Buongiorno, sono una funzionaria comunale e tra le altre cose nel mio ufficio effettuiamo anche il rilascio delle CIE. Siamo stati molto felici di ricevere lo scorso luglio la Circolare n. 9 del Ministero dell’Interno che confermava per la Ricevuta CIE quanto già previsto dal DPR 445/2000 relativamente ai documenti di riconoscimento. In questi mesi però molti utenti ci hanno riferito di grossi problemi in particolare con POSTE ITALIANE che si ostina a non considerare la ricevuta CIE come documento di riconoscimento. Tralasciando gli insulti nei nostri confronti (riportatici dagli utenti) in cui si adoperano solitamente gli operatori di PI, ieri ho avuto modo di discutere con uno di loro. Questo signore mi ha ripetuto che secondo le loro regole la ricevuta CIE non può essere accettata come documento di riconoscimento. Dopo avergli fatto notare che “le loro regole” non possono contraddire quanto stabilito da un DPR e da una circolare del Ministero dell’Interno, credo di aver capito che fondamentalmente il problema potrebbe essere che non hanno la possibilità di scansionare e caricare il foglio della ricevuta, perchè il loro software supporta solo la scansione ed il caricamento della carta plastificata. Io non so se realmente sia solo questo il problema, ma credo che nell’eventualità sia facilmente risolvibile.
C’è la possibilità di approfondire la questione? Grazie e buona giornata.
ciao, cosa intendi con “considerare la ricevuta CIE come documento di riconoscimento?”
Buongiorno,
intendo quello che è riportato nel DPR 445/2000 all’art. 35 e che viene richiamato nella Circolare del Ministero dell’Interno (n. 9/2019):
"Articolo 35
Documenti di identità e di riconoscimento
- In tutti i casi in cui nel presente testo unico viene richiesto un documento di identità’, esso può sempre essere sostituito dal documento di riconoscimento equipollente ai sensi del comma 2.
- Sono equipollenti alla carta di identità il passaporto, la patente di guida, la patente nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d’armi, le tessere di riconoscimento, purché munite di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un’amministrazione dello Stato. (…)"
Si potrebbe anche utilizzare la lettura del QR Code che è presente nella ricevuta tramite l’app Ve.Do. che conferma i dati anagrafici e dichiara l’autenticità della scheda rilasciata appunto dal Comune.
Claudia ti chiedo una spiegazione: se il software supporta solo la scansione della carta plastificata (credo tu intenda la CIE) come fanno con chi presenta un documento cartaceo che non contiene microchip ne banda magnetica? Mi sembra strano…
Non è una domanda alla quale posso rispondere io, bisognerebbe chiedere a chi fa le pratiche alle Poste. La mia è stata una supposizione dettata da alcune giustificazioni abbozzate dall’operatore con cui ho parlato al telefono (un utente stava cercando di aprire un libretto postale con la ricevuta della CIE e quando si è visto rifiutare la ricevuta ci ha chiamato).
Per la lettura del QR Code sono perfettamente d’accordo, ma il suggerimento va girato a chi non vuole rispettare la normativa vigente in materia di validità dei documenti di riconoscimento!
Amaramente, temo che noi burocrati (con affetto parlando) stiamo sopravvalutando eccessivamente il valore della norma scritta e sottovalutando pesantemente quello di abitudini e prassi…
Forse non ho capito io a chi è diretta la Sua osservazione.
Se era diretta al problema da me sollevato mi permetto di far rilevare che in questo caso seguire la norma scritta significa andare a favore dell’utente…
Concordo pienamente, Mi riferivo a chi la norma scritta non la segue e col suo comportamento determina la norma di fatto. In questo caso Posteitaliane. Di ulteriori esempi ce ne sarebbero fin troppi.
Purtoppo, a quello che ho sentito, quella della presunta crisi del diritto positivo è una posizione che inizia a farsi strada fra i giuristi comtemporanei.
Nel caso specifico la situazione e’ assurda, la circolare è di una chiarezza unica. Ma se un attore importante della vita sociale la ignora bellamente come si fa? Con tutto il pragmatismo possibile, dubito che un carabiniere o un agente di polizia locale si rechi all’ufifcio postale e riporti l’addetto a piu’ miti consigli. In conclusione ha ragione l’'ufficio postale. Poste 1 - DPR 445/Ministero dell’interno 0.
Ma, ripeto, è il mio amaro punto di vista.
Concordo. Ritengo doveroso distinguere sempre tra ciò che si è “deciso in autonomia” da ciò che è imposto dalla normativa vigente.
Buongiorno, anch’io come Claudia mi occupo tra le altre cose del rilascio della CIE e ho avuto lo stesso problema con Poste italiane. Ho aperto una segnalazione tramite i loro canali inviando la Circolare. del Ministero dell’interno. Ieri ho ricevuto la risposta ufficiale che incollo qui sotto. Vorrei approfondire la questione attraverso il Ministero.
Risposta di Poste Italiane:
Gentile Cliente
rispondiamo alla sua segnalazione relativa ad una gestione non soddisfacente ricevuta da parte del nostro personale presso gli uffici della filiale di Padova.
Preme evidenziare che l’attività degli operatori, è regolata da disposizioni che fanno riferimento a precise norme e a regolamenti che disciplinano lo svolgimento dei servizi offerti.
