TD17 e nome file xml

Ciao,
rieccomi a mettere mano al gestionalino fatture per un cliente che vuole creare le autofatture TD17 e simili… tra l’altro cosa molto comoda, che credo userò anche io (risparmiandomi così l’esterometro :D)

Ho solo un dubbio riguardante il nome del file, ho visto, da alcune fatture fornitemi a modello, che diversi gestionali creano il nome del file con il paese e la partita iva del fornitore estero (es. NL123456789_progressivo.xml).

A me piacerebbe di più, e lo troverei più ordinato e logico, usare quelli di chi crea il documento, quindi la partita iva italiana.

A naso, penso vadano bene entrambi i formati, tuttavia non ho trovato nulla nelle specifiche dell’AdE, e mi chiedo se qualcuno di voi ne sa qualcosa in più.

Vi ringrazio molto :slight_smile:

Esterometro ??? !!! :roll_eyes:

SÌ, me lo fa il commercialista.
O meglio, non me lo fa, perché non supero una certa soglia.
Comunque, mi evito di dovergli mandare le fatture cartacee e di doverle conservare.
Però prima devo risolvere questo dubbio sul nome del file :smiley:

Dal 1 luglio 2022 l’esterometro non è più previsto, occorre necessariamente inviare i documenti di integrazione/autofatture (TD17 - TD18 - TD19) a SDI utilizzando il formato XML della fattura elettronica.

A quanto mi risulta, é data facoltà di scelta.
In ogni caso, ok, a maggior ragione devo capire, tornando alla domanda iniziale, se il nome del file può avere la partita iva di chi crea il documento, o se forzatamente deve essere quello del fornitore estero.

Luca

(Ecco un riferimento: da quanto dice questo articolo, l’autofatturazione elettronica non é obbligatoria)

Con il gestionale di nostra produzione invio da inizio 2022 documenti TD17-18-19 creando il nome file con la nostra partita iva + progressivo.
Se poi non invii il file XML direttamente a SDI ma c’è di mezzo il soggetto terzo intermediario il nome file verrà sostituito con la PIVA dell’intermediario + progressivo

Ti ringrazio per la risposta! No, nessun intermediario, per questo volevo essere sicuro.
Immaginavo andasse bene, però ne avevo viste alcune con la partita IVA del soggetto estero e quindi avevo il dubbio.
Grazie grazie!

Link?
Non leggere gli articoli di giornalai… ma solo le indicazioni di ADE.

Accidenti, eppure il commercialista non mi ha detto niente.
Lunedì lo sento…

Prova te stesso…
Vai su F/C e prova ad inviare (anche un solo documento), con data luglio 2022, e vedi il messaggio che ti da… :wink:

Non uso fatture in cloud (che sviluppatore sarei?) :slight_smile:
Comunque, devo chiedere chiarimenti al commercialista, che ha continuato come prima con le fatture passive estere

F/C sta per Fatture e Corrispettivi, ovvero,
il sito che ADE mette a disposizione per chi intende effettuare la trasmissione SENZA alcun software…

Vero, non avevo pensato a Fatture e Corrispettivi :smiley:
Ho chiesto chiarimenti al commercialista, attendo la prossima settimana per lumi.
Anche perché preferirei fare i TD17/TD18 per praticità e per via della coservazione.

io eviterei di una la piva del fornitore. Poniamo che io e te abbiamo lo stesso fornitore con piva DE1234567890 ed entrambi inviamo il file DE1234567890_1.xml il secondo che arriva verrà scartato per file duplicato

Davide, questo è tutto da dimostrare.
Uno dei grandi misteri ancora vivi su questo forum è cosa accade se il trasmittente è diverso. È l’esempio di chi cambia fornitore di software e sia il nuovo che il vecchio fornitore utilizzano l nomenclatura con il cedente prestatore e non con il proprio codice fiscale (ossia del trasmittente).

A me è già successo. Il fornitore di un mio cliente nominava i file con la piva del cliente al posto di usare la sua, scelta assurda, mentre io per le fatture attive utilizzo la piva del mio cliente. Sta di fatto che si è verificata la collisione ed errore per nome file doppio.

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Il problema è che se per le fatture attive che il tuo cliente emette tu stai usando la sua partita IVA, e al fondo ci aggiungi dopo “_” fino a cinque caratteri, se ad un certo punto il tuo cliente volesse lasciare il tuo software e passare ad un altro, e l’altro software adottasse lo stesso tuo paradigma, sarebbe possibile la collisione anche per questo subentrante.
Non a caso le istruzioni originali parlavano di partita iva del trasmittente nel nome, cioè la tua.
Ma purtroppo il tuo paradigma è lo stesso che adottano tante case software spaventate fin da subito dal raggiungimento in tempi brevi del limite di circa sessanta milioni di combinazioni coi cinque caratteri finali (escludendo maiuscole / minuscole).

Capisco,
non era stato questo il mio ragionamento, ma l’idea che il “trasmittente” fosse chi invia la fattura a SDI, cioé non chi gestisce il canale SDICoop o ha realizzato il gestionale, ma proprio chi compone la fattura e decide di inviarla, probabilmente avevo letto questo:
“Corrisponde all’identificativo del soggetto che trasmette la fattura. Nel caso di soggetti italiani corrisponde al codice fiscale preceduto da IT.
Nei figli di questo nodo, si specificherà il codice fiscale del soggetto che trasmette la Fattura che normalmente coincide con il fornitore ().”

E’ stata un’interpretazione errata, in effetti il trasmittente é chi invia il file, quindi immagino chi mette a disposizione il canale SDICoop.

Comunque, al di là di questo, appare evidente che basta che il nome del file segua il formato indicato, con importanza nulla sul titolarità della partita iva indicata.