Nota di credito elettronica

Ecco la risposta dell’Agenzia delle Entrate:

Testo richiesta:
Buongiorno,
Ho curato la fatturazione elettronica per il Lanificio Colombo (IT00203580022).
Tutte le note credito (tipo documento TD04) sia ricevute che emesse finora avevano sempre voci positive e totale positivo.
Il 22/01 abbiamo ricevuto da Enel Energia SpA una nota credito (IT06655971007_7VBBT.xml.p7m) con voci sia positive che negative e un totale negativo.
Sentendo il commerciale Enel e guardando la bolletta allegata l’importo negativo corrisponde a un importo che noi dovremo ricevere da Enel.
Il tal caso però, essendo il tipo documento TD04, mi sarei aspettato di vedere un importo positivo, che poi, in base al tipo documento TD04, sarà trattato come negativo, sia da noi in contabilità, sia immagino da voi quando controllerete la prossima liquidazione IVA.
Vi chiedo pertanto, se chi emette la nota credito deve un importo a chi la riceve, è corretto indicare l’importo col segno positivo come abbiamo fatto finora? e quindi il documento succitato emesso da Enel è sbagliato?

Il servizio di assistenza ha individuato una proposta di soluzione al problema.

La soluzione proposta è la seguente:
Gentile Utente
in merito alla Sua segnalazione,la informiamo che la nota di credito è una tipologia di documento TD04, non vanno inseriti valori negativi, addirittura potrebbe ricaricare la fattura da stornare e cambiare il tipo di documento.

Detto questo, la nota credito che ho ricevuto da Enel è palesemente errata, in quanto, per essere corretta, dovrebbe:

  • o avere tutti gli importi così come sono, ma avere tipo documento TD01 anzichè TD04
  • o avere tipo documento TD04 ma avere tutti gli importi di segno opposto, sia sulle voci che sul totale
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Ok, quindi a fronte di questa risposta dell’ADE per una Nota di Credito il tipo documento deve essere TD04 e gli importi del documento devono essere positivi. Per quanto riguarda quanto specificato nelle righe, si possono duplicare le righe della fattura originale errata.
La risposta non dà indicazioni sul fatto che da qualche parte sia necessario fare riferimento alla fattura originale errata (e comunque il blocco < DatiFattureCollegate > non è obbligatorio).
Ora la mia domanda è:
chi ha finora inviato note di credito errate (con importi negativi) come deve procedere per sanare / correggere la situazione? O magari non serve fare nulla?
Grazie

Secondo me serve sanare eccome!

Chiunque abbia emesso una nota credito con importo negativo, a mio avviso, per sanare dovrebbe:

  • emettere una nuova nota credito con importo positivo che va a stornare la nota credito errata con importo negativo
    E
  • emettere una nuova nota credito corretta (ovvero ancora con importo positivo identica alla precedente)

E’ quello che vorrei che facesse Enel Energia SpA ma che purtroppo immagino che non farà, e che genererà problemi sia in contabilità nostra interna, sia su eventuali controlli che l’AdE (forse) farà sugli importi della liquidazione IVA.

io penso che non si metteranno ad attenzionare tutte queste situazioni (almeno in questo primo periodo)

Se questo errore lo fa un’azienda come Enel che emette milioni di fatture al mese, avrà una discrepanza enorme nella liquidazione IVA.

ma tanto la dichiarazione iva precompilata in questo primo anno sarà inutilizzabile :wink:

Però l’Agenzia delle entrate potrebbe usare i dati della fatturazione elettronica per fare controlli incrociati. Un po’ come facevano (o si suppone che facessero) con lo spesometro. Non dico che poi non si risolva tutto spiegando il motivo della discrepanza, ma mi aspetto che da qualche parte si accenda un allarme.

A mio avviso la risposta è frettolosa. Ci vorrebbe un provvedimento.
Chi emette documenti Fattura, Nota credito, Nota debito deve inserire importi
algebrici ovvero sia negativi che positivi. Avendo una sezione a disposizione la somma non può che essere algebrica. Pertanto spetta a chi lo riceve variare il segno nelle proprie registrazioni. Del resto, se l’importo di detti documenti fosse indicato sempre in valore assoluto si dovrebbe distinguere l’importo di natura contabile da quello algebrico. es Fattura riepilogativa con detrazione degli acconti e delle spese. Nota di credito con addebito del bollo o riepilogative per variazioni di contratti. Cioè, se la sommatoria è un valore negativo devo riportarlo in positivo. La mia opinione è che ritenere il segno implicito al tipo di documento possa generare, per le svariate indicazioni di beni o servizi da riportare nei documenti, maggiore confusione. Inoltre se l’art. 21 del 633/72 Fatturazione delle operazioni. in vigore dal 01/01/2019 dice al c.1 … omissis… “Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate sono determinate le modalità, i contenuti e le procedure telematiche della comunicazione” … e ad oggi nulla si rinviene per il segno, a maggior ragione io continuerei ad emettere note credito con segno negativo
Grazie

La cosa più bella di questa fattura è:

Citazione
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:rofl:

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Tutto questo andava bene per le fatture e note di credito cartacee. Ma uno dei motivi per cui si è passati alla fatturazione elettronica è per poter automatizzare le procedure. Sia per chi deve contabilizzare le fatture, ma anche per l’Agenzia delle Entrate che fa i controlli.
Se due note di credito, identiche nel contenuto del file XML, possono essere interpretate in due modi diversi, si perde questo vantaggio. Se per la contabilizzazione delle fatture si possa supporre che ci sia sempre un essere umano che verifica quello che fa il software, nel caso dell’AdE non è così. Se non possono fare i controlli incrociati in modo automatico, a che serve la F.E.?
Per non parlare del fatto che nel caso dello spesometro questa ambiguità non c’era, quindi l’AdE ci perde con il passaggio alla F.E.

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Anche nel file XML, o se vuole F.E. esiste una solo “tipo” di importi. Pertanto nella fase di emissione il documento deve poter necessariamente riportare sia importi negativi che positivi con la relativa somma algebrica. Chi lo riceve, per la registrazione, o il software che agevola tale fase, deve fare una verifica di congruenza del segno implicita al tipo di documento indicato e proporre le righe per la registrazione tenendo conto del segno originale. Pertanto un programmatore attento non incorre nell’equivoco poiché prima di proporre in registrazione verifica il tipo documento e riporta le righe con il segno indicato nel file XML originale. L’AdE presumo e sembra, non verifica il segno delle note credito, poiché lo ritiene implicito al tipo documento e del resto può solo verificare i totali.
Allo stato è impensabile che possa esistere una decodifica unica per tutte le righe da registrare. Tale ancora non’è completa nemmeno nell’ambito della distribuzione organizzata e/o di grandi industrie con sistemi già avviati da tempo per la trasmissione di flussi digitali.

Credo che la F.E. preveda per adesso lo scambio in formato digitale ma non certo la contabilizzazione totalmente automatizzata dei documenti (simili flussi necessitano di una maggiore standardizzazione). Senza tenere conto tutto ciò che concerne poi la eventuale responsabilità di simili registrazioni.
Credo che controlli anche “incrociati” se ne possano fare molti (ovviamente sempre per coloro che si adoperano a fatturare)
“… a che serve la F.E.?” Io non lo so, però a me è servita ad aumentare molto i costi.

Anche per questo, invito a maggiore prudenza nel forum poiché alcune opinioni possono essere interpretate non correttamente da chi opera in fasi collegate, generando altri problemi e costi. x es:
un’operatore contabile, che deve registrare dei documenti, legge il forum è si convince che la nota di credito elettronica “debba” essere emessa per forza con importi positivi. Riceve le mie note credito con importo negativo e non fidandosi del proprio software (che fa il controllo del tipo di documento e gli propone il segno in coerenza alla registrazione da fare) cambia il segno nella registrazione.
Ebbene io divento creditore da debitore …
Salve

Io non sono né contabile né commercialista, ma programmatore. Dal mio punto di vista, nel momento in cui si fa uno standard tecnico, lasciare il significato dei dati alla libera interpretazione delle persone non ha senso. Bastava decidere una sola interpretazione e usare quella. Non ho detto da nessuna parte che le note di credito debbano avere tutti gli importi positivi. Possono essere sia positivi che negativi, come pure nelle fatture. Quello che bisognava fare è decidere se un importo positivo in una nota di credito è considerato di segno opposto o uguale ad un importo positivo in una fattura. Tutto qui.
Se un software esistente funzionava con la convenzione opposta, bastava modificarlo in modo da cambiare i segni in fase di generazione e lettura dei file XML.

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Step by step.
Credo che nella circolare che AdE sta scrivendo anche questi problemi verranno risolti

Se scrivo + è positivo se scrivo - è negativo. Chi riceve la penserà sempre al contrario.

Parlo a livello tecnico.
prima, con le fatture cartacee, una fattura poteva essere a debito o a credito in base agli importi.
quindi è facile pensare che se mi arriva una fattura con riportato “-100” capisco subito che sono credito nei confronti del fornitore (spero di scrivere in maniera corretta)

ma la F.E. identifica il tipo di documento in base ad una sequenza di codici (TD01, TD02… TD20).
E’ quindi facile pensare che

  • se ho un documento TD01 (fattura) con importo positivo sono a debito
  • se ho un documento TD04 (nota di credito) con importo positivo sono a credito in quanto il documento stesso indica che è una nota di variazione a credito.
  • se ho un documento TD05 (nota di debito) con importo positivo sono a debito per la stessa ragione precedente. ovvero il documento identifica l’operazione da gestire.

Altra cosa che fa pensare che l’importo debba essere positivo viene dai vari esempi dettati sulla compilazione da parte dell’Ade. Dove viene sempre nominato l’importo negativo per stornare anticipi o applicare sconti.

è anche vero che l’AdE non ha detto nulla di specifico o assoluto in merito. Avrebbe dovuto riportare una guida ufficiale su “come emettere una fattura” ma avranno ritenuto che il cliente può rivolgersi al commercialista.

Peccato che in una nazione dove la legge è interpretata e si è lasciato tutto molto al caso, questa cosa non può essere più valida.

il problema sarà ora capire come esegue i controlli iva l’ade. Del resto la fattura elettronica serve all’ade per fare l’incrocio fatture inviate/ricevute ed avere un valore di minima massima sulla liquidazione iva.
se usa il tipo documento per identificare l’operazione algebrica chi ha emesso note di credito negative potrebbe far risultare un addebito nel cassetto fiscale del cliente.
se usa invece gli importi, allora a far risultare l’addebito potrebbe essere chi ha emesso nota di credito con importi positivi

dal mio punto di vista, considerando che il tipo di documento ha un codice predefinito e non un campo personalizzabile, considerando che ci sono specifiche precise su come e quanto usare certe tipologie di documento (ad esempio TD20 autofattura per art.6 , TD01 per autofattura omaggi), considerando la riposta che l’AdE ha dato a @alb84, si può presupporre che la soluzione al momento più probabile sia che tutti i documenti vadano emessi con importi positivi ed è il documento a dettare se sono debiti o crediti.

e anche su questo ti do ragione :wink:

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Ma anche il suggerimento di rivolgersi ad un commercialista non è detto che sia applicabile visto che anche li i pareri sono discordanti.
Per principio io ora applico questo pseudocodice…
TD04 (nota di credito)
if (totaledocumento >0) {
segno=1;
} else {
segno=-1;
}
foreach (importo in documento) {
importo=importo*segno;
}
partendo da un principio che essendo una nota di credito il mio credito debba essere nel complesso positivo e non possa essere negativo.(altrimenti sarebbe una nota di debito). Ragionamento inverso per i TD05… e fino a qui tutto bene…

Il problema è che qualche programmatore molto fantasioso si è inventato pure le fatture con importo in negativo… (specialmente nel caso delle aziende di utility che lavorano molto sugli acconti) e li le cose si complicano perchè a mio giudizio una fattura non andrebbe usata come una nota di credito…

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Ma infatti quando una fattura va in negativo si deve chiamare Nota di Credito

è per quello che ho scritto che viviamo in un paese dove la legge viene interpretata. potrei quasi metterci la mano sul fuoco che se vado da 3 commercialisti con una domanda ottengo 3 risposte differenti.

il problema è proprio quello.

Un programmatore può, a seconda del cliente o del metodo di lavoro :

  • IF( tipoDocumento = TD04) Then totaleDebito = totaleDebito - TotaleDocumento
  • IF(totaleDocumento <0) Then totaleDebito = totaleDebito + TotaleDocumento

anche se questo schema è molto semplificato/sintetizzato , è facile da capire come le cose possono cambiare a seconda di come l’AdE esegue quei controlli che non conosciamo.

l’altro problema è chi ha ragione e chi sbaglia.
Sapendo che molto spesso il giusto diventa sbagliato e viceversa a seconda dell’influenza che un’azienda ha nel mercato, cosa succederà adesso dato che ci sono aziende come la ENI che fanno note di credito con importi negativi?

Veramente ENEL fa anche fatture con importi negativi…

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