Agli operatori dello sportello è richiesto di attenersi alla conformità delle procedure.
Le ricordiamo che la ricevuta rilasciata per la carta d’identità elettronica viene considerata come documento di riconoscimento per le operazioni occasionali o per operazioni a valere su rapporti continuativi.
Non è valida per l’apertura di nuovi rapporti continuativi.
Qualora lo ritenesse necessario, il Responsabile del suddetto ufficio postale è disponibile per qualsiasi chiarimento utile a ristabilire con Lei un sereno rapporto basato sulla fiducia, come è nelle prerogative e nei desideri della nostra Azienda.
La ringraziamo per la sua segnalazione che costituisce un valido strumento per il miglioramento dei nostri servizi.
Assistenza Clienti Retail
Sono MOLTO perplessa. Buon lavoro a tutti
È una risposta che non ha senso: un documento di identità o è valido o non è valido. Se è in corso di validità (seppure temporanea) non se ne può disconoscere l’uso, è come se non accettassero una C.I. che ha una settimana residua di validità… Inoltrerei il quesito e la relativa risposta di Poste Italiane alla Prefettura competente o al Ministero dell’Interno, per capire come intendono muoversi.
Appena fatto, vi aggiorno !
Brava, hai fatto bene.
Quella di Poste mi sembra una risposta allucinante, dove la gerarchia delle fonti va a farsi friggere! Per Poste Italiane, quindi, contano di più norme e regolamenti interni di un Decreto del Presidente della Repubblica e di una Circolare del Ministero dell’Interno…ma tanto non ci dobbiamo stupire, quanto tempo pensate che passerà prima che i privati si adeguino alle nuove disposizioni legislative relative all’accettazione da parte loro delle autocertificazioni?
Già, è vero. Altro probelma che mi è stato segnalato in questi giorni riguarda la consegna delle CIE al domicilio. L’appalto è stato affidato a Nexive che probabilmente fa un unico tentativo di recapito e poi (intuisco sia previsto nel capitolato d’appalto) le porta in Comune dove il cittadino viene a ritirarle.
Risultato: i miei sportellisono sommersi di CIE da consegnare perché Nexive “non ha tovato la persona al domicilio”. Ho testimonianze di cittadini che sostengono di essere stati presenti e in ogni caso mi chiedo: non è previsto un secondo tentativo di recapito? In questo modo il servizio di consegna si scarica, in modo “massivo” e improprio sul Comune oltre che creare un disservizio al cittadino, costretto (e di questi tempi mi pare del tutto inappropriato) a recarsi in ufficio per il ritiro del documento. Succede anche in altri Comuni? In ogni caso intendo andare a fondo e se non risolvo preparo una segnalazione all’ANCI che mi dicono abbia l’effetto di bloccare la possibilità alla Ditta di partecipare a gare d’appalto. Fatemi sapere se il problema è diffuso.
Per quanto riguarda il mio Comune non c’è questo problema. Ho potuto verificare anche personalmente che Nexive (o meglio l’agenzia a cui si appoggia) fa più di un tentativo di consegna) Forse dipende da chi operativamente gestisce la consegna…Hai provato a contattarli direttamente?
Sì, Infatti Nexive si appoggia a ditte diverse per le consegne. Sto approfondendo la questione. Ho visto che anche il Comune di Mirandola ha pubblicato un avviso sul sito istituzionale segnalando i ritardi di consegna delle CIE da parte di Nexive., probabilmente è come dici tu, dipende dagli incaricati della consegna.
Buongiorno, anche io ho avuto la stessa disavventura con Poste Italiane. Volevo aprire un libretto banco posta per mia madre e ci siamo recati con la ricevuta della CIE, non accettata da Poste Italiane come “documento di riconoscimento valido per aprire un nuovo rapporto continuativo”. Volevo sapere sulla base di quali normative di legge Poste Italiane possa ancora validamente rifiutare un documento di riconoscimento valido per il Ministero dellInterno e per DPR, anche perchè ritengo che un ente come Poste Italiane non possa fare quello che vuole, trattandosi di ente a larga partecipazione pubblica. Non sarebbe l’ora che il Ministero dell’Interno o qualche altro organo Statale intervenga su Poste Italiane per il rispetto delle normative vigenti?
Si condivido l’amarezza ma gli enti che fanno certi capricci potrebbero pure provocare episodi di violenza. Faccio un esempio: oggi ho rilasciato una CIE ad una signora polacca che ha necessità di una postepay per farsi accreditare lo stipendio (il datore di lavoro non paga in contanti) e l’ufficio postale di Albano Laziale si è rifiutato di rilasciare la card in quanto “le regole di Poste Italiane non riconoscono la ricevuta CIE”. E, per sovrappiù, si sono rifutati anche di identificarla con la carta d’identità polacca. I carabinieri chiamati dalla signora rispondono che valgono le regole di Poste Italiane. Se tutto questo capita a qualcuno che in attesa dell’arrivo della CIE non può fare la spesa potrebbero succedere pure fatti gravi ai danni dell’impiegato postale. Forse è il caso che le forse di Polizia facciano rispettare le norme in materia, anziché propalare la leggenda che la patente no è un documento come sono soliti fare.