĂ  effetti immediati su tutta la UE senza bisogno di trasposizione e i vari attori si dovranno adeguare.

Qualche giorno fa il Corriere ha pubblicato un’inchiesta su chi prende le decisioni nella sanita’ pubblica

Con il digitale europeo la situazione e’ identica.

Quando UvdL era ministro della difesa in Germania e’ stata criticatissima per avere subappaltato troppi lavori di consulenza invece di ricorrere a risorse interne al ministero. Temevo che avrebbe replicato l’esperienza alla UE, e cosi’ e’ stato.

Sono convinto europeista da sempre e temo alle prossime elezioni di dovere votare chi portera’ allo sfascio la Commissione pur di evitare soluzioni come il wallet digitale, la privatizzazione dei servizi pubblici di base e questioni simili.

In realtĂ  scan pdf non ti garantisce che il documento sia veritiero ed affidabile.

In teoria il wallet dovrebbe creare un unico punto di aggregazione di documenti (come lo è il portafoglio analogico con le tesserine, soldi, badge, etc) creando una fonte attendibile e certificata: se sul wallet ho un documento dell’ordine dei medici, vuol dire che è originale ed attendibile e non una fotocopia della fotocopia del pdf di un amico.

Personalmente trovo interessante la sfida nel wallet europeo di poter controllare a quali informazioni possono accedere chi ti chiede di identificarti. Oggi con la carta d’identità cartacea il consierge dell’hotel può sapere informazioni molto personali (es. se sono donatore di organi). Non so alla fine quale soluzione sceglieranno e se ci riusciranno, ma è un tema attualissimo.

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Quanto spesso occorre mostrare di persona un documento dell’ordine dei medici? Non e’ piu’ frequente che occorra inviarlo per un concorso e quindi tramite pdf e tool normali e non per wallet?

Come fa il wallet a sapere che il documento e’ originale? Occorre in ogni caso sincronizzarlo con l’ordine dei medici, ad es. il loro sito web o una chiave elettronica. Il lavoro va fatto in ogni caso. Se l’Ordine deve produrre una app per il wallet puo’ altrettanto bene generare un pdf e metterci un sigillo elettronico. La seconda soluzione e’ implementabile da subito e a investimento zero. I costi organizzativi, un dipendente che si occupi di questo, ci saranno in ogni caso.

Uno degli esempi nei documenti ufficiali UE sul wallet e’ la ragazza che deve mostrare di essere maggiorenne per entrare in discoteca e, in alcuni paesi, potere bere superalcolici. Mostrando una C.I. il barman potrebbe vedere l’indirizzo e la data di nascita della ragazza, informazioni riservate. Col wallet arriverebbe solo la conferma “maggiorenne”. La privacy e’ salva.

E’ questo il livello dei problemi di cui si occupa UE? Con guerra, crisi climatica, clandestini, tasse non pagate dalle megamultinazionali, peggioramento in tutta Europa dei sistemi pensionistico e sanitario e parecchio altro occorre dedicare sforzi e investimenti al wallet per la appena maggiorenne ubriacona?

C’e’ eIDAS, un principio semplice di interoperabilita’, pur con parecchie magagne e aspetti irrazionali di progetto. Che prima facciano funzionare quello!

La logica del wallet europeo è presumibilmente quella per cui vengono caricati e tenuti aggiornati degli attributi del soggetto intestatario da parte di Enti certificatori (es. dati personali di identificazione, titolo di studio, titoli e abilitazioni professionali ecc…), in modo da essere fidefacenti nei confronti di chi è abilitato a chiederli in occasione di interazioni con l’interessato e senza doverli verificare ogni volta con gli Enti coinvolti.