A tutt’oggi non mi è chiaro come un consumatore finale potrà ricevere una fattura elettronica su PEC.
Al momento nessuno dei miei fornitori in qualità di privato cittadino (nemmeno un grosso gestore di telefonia come TIM) prevede, a quanto ho visto, di utilizzare quel mezzo.
Cosa succede dunque? Sono loro inadempienti o davvero non sussiste alcun obbligo in tal senso?
Avevo intuito anche che era sarebbe stato possibile specificare (nel proprio cassetto fiscale sul sito AdE) un indirizzo PEC in cui ricevere di default tutte le fatture, ma ancora non trovo traccia di questa opzione.
su questo forum ne abbiamo discusso in diversi thread.
la fattura verso cittadino privato (senza partita iva) va semplicemente inoltrata senza PEC e al codice identificativo 000000 in aggiunta andrà data la fattura cartacea.
in pratica non cambia nulla da prima se non che la fattura va inoltrata anche all’agenzia delle entrate quasi a fondo perduto, un po come si fa con le fatture estere (che però hanno l’invio opzionale)
Come stabilito dall’art. 1 del d.Lgs. n. 127/15, l’operatore IVA residente o stabilito è obbligato ad emettere la fattura elettronica anche nei rapporti con i consumatori finali (B2C) e a consegnare agli stessi una copia della fattura elettronica emessa, in formato analogico o elettronico, salvo che il cliente non rinunci ad avere tale copia.
Inoltre si sottolinea che, tanto i consumatori finali persone fisiche quanto gli operatori che rientrano nel regime forfettario o di vantaggio, quanto i condomini e gli enti non commerciali, possono sempre decidere di ricevere le fatture elettroniche emesse dai loro fornitori comunicando a questi ultimi, ad esempio, un indirizzo PEC (sempre per il tramite del Sistema di Interscambio).
Ne deduco quindi che il consumatore può chiedere di ricevere le fatture via PEC comunicando l’indirizzo al fornitore. O sbaglio l’interpretazione?
Ricevere le fatture via PEC può essere una comodità in molti casi. Penso all’amministratore professionista che potrebbe ricevere la fatture di X condomini tramite PEC (fino a diverse centinaia in un anno) automatizzando così il flusso di gestione.
Questa è una questione di punti di vista e di abitudini. La legge comunque dovrebbe essere chiara e a mio avviso non lo è.
Come dicevate girano parecchie notizie infondate sull’argomento e diversi professionisti mi hanno dato interpretazioni differenti.
Mancano pochi giorni all’introduzione del sistema e dobbiamo ancora affidarci a supposizioni.
La faq dice però anche (nel passo citato): Inoltre si sottolinea che, tanto i consumatori finali persone fisiche quanto gli operatori che rientrano nel regime forfettario o di vantaggio, quanto i condomini e gli enti non commerciali, possono sempre decidere di ricevere le fatture elettroniche emesse dai loro fornitori comunicando a questi ultimi, ad esempio, un indirizzo PEC (sempre per il tramite del Sistema di Interscambio).
Quindi io, condominio/consumatore finale, posso chiedere ai miei fornitori di ricevere le fatture via PEC all’indirizzo che comunicherò loro. Giusto?
Il passo che citi tu invece dice (o sembra dire) che il fornitore nel caso di invio a un condominio dovrà indicare il codice destinatario “0000000”; non si parla di invio su PEC.
Mi sembra che le due letture siano in contrapposizione tra loro.
La PEC è un mezzo di ricezione valido? Il fornitore è obbligato a usarlo se io consumatore finale lo richiedo per qualsivoglia mia necessità?
Boh, perdonatemi ma la cosa non mi sembra per nulla chiara
infatti si è creata la leggenda metropolitana che per inviare una FE ci vuole necessariamente un CodiceDestinatario oppure una Pec ma non è vero. Io ho qualche cliente che non ha la pec e che non avrà neanche il codice destinatario perchè gestirà tutto (ciclo attivo e ciclo passivo ) con il portale dell’AdE
Ma alla fine della fiera allora 'sta benedetta PEC si può usare per ricevere anche se si è “consumatori” sì o no?
Se io la comunico al fornitore questo è obbligato a inviarmi la fattura lì o è a sua discrezione?
È una leggenda metropolitana creata dal sito fatturapa.gov.it: riporta ancora la versione 1.2.1 dove vi è l’obbligo di indicare la PEC in caso di codice destinatario 0000000
la fattura, tramite il codice fiscale o Partita iva viene inserita nel cassetto fiscale del destinatario.
Se nel cassetto fiscale c’è una preferenza di ricezione dettata dal cliente, il cassetto fiscale segue quella indicazione.
In caso contrario segue le indicazioni in fattura
se è riportata la PEC, invierà la fattura in formato XML alla PEC (auguri per il cliente finale a leggerla)
se è riportato un codice destinatario diverso da 0000000, verrà inviata al codice destinatario (programma di gestione della fattura elettronica.)
Quindi si conclude che :
che il cliente finale può usare una PEC (in fase di test ho usato gmail e funzionava ma forse perché erano test) ma poi ottenendo un file XML poi dovrà salvare il file, caricarlo su qualche convertitore online per poter leggerne il contenuto.
che a prescindere da cosa fa un fornitore, che non è obbligato ad indicare PEC o codice destinatario (pensa alle bollette), la decisione finale spetta al cliente che si collega nel proprio cassetto fiscale e impone la preferenza di ricezione.
come ti suggeriva @Paolo_Del_Romano non è consigliata al cliente finale la PEC per la semplice ragione che collegandosi al cassetto fiscale può sia scaricare la fattura in xml che leggerla già decodificata
Grazie, la sintesi è molto chiara e in effetti corrisponde a quello che mi figuravo io all’inizio.
Come “consumatore” non riesco però a trovare nel sito AdE l’opzione per specificare la ricezione su PEC, cosa che è invece possibile per le partite iva
tramite la sezione “fatture e corrispettivi” (per questo mi chiedevo se fosse un obbligo del fornitore).
Come si abilita?
Scusa ma mi spieghi come hai fatto ad entrare come privato in “Fatture & Corrispettivi” ?
Attualmente è aperto solo ai titolari di partita iva e da quello che avevo intuito le fatture per i privati sarebbero stati recapitati nel "Cassetto Fiscale!