Dopo aver letto il piano e i contributi sul forum, per i quali ringrazio utenti e redattori, mi par di capire che le infrastrutture fisiche per far funzionare le postazioni di una organizzazione pubblica (print server, switch, firewall… un piccolo spazio per file condivisi?) resteranno fisiche e interne all’organizzazione. Invece gli “applicativi” o i “gestionali” vanno sul clud (cioè nel “computer” di qualcun altro).
Mi sembra poi di capire che si distingue fra i provider servizi cloud (il qualcun altro possessore del “computer”) e i provider di software come servizio (il tradizionale fornitore di software, che invece che installato sul CED interno sarà installato sul cloud e fruito tramite internet). E si prevede un meccanismo che “certifichi” la compatibilità del software con il servizo idi cloud e le sue policy.
Mi chiedevo:
- Si presuppone che un’amministrazione abbia rapporti un unico CSP (o PSN o SPC-cloud)?
- In quale scenario dovrebbero muoversi fornitori di software che già propongono soluzioni cloud ospitate su propri server dedicati (vedi soluzioni di registro elettronico per le scuole)? Devono adattare i propri software per “girare” su altri cloud? Devono qualificarsi come CSP? O che altro?
PARTE FACOLTATIVA (spiega meglio le domande):
Attualmente le 9000 scuole pubbliche italiane usufruiscono di servizi di registro elettronico forniti principalmete da tre grandi “provider” che otre al software mettono a disposizione i server per l’applicativo e quelli per lo storage dei dati. In teoria la soluzione è del tutto economicamente appropriata per le scuole, che sono amministrazioni del tutto piccole e, sul versante ICT e organizzativo in generale, tendenzialmente povere di risorse non solo finanziarie ma anche professionali (il personale si occupa in massima parte di istruzione e educazione). Il fatto di non avere dati e server dentro la scuola senz’altro solleva da oneri di gestione, organizzazione di backup e piani di disaster recovery e business continuity. Anche il solo aggiornamento dell’applicativo avviene in modo del tutto trasparente per la scuola: un giorno il personale si collega al servzio e il registro o l’applicativo hanno cambiato interfaccia e/o funzionalità esattamente come avviene a casa con la webmail del proprio ISP o con il proprio social preferito. Di contro ne risente la possibilità di personalizzazione del software, ma un buon sviluppatore può essere in grado di lasciare spazio per adattamenti a specifici esigenze prevedendo un’adeguata configurabilità del servizio a cura del’utente.
Nel caso in cui la scuola debba scegliere un unico CSP per tutti i servizi che usa (magari un PSN), si deve pensare che il software di registro elettronico debbano essere replicato sui vari PSN o Cloud accreditati scelti dalle scuole? Nel panorama attuale sembra complicato che un fornitore di regsitro elettronico qualifichi il proprio cloud / storage a livello nazionale, anche perché quei server sono pensati per ospitare uno specifico servizio destinato alla comunità delle scuole e non per essere aperti ad altre organizzaizoni e/o servizi software di altre parti.
PS: Mi scuso per eventuali inesattezze nell’uso dei termini ICT, mi auguro che il piano triennale e in generale il processo di ammodernamento del paese non sia esclusivo appannaggio dei tecnici ICT, anche perché sarebbe un passo indietro di 20 o 30 anni