Il Data & Analytics Framework (DAF) è tra le attività principali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale, con l’obiettivo di sviluppare e semplificare l’interoperabilità dei dati pubblici tra PA, standardizzare e promuovere la diffusione degli open data, ottimizzare i processi di analisi dati e generazione di sapere.
L’idea è quella di aprire il mondo della Pubblica amministrazione ai benefici offerti dalle moderne piattaforme per la gestione e l’analisi dei big data agendo lungo quattro direttrici principali:
amplificare il valore del patrimonio informativo della PA mediante l’utilizzo delle tecnologie big data che consentono di creare conoscenza e ridurre drasticamente i tempi di analisi;
favorire e ottimizzare lo scambio dei dati tra PA, minimizzandone i costi transattivi per l’accesso e l’utilizzo;
incentivare la diffusione degli open data e renderne più efficace l’utilizzo;
favorire l’analisi esplorativa dei dati da parte di team di data scientist, sia in seno alle singole PA che a livello centrale, per migliorare la conoscenza dei fenomeni sociali.
Il DAF consentirà la promozione di iniziative di ricerca scientifica su tematiche di interesse specifico per la PA, favorendo la collaborazione con Università ed enti di ricerca.
C’e’ bisogno pero’ prima di progettare architetture coinvolgere anche esperti internazionali basandosi sulla letteratura scientifica e non quella commerciale. Noto spesso che si spacciano per conoscenza informazioni diffuse da alcuni vendors commerciali che non hanno nessun fondamento scientifico e non sono presenti in letteratura. Spesso si vendono innovazioni logico concettuali soluzioni che non hanno nulla di innovativo o peggio. E’ un mondo in cui troppa gente si spaccia esperta senza avere la giusta seniority scientifica e/o pratica. A me pare che il mondo IT ne stia soffrendo parecchio… sopratutto in Italia. Capisco che sia difficile districarsi in questo caos in cui il confine tra community, letteratura e ricerca scientifica e ambito commerciale non è sempre netto. Ma proprio per questo è necessario adeguare le proprie strategia di valutazione e di progettazione con un metodo procedurale che preveda una convalida esterna ad ampio respiro. Io inviterei ad organizzare un tavolo europeo su alcune tematiche non fermandosi al modo di vedere “italiano”. Errori in progettazioni porterebbe a side effects e spese inefficienti per molti anni. Non credo che possiamo permettercelo data la situazione italiana generale. Inoltre ritengo che troppo spesso si perde di vista il valore un progetto a sorgenti aperto rispetto a quello di un progetto commerciale. Ritengo che sul lungo periodo sia meglio molto piu’ strategico investire su migliorare su un progetto aperto (tanto piu’ se si decidesse di lavorare in modo coordinato in europa) che in progetto chiuso il cui knowout e la evoluzione dello stesso è vincolato ad un ambito privato, rendendo difficile de facto anche il riuso e la progettazione modulare: nel TCO attuale nella pa infatti attualmente non si mettono in conto alcuni costi che fanno propendere quasi sempre per soluzioni aperte. Infine ritengo che se da un lato a livello astratto sia corretto pensare a far migrare la gestione dei servizi in infrastrutture containerizzate evolute prima di di fare cio’ bisognerebbe costruire entro la pa una infrastruttura adeguata alle esigenza poste sul piatto senza ripiegare su soluzioni private : pensare che una pa riversi dati pubblici in un ambito di gestione privato è alquanto rischioso ; pensare che una pa utilizzi servizi , middleware in cloud privati è molto rischioso perche’ si pone in un contesto in cui vi sono variabili non controllabili dalla pa stessa che potrebbero portare al disservizio di lungo periodo (un fallimento aziendale , una guerra o una crisi politica diplomatica che forza la chiusura di alcune forniture,…) . Porre in essere situazioni in cui gli enti pubblici potrebbero essere resi non operativi in modo molto significativo o pressoche’ totale per volonta’ o malagestio di terze parti lo ritengo una azione di dubbia costituzionalita’ . Siamo sicuri che non sia da porre in alcuni tavoli multidisciplinari di carattere anche giuridico-costituzionale(o sotto il controllo parlamentare) al fine di valutare queste scelte tecniche che trasbordano il tecnicismo ?