Servizi Digitali e Scuola

Spesso il cittadino sa poco o niente di quello che succede a livello digitale.

Perchè non prevedere un kit di spiegazione per i docenti che volessero organizzare 1 oretta di “digitalizzazione dei servizi per i cittadini” da utilizzare alle superiori per coinvolgere i ragazzi (che poi saranno i fruitori del futuro) in questo processo spiegando cosa sono: spid anpr etc etc?

Lo si fa per la finanza e mille altri temi, lo si potrebbe fare anche per questo.
Molto divertente sarebbe un video che faccia vedere il prima (fila agli sportelli, database dove risulta che sei residente in 3 posti diversi, in maniera umoristica) e dopo (dove tutto fila liscio, online da casa).

Questa è solo un’idea.

Andrea

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La trovo una idea molto saggia!
Ho finito 4ª superiore e i miei compagni non sanno nemmeno cosa sia SPID, per non parlare di ANPR.

Frequento un indirizzo informatico. :joy:

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Quella di creare un kit di presentazione dei servizi digitali pubblici che possa essere utilizzato nelle scuole è un’ottima idea e stiamo cercando di capire in che modo farla e come trovare il tempo per seguire la cosa con la cura e l’attenzione che merita.
Grazie intanto per il contributo!
Lorenzo

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io insegno Economia Aziendale ad un indirizzo informatico e ho spiegato ai miei alunni cos’era lo spid e che serviva per il bonus ai diciottenni. Ma una mia alunna (quella piu’ svelta) mi ha preso alla lettera ed è andata all’ufficio postale per aprire lo spid ma quelli dell’ufficio postale di Chieti (sede centrale) non sapevano cos’era (questo è successo a ottobre 2016) . Quindi ho dovuto spiegare alla mia alunna che purtroppo la PA si trova indietro (anche se in questo caso si trattava di poste italiane) e che doveva tornare all’attacco e insistere. In tal modo anche quegli impiegati hanno scoperto cos’era Spid e che era una cosa che nel giro di poche settimane l’avrebbe assillati grazie alla scelta saggia di vincolare la fruizione del bonus cultura alla richiesta di uno spid. Allora mi chiedo: ma è normale tutto questo?

Ciao @Paolo_Del_Romano no non è normale e l’accreditamento di un IDP passa anche dalla validazione del percorso di formazione del personale e Poste ha realizzato una formazione a distanza molto completa e ben fatta, quindi non è scusabile la cosa ma della serie… un’azienda perfetta che voglia essere è sempre composta da persone…

Umberto Rosini
Agenzia per l’Italia Digitale

Ciao @Paolo_Del_Romano.

Ho lavorato nel privato per alcuni anni e dal 2009 in una società in house. Ho sempre avuto a che fare con le PA.

La cosa non è normale, ma contemporaneamente è normale nella PA e limitrofi.

Credo abbia una risposta completa da darti su questo tema Diego Piacentini in questo articolo, di grande qualità a livello di contenuti, concetti e considerazioni.

Andrea

@Andrea_Tironi1 non è normale nella PA, limitrofi ma succede anche nel privato. Una delle prime cose da fermare è pensare alla PA e limitrofi (come li chiami tu) come soggetti non funzionanti o covi di soggetti senza voglia di fare. Molti che sono dentro la PA oggi stanno portando un nuovo modo di pensare e di gestire le cose ed è necessario avere la fiducia.

Grazie

Umberto Rosini
Agenzia per l’Italia Digitale

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Sono perfettamente daccordo.

Bisogna avere fiducia e speranza.

Nella PA e limitrofi (di cui faccio parte) sono convinto ci sia una discreta percentuale di persone che vuole darsi da fare. Del resto preferisco partire anche da una valutazione reale: ci sono quelli che non vogliono darsi da fare (come nel privato, forse in misura maggiore per motivi culturali, Zalone docet) e quelli che avrebbero voluto darsi da fare ma sono stati sconfitti dal tempo, dagli ostacoli e dalla burocrazia.
Questi vanno rivitalizzati ed è quello che come AGID e TD state facendo.

“per non abituarmi al sistema, perché per fare la disruption, per cambiare le regole, non puoi essere abituato alle cose che non funzionano, non puoi pensare che siano inamovibili e non possano cambiare” Diego Piacentini

“apprendere a fare le cose in modo nuovo; apprendere ad apprendere; più il cambiamento si fa vorticoso più ci serve una metodologia nuova per affrontarlo, insieme e non come individui in competizione”
J. Stiglitz

Io ci credo.

Andrea

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Bene e io aggiungo proprio un link all’intervista di Piacentini di ieri sera a Codice a Rai1 che dice delle cose a tal proposito il CLUB SmartPA di Piacentini

Portate le scolaresche in gita scolastica a Smau!!! Si scherza ma neppure tanto…sarebbe importante coinvolgere proprio le scuole nei tanti convegni e seminari che si realizzano in tutta la nazione. Ricordo che fino a qualche anno fa erano diverse le classi o le rappresentanze di istituti che a Milano partecipavano alla Giornata Aperta Sul Web…Forse occorre sensibilizzare su questi temi anche gli uffici periferici del MIUR ma sono certo che il vento cambierà, in meglio, tra qualche mese…o almeno, lo spero!

