SI parla di enti territoriali (comuni, province,…), quindi non solo scuole ma anche realtà ben più complesse e con costi di migrazione ben più alti (USR Lombardia compreso?).
Sono anni che si preme verso la direzione del .gov.it e ritrovarsi, dopo tante ore/giorni (e soldi) spesi di fronte a una comunicazione del genere si resta un po’ perplessi. Seguo comuni e scuole che hanno vissuto il passaggio al .gov.it non senza dolori, tra trasferimento di indirizzi mail, attivazione spid, modifica di brochure e modelli cartacei, biglietti da visita, file xml di anac, attivazione https (i certificati non sempre sono quelli gratis dell’azienda di turno)…
Mi chiedo, che senso ha distruggere tutto questo, e ancor più obbligare a NON avere il .gov.it? Significa tornare a effettuare il procedimento inverso comportando ulteriori spese e perdite di tempo per chi lavora nelle pa, e disagi per tutti i cittadini. Trasferire lo spazio web, i contenuti, i vari portali e blog, gli account di posta di un comune, i vari puntamenti dns (suap, istanze online) non è cosa da poco. E chi paga?
Era proprio necessaria una disposizione di questo tipo? E, ancor peggio, era proprio necessario renderla retroattiva dando solo pochi mesi di preavviso?
Ad aggravare il fatto alcuni enti hanno perso il diritto al vecchio .it in quanto domini acquistati da aziende o bot “spammosi” (un po’ come si faceva anni fa per accaparrarsi i nomi e come, temo, si tornerà a fare in futuro se questo provvedimento venisse applicato così come è). Spunteranno ancora i siti .org, .com e spazio alla fantasia… Viene anche meno il senso di una pubblica amministrazione più “unita” (stesso sottodominio, servizi su spid, garanzia dei dati…).
Attendiamo le faq, con l’auspicio che arrivino aggiornamenti e integrazioni positive.