FONDI - Padigitale2026

Consiglio lettura e rilettura.

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(cliccando sull’immagine si va al pdf)

Andrea

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Esiste un cruscotto ove seguire l’andamento dei 5 indicatori elencati nel documento?

  • Identità digitale , % popolazione
  • Competenze digitali , % popolazione
  • Adozione cloud , % delle imprese, % delle Pubbliche Amministrazioni
  • Servizi pubblici online servizi pubblici fondamentali , %
  • Connessioni a banda ultra larga , % famiglie

Ciao

L’unica dashboard che conosco è:

Andrea

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già.

Ma da lì non si evince l’evoluzione degli indicatori del PNRR.

Suggerisco che venga creato un cruscotto specifico, @AgID

e prima famolo partire 'sto pnrr…

@Andrea_Tironi1 ma l’hai preparata tu la presentazione?

Il fatto che tu abbia potuto anche solo pensarlo mi fa piacere, del resto non ho preparato io la presentazione.

E’ che la vedevo sul tuo github…

Comunque, inizia a chiarirsi un po’ come funzionerà per i comuni e gli altri enti. molti finanziamenti saranno al raggiungimenti di obbiettivi, stile Fondo Innovazione.

Mi sfugge un po’ il senso di tenere distinti 1.3.2. e 1.4.1., ma sarà piu’ chiaro dopo, forse solo questione di titoli poco felici.

Bene @Andrea_Tironi1 …la proietterò in una lezione che devo fare nella mia scuola sul tema della transizione digitale :clap:

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Che illuso che sono :slight_smile:
Scherzo cmq, l’ho messa li solo perchè così era disponibile a tutti, niente altro.

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La trovate anche qui volendo:

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Esiste una qualche definizione pratica del termine cloud?

Io l’ho sempre capito come il server di qualcun altro, ma immagino che per dedicarci un intero capitolo —Abilitazione e facilitazione migrazione al cloud— ci sia un riferimento un po’ meno… nebuloso.

Peraltro, avete notato che in tutta la presentazione non compare la parola software?

Ah, ecco. Ho trovato anche questo:

Però non sono riuscito a capire quanto si intenda avvalersi di cloud provider esistenti, quali AWS, Google Cloud o Microsoft Azure, e quanto si intenda sviluppare come Polo Strategico Nazionale.

Il sito che indica è una risorsa operativa non strategica, quindi dà indicazioni su come fare (es. kit cloud).

Sì, parlava anche di una decisione che sarebbe stata presa ai primi di dicembre sulla scelta di un “partner”, che credo sia uno di quei tre, ma non viene detto. “Partner”, non fornitore.

È chiaro che il cloud è economicamente conveniente, sopratutto per il fornitore, che realizza l’economia di scala permessa dalla virtualizzazione e quindi e può permettersi un ricarico notevole. Però c’è anche un passaggio di potere considerevole, che forse avrebbe meritato una discussione strategica pubblica. E anche il singolo punto di inadempienza, risultante dall’accentramento.

Diciamo che non e’ nemmeno chiaro cosa si intenda per cloud quando si declina a proposito di sistema informativo della pubblica amministrazione italiana.
Certo che pensare di affidare bovinamente all’Amazon, Google o Microsoft di turno tutto il patrimonio informativo pubblico è una scelta già oltre i limiti dello scellerato.
Si pensa forse che consegnare tutti i dati a chi sa maneggiarli, usarli e trarne utilità possa portare beneficio alle organizzazioni e alle istituzioni pubbliche (dallo Stato in giù), invece temo sia solo cessione di potere e infine di sovranità.

Però insomma, siamo decisamente OT: io spero vivamente che queste iniziative portino intanto qualche risultato concreto sul piano applicativo (delle applicazioni/software cioè) e della strutturazione dei dati. Che appunto se il dato non è strutturato bene davvero poi lo Stato non sa usarlo e interpretarlo mentrei gli sterminati mezzi degli OTT mondiali sanno leggerli in un lampo come si legge un albo di Topolino.

Pongo un obbiettivo pratico, uno solo: addivenire a uno schema di dati condiviso a una tecnologia condivisa per la presentazione di istanze alla p.a., che siano domande di pensionamento o richieste di autorizzazione ad abbattare un albero.

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se un programma sceglie certi indicatori come misura, è buona prassi conoscerne i valori prima della partenza e dopo la fine, così da misurare l’efficacia complessiva dei fondi spesi.
@AgID

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qui si legge:

Le transazioni di PagoPA

Sono quasi 182 milioni le transazioni registrate nell’anno, in crescita dell’80% sul 2020. Il controvalore economico registrato è di 33,7 miliardi di euro. Nel complesso salgono a quasi 41 milioni gli utenti che hanno almeno una volta usufruito della piattaforma dei pagamenti elettronici.

Secondo voi da 41 milioni di utenti Pagopa si può derivare che 41 milioni di italiani abbiano l’identità digitale?

La CNS conta come identità digitale?

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ciao

  1. se è vero che 41 milioni hanno fatto un pagamento con pagopa, questo significa solo che hanno pagato con pagopa. Potrebbero essere (sono estremi) 41 milioni di persone con spid che hanno pagato online tramite wisp, oppure 41 milioni di persone che hanno preso il bollettino di carta e sono andate in tabacheria.

  2. la cns è una delle 3 identità digitali con spid e cie.

Andrea

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allora per chiarezza andrebbe aggiornato il sito governativo sull’idenitità digitale, ove la CNS non compare:

@AgID

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