Pagare online dal sito PagoPa

Perdonatemi se sbaglio, ma le tasse autodichiarative esistono solo in Italia?

No. Ma solo in Italia esiste una quasi totale impunità.
Il vero e unico problema italiano è che la giustizia non funziona, in nessuna delle sue branche. Ogni sanzione è puramente ipotetica e correre il rischio è sempre conveniente (è più facile passarla liscia che essere chiamati a pagare, sia nel penale che nel civile che nel tributario che nell’erariale ecc ecc ecc).

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Ma è una figata!


a parte che da PC devo fare “apri in una nuova finestra”, ma sono dettagli…

Forse ti hanno gia’ risposto, ma qui non c’entrano nulla i pagamenti spontanei, e’ come pagare dal tabaccaio, pero’ invece che inquadrare il qr code scrivi gli stessi dati a manina nelle caselle.

Piuttosto mi meraviglio di come queste iniziative non siano pubblicizzate. Questo servizio risolve un sacco di problemi. Per esempio i pagamenti da parte di stranieri (sotto opportune ipotesi) o anche da parte di italiani nei casi in cui l’EC non riesca a mettere a disposizione l’avvio del pagamento online (sembra strano, ma non tutti gli EC riescono a offrire questo servizio, oppure se lo fanno pagare come extra costosissimo).

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Meglio che funzionino prima di pubblicizzarle :slight_smile: a me dopo la verifica completata con successo e’ morto male:

Schermata da 2021-12-10 13-03-37

Comunque era l’ora!

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Il problema è capire come arrivano all’Ente creditore gli estremi del pagato, non mi è ancora chiaro (partendo dal presupposto che PagoPa Spa si è inserita come PT per tutti gli EC d’ufficio dove la trovo la RT o qualcosa di simile?). Poi bisogna tenere conto che un utente può sbagliare a digitare il codice avviso/IUV :roll_eyes: (incubi a capire che cosa ha pagato invece di ciò che doveva pagare l’utente distratto)… è una bella notizia ma non mi sembra gestita bene…

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Seguo…ma alla fine forse conviene provare a fare un pagamento per vedere se l’applicazione che ha generato l’avviso si accorge in qualche modo dell’avvenuto pagamento.

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Sinceramente le tue preoccupazioni mi sembrano eccessive.
Devi vedere quel servizio online come alternativo ad andare da un tabaccaio, in banca o sull’homebaking. Il giro del pagamento si chiude tutto allo stesso modo.
Se sbagli a scrivere codice IUV al 99,99999% ti accorgi che qualcosa non torna.

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Io ho perso il filo del discorso.

Il pagamento da portale pagoPA e’ un pagamento modello 3 (come per l’AppIO).

Se bagli a scrivere lo IUV, non trovi il pagamento o se becchi casualmente l’avviso di qualcun’altro si presume che tu sia in grado di riconoscere l’errore da titolo, importo etc…

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questo è vero… ma il portale chiede in prima istanza IUV e codice fiscale dell’ente creditore (NON del cittadino!).

Magari involontariamente potresti inserire uno IUV di un altro cittadino, sbagliando solo una cifra, ma sempre dello stesso ente creditore. Mi viene da pensare ad esempio alla bollettazione delle lampade votive: stesso importo, migliaia di IUV emessi… è facile sbagliare…

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Qui si apre un altro tema.
Uno dei principi matematici di base della teoria dei codici è che ci sia una certa distanza fra vocaboli validi (cioe’, in questo: due IUV distinti dovrebbero differenziarsi per più di una cifra/carattere). In altri termini dovrebbe esserci della ridondanza a tutela della sicurezza.
Non sono sicuro che le specifiche pagoPA affrontino il tema, anzi mi pare che per creare gli IUV è data piena autonomia agli EC/PT.
Quindi sta al loro buon cuore evitare che un dito troppo grosso che si scontra con l’imperante mobile-first paghi lo IUV di qualcun altro (che magari invece che il dito grosso ha il braccino corto…).

EDIT: poi magari le regole pagoPA trattano il tema, non ricordo e nel caso chiedo anticipatamente venia (l’aspetto teorico resta, comunque)

Claudio @perrcla coglie perfettamente il problema della possibilità di errore di digitazione (18, 17, 15 cifre o quello che è, digitate a mano: è facile sbagliare, negli F24 gli sportellisti bancari e postali riescono persino a sbagliare il codice ente di una lettera e tre cifre, è detto tutto :roll_eyes:); l’importo può non essere tanto significativo come “chi va là” per il pagatore o peggio per il versante (Claudio cita le lampade votive, che sono un esempio azzeccatissimo: pagano quasi tutti la stessa cifra) e in ogni caso ricordo che l’importo facciale dell’avviso perde di significato in caso di importo attualizzato dall’Ente. Ma questo in fondo è il problema minore: se uno paga qualcos’altro o per qualcun altro non consapevolmente sono fatti suoi (e se ne assume la colpa e le conseguenze: lo voglio vedere ad ottenere un rimborso con l’onere della prova a suo carico di dimostrare l’errore). Il problema vero è come si rendicontano questi pagamenti. Nel mio Ente ho una situazione del genere: 1 I.T. che provvisoriamente è utilizzato come generico da portale comunale (si vedono i dettagli solo di quei pagamenti operati da quel portale), P.T.2 per certi tipi di entrate settoriali col suo portale (si vedono i dettagli solo di quei pagamenti operati da quel portale), P.T.3 per certi tipi di entrate affidate a concessionario esterno (si vedono i dettagli solo di quei pagamenti operati da quel portale). Ognuno di questi pensa al suo orticello e non mi fa materialmente vedere i dettagli degli altri. Da dove li vedo i dettagli di quei pagamenti fatti da sito PagoPa? Da uno di questi portali degli I.T./P.T. la cui stazione emittente ha emesso quell’avviso con il relativo IUV suppongo…

Però noi dovremmo pensare a delle soluzioni che semplificano la vita soprattutto ai cittadini. Altrimenti diventerebbe un discorso puramente autoreferenziale degli addetti ai lavori.
Mi rifiuto di credere che non si riesca a trovare un sistema affidabile, efficace che possa automatizzare la riscossione dei tributi comunali. Il problema è che si è lasciato ogni comune da solo a gestire la riscossione dei tributi propri. E il risultato è che è diventato più difficile accertare/pagare/liquidare tributi locali che quelli erariali.

Ancora piu’ assurdo e’ che in confronto i pagamenti online funzionano piu’ o meno decentemente nel settore privato (personalmente trovo l’identificazione a 2 fattori un’inutile complicazione, ma e’ questione soggettiva). Non sta in piedi che acquistare qualsiasi oggetto o servizio negli USA o in CIna sia piu’ semplice da gestire e da pagare che TASI o IMU al proprio comune.
La PA non accetta IBAN per problemi suoi di contabilita’ interna, ma per buona parte dei cittadini sarebbe una soluzione pratica, funzionante, conosciuta da decenni. Nulla di nuovo cui doversi abituare.

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Le specifiche tecniche per la generazione degli IUV (SACI) indicano che le ultime 2 cifre “IUV check digit” si calcolano come resto della divisione per 93 del numero ottenuto concatenando i componenti “aux digit”, “application code” e “IUV base”, cioè tutto il numero di avviso, escluse appunto le ultime due cifre.
Quindi una forma di controllo contro le “dita troppo grosse” è stata prevista…

Buona giornata
Federico

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purtroppo questa è la cruda realtà e c’è il rischio che adesso si spenderanno un sacco di soldi con il Recovery Plan per cercare di risolvere questo problema e forse non lo risolveremo :roll_eyes:

EDIT: questa mattina ho dovuto fare giri di telefonate fra Comune e Società Municipalizzata incaricata per la Riscossione dei Tributi …per ELEMOSINARE il foglio di liquidazione della mia TARI che io non ho ricevuto ma che il comune dice di aver spedito. La cosa curiosa è che è successo pure l’anno scorso!

Faccio notare che Poste Italiane quest’anno stanno offrendo il peggio di sé in quanto a (in)efficienza del servizio …e puoi facilmente