Ma perchè sarebbe colpa dell’Italia se uno spagnolo non ha l’identità digitale spagnola??? L’Italia concede l’identità digitale ai PROPRI cittadini e deve fare in modo che siano riconosciuti i propri documenti, non è tenuta a riconoscere tutti i documenti di identità del mondo, su. La Spagna pensi ai suoi, noi pensiamo ai nostri.
Poi, lì sì, si dovranno interfacciare le identità dei due Paesi in modo che quando uno entra con eidas usando l’identità spagnola sia riconosciuto dalla camera di commercio tanto quanto chi entra con spid.
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La situazione ideale e’ ovviamente eIDAS. Uno entra con un’identita’ digitale europea e questa viene riconosciuta dalle altre. Con dei grossi ma, che si sono rivelati tali solo al momento dell’applicazione pratica. In parte il problema e’ delle regole europee, in parte delle soluzioni nazionali.
Non tutte le autorita’ accettano eIDAS. Se non lo accettano, valgono solo documenti nazionali. Molti paesi rilasciano pero’ propri documenti nazionali digitali anche a stranieri non residenti.
La regola eIDAS prevede che i dati scambiati siano un minimo assoluto: Cognome, Nome, data di nascita e C.F. nazionale. Alcuni Paesi sono in grado di riassegnare i C.F. e allinearli coi propri, se uno ce li ha. Altri no. Se l’allineamento non ha luogo iniziano le procedure kafkiane.
Con la CIE entro via eIDAS sul sito pensioni tedesco. Alla prima registrazione mi chiede il mio C.F. tedesco, allinea i dati, ho accesso alla mia posizione.
Stessa cosa con la Svezia. Pero’ non e’ prevista la procedura di allineamento, non riconosce il C.F. italiano, si accorge che non e’ svedese (ma guarda…) e rimanda alla comunicazione via email. Sicurezza inesistente. Chiunque avrebbe potuto accedere ai miei dati.
Ecco un caso dove ci sarebbe voluta piu’ Europa e la generazione di una super-identita’ veramente europea, con quelle nazionali come sottoinsiemi.
Se poi passiamo alla firma, anche qui ogni paese ha fatto per conto proprio e l’unica vera certezza e’ l’incompatibilita’.