In USA ci sono esperti di Cybersicurezza che si offrono come volontari per andare a spiegare alle superiori l’importanza di questo settore e sensibilizzare nuovi esperti.

Il programma è questo: https://cybersecurityventures.com/phi-beta-cyber/

Potrebbe essere una traccia non solo per cybersec ma anche per le piattaforme abilitanti.

Andrea

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Quando il supporto non è all’altezza delle richieste… il condizionale “dovrebbero tendere” è quasi sempre una nota obbligatoria.

Buon giorno. In merito alla argomento educativo ho rivolto molti miei dubbi e perplessità riguardanti l abbandono da parte di molti genitori dei figli con il proprio telefono a persone competenti ed ai genitori stessi. Da parte dei genitori la risposta univoca é stata: il telefono lo faccio usare il meno possibile, io ho sempre domandato manderesti mai tuo figlio in autostrada guidando un auto il meno possibile? O faresti in modo di limitare la auto per essere consona? La gestione degli account in primis come identità futuro, sviluppo e sicurezza penso che siano alla base di una futura società. I mezzi divulgativi in digitale a servizio e a convincimento dell’umanità per un utilizzo sociale non solo commerciale puó divenire strumento di divulgazione efficace. Si attaccano cartelli ai muri per promuovere splendide attività ma le persone ci passano davanti chine sul telefono. Grazie a tutti :sleepy:

Ciao @Francesco_Gazzani.
Quale era il mesaggio che volevi passare con il tuo post?

Ho capito che ci sono diversi aspetti che tocchi ma non ho capito bene quale è la cosa che vorresti fosse migliorata.

Andrea

ciao @Andrea_Tironi1
grazie per l’attenzione, vorrei fosse migliorata la sinergia.
penso che la rivoluzione del sistema digitale abbia creato una deframmentazione dei settori ben delineati in passato. Molti tuttavia continuano a pensare a settori: il turismo, il commercio, il sociale ecc… ritengo che solo l’insieme di tutti questi settori possa creare qualcosa di unico e nuovo, come unica e nuova è la tecnologia. Lo sforzo più grande non è tanto la promozione dell’idea o del progetto ma trovare il settore di appartenenza. Cosi che quando alla domanda: le nuove tecnologie, il marketing commerciale indirizzato agli adulti ma in realtà assimilati da adolescenti inseriti in contesti sociali difficili possono scaturire in comportamenti non consoni ai bambini? quali per esempio bullismo, depressioni, ansie. La risposta di conoscenti competenti in materia sociale ma poco digitale è stata affermativa. Ma i compiti di inquadramento del problema sono difficili da delineare. Diventa difficile bussare alla porta giusta :sweat_smile:

Ovvero vorresti più formazione per i giovani per evitare che assorbano i cambiamenti digitali senza controllo?

Sarebbe bello:smile: ma più che per i giovani per gli educatori e famiglie

Credo sia una buona idea quella che dici, per i giovani potrebbero muoversi le scuole e per le famiglie è più complesso, dovrebbero muoversi probabilmente i sindaci.

In entrambi i casi a meno di progetti strutturali, la cosa è lasciata all’iniziativa del singolo.

Andrea

:grinning: ti ringrazio per la buona idea.
ma se inviassi tale richiesta ai sindaci, loro mi diranno che probabilmente sarà di competenza delle scuole, le quali a loro volta diranno che è di competenza delle famiglie (bombardate da marketing lasciano i propri telefoni con i propri account ai figli).
Probabilmente non sarà nemmeno di competenza sanitaria, forse di polizia postale, forse qualcuno proporrà un progetto ma non saprà a chi spedirlo. … come altri che faccio. Forse la sinergia è il filo conduttore di tutte le parole chiave sopra descritte taggate digitale, sociale, educazione, scuola, sindaco, giovani, famiglia, marketing, polizia…
forse un marketing sociale progettato e costruito in claud tra i tag sopra descritti potrebbe essere la soluzione.
vorrei precisare che la parola claud dovrebbe essere sostituita da commissione per gli istituzionali e da incontro per i territoriali un laboratorio per le scuole ecc… da diversificare per rendere più pertinente la comunicazione :wink:
una piccola precisazione:
che cosa conta per le famiglie? la ricarica
cosa allarma le famiglie? i virus informatici.
il virus informatico legato all’accostamento giovani e telefonia dei genitori non controllata potrebbe essere uno strumento efficace
così come le istruzioni per rimuovere il ‘‘virus informatico’’ potrebbero essere associati all’informazione, ma ci va sinergia tra chi fa i virus, il sociale ec… ec…
volete un italia in digitale?
fate un virus chiamate Salvatore Aranzulla e spiegategli di fare un articolo che spieghi come rimuoverlo, e per farlo dategli delle istruzioni condivise e pertinenti alla digitalizzazione sociale. :blush:

se posso permettermi di raccontare un aneddoto personale.
alle ultime votazioni ho voluto portare con me mia figlia di 6 anni e lei chiedendomi dove andavamo io le ho risposto: papa va a mettere un like… e ti vuole portare con se perché tu veda probabilmente un pezzo di storia dell’italia. Arrivate alle urne lei mi ha detto: però, che complicato questo like, ed io, le persone quando comprano il pane non mettono un :+1:. ci vanno e basta però sia noi che il panettiere mangiamo pane e mettiamo like