Emissione CIE con ANPR

Appunto, quindi il comune di residenza compila il campo che viene messo in ANPR. Non è fattibile secondo lei?

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Ciao a tutti! di fatto la banca dati di ANPR consentirebbe già ora il rilascio della carta d’identità in qualunque comune. Ci sono un po’ di però…
Intanto la questione normativa: dalla legge anagrafica NON è stato completamente eliminato il riferimento al nulla osta ma semplicemente perchè le questure non vogliono ne intendono far confluire i dati in ANPR questo crea un enorme problema sulla validità all’espatrio! perchè di fatto la firma sul terzo foglio della riepilogativo della CIE serve per DICHIARARE (è a tutti gli effetti una autocertificazione) di non avere cause ostative all’espatrio! ma si sa che l’Italia è il paese dei furbi e in ogni caso la 445/2000 prevede la verifica delle autocertificazioni. Secondo: andare ad intasare i piccoli comuni può creare più danni che benefici! Vi faccio l’esempio che vivo ogni giorno:io lavoro a Rozzano (42mila abitanti quindi neanche piccolo) ma Milano ci scarica addosso tutto quello che loro NON VOGLIONO fare! il risultato è che i nostri tempi di attesa sono raddoppiati! Ultimo ma non ultimo; spesso i dati delle grandi città sono errati, incompleti o parziali! prenderli a “scatola chiusa” è un rischio perchè alla fine la responsabilità è di chi firma gli atti…

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Credo che la CIE si possa fare in qualunque comune. In quanto il comune di dimora non ha nessun modo di essere verificato.
peraltro in aeroporto a Fiumicino in caso di urgenza c’è uno sportello del comune per il rilascio “a vista” .

Io sapevo che non si poteva perchè ANPR non ha un flag che dice se la CIE è emettibile oppure no, informazione che ha SOLO il comune di residenza.

Si, ho seguito quel thread.
Però ti dico che sul sito del MIN INT c’è scritto che si può fare nel comune di residenza o di dimora.
A FCO vale quello che ti ho detto.
Immagino che contattino il comune di residenza per il nulla osta.

P.S. Mi hai “sbloccato un ricordo”. Ho controllato. Nel 2011 feci la CI a Roma quando risiedevo a Palermo (ma lavoravo a Roma). Ho appena controllato la vecchia copia (che sarebbe stata ancora valida se non avessi fatto la CIE).
Evidentemente come per i cambi di residenza si contatta l’anagrafe di residenza per info.

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ecco, io credo che sarebbe corretta una circolare che dicesse che la CIE si fa fuori dal comune di residenza solo in caso di urgenza (per non intasare i piccoli comuni e/o i comuni che hanno un range di apertura più ampio, tipo che sono aperti il sabato…) e che in tal caso è possibile l’invio immediato ( tramite pec, però) del nulla osta o del cartellino. A me parrebbe praticabile (ammesso che nell’urgenza il comune di residenza sia aperto).
Però volendo la cosa si potrebbe risolvere: il numero di CI rilasciate per conto di altri comuni è quantificabile, perciò un rimborso da parte del comune di residenza al comune emittente sarebbe anche ipotizzabile: se ho fatto 100
Certo che a me pare davvero inspiegabile che non si possa aggiungere UN FLAG di emissibilità !!! ma in che mondo viviamo ? un flag ! un dato che non può dare problemi di disallineamenti codifiche o robe simili… va bè mi fermo qui e mi chiedo come possiamo dare una svolta digitale alla pubblica amministrazione se in un anno non siamo riuscita ad aggiungere un flag.
Cito @Andrea_Tironi1 che un anno fa scriveva : "Mi ha detto che nelle prossime innovazione dei servizi demigrafici terranno conto del discorso “campo emissibilità CIE”
le prossime innovazioni quando saranno ? nel 2050 ?

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No molto prima.
2049. :grinning:

Sinceramente così mi han detto, poi quando lo faranno non lo so mi spiace.
Tra l’altro IPZS mi dice che fare la CIE fuori comune è una pratica “normale”.

In particolare quale è secondo te il nodo di fondo? Non ho capito se intendi che si può fare
ma crea problemi agli altri enti che non sono quelli di residenza o cos’altro.

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Anche se non sono “secondo te”, il nodo è quello per il quale talune istituzioni (tipo autorità giudiziaria) comunica al Comune qualche motivo ostativo al rilascio di documenti o di documenti validi per l’espatrio. Ovvio che lo comunichi al Comune, perche’, prima di ANPR, tutte le funzioni statali (ricordiamolo) di anagrafe della popolazione erano totalmente delegate al sistema dei comuni. Poi è arrivato ANPR e in qualche modo ci si è dimenticati di adeguare un po’ l’assetto normativo.
Quindi concordo in pieno un po’ con tutti, non c’e’ nessuno nodo che non si possa sciogliere: le autorità che hanno da porre qualche “veto” all’emissione di una carta di identità devono far transitare il dato in ANPR, sia che lo facciano tramite il comune di residenza sia che lo facciano tramite accesso diretto a ANPR sia che lo facciano tramite alimentazione di una banca dati specializzata (che, magari, prima viene costruita e poi istituita per legge…)
Anche perche’ sarei proprio curioso di vedere le procedure adottate oggi dai vari comuni per prendere nota delle comunicazioni di motivi ostativi.

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E intanto faccio notare che su ANPR la presenza di interdizione all’espatrio è riportata unitamente ai dati del documento d’identità, quindi se ogni comune aggiorna regolarmente ANPR alla ricezione di eventuali interdizioni il problema non sussiste…

Boh, ne parlavo a Natale con un’amica che lavora in anagrafe e mi diceva che al momento è impossibile perchè ANPR manca “di troppe cose”

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non è vero! su ANPR è riportato solo se la carta d’identità (elettronica o cartacea è indifferente) è valida o non valida per l’espatrio. Esempio pratico: un minore fa la carta d’identità ma uno dei genitori non è presente: la carta non è valida per l’espatrio ma questo non significa che ci sia interdizione da parte della Questura. Inoltre proprio le Questure NON dialogano con ANPR ma continuano ad inviare le interdizioni ai Comuni. In realtà, ai sensi delle varie leggi (dal regio decreto che la istituì in poi) le eventuali interdizioni si autocertificano. Anche se nessuno si prende la briga di accettarle

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ANPR è completa di tutti i dati che il Ministero dell’Interno ritiene necessari per la tenuta dell’anagrafe. Le interdizioni non sono contenuti anagrafici ma di pubblica sicurezza e per questo al momento (ma probabilmente sarà così per sempre) non vengono integrate. è anche vero che lo stesso Ministero ha “allentato” la presa su alcuni dati all’inizio considerati indispensabili per favorire il subentro di tutti i comuni. Ma questi non sono MAI dati essenziali (esempio il numero dell’atto di nasciata)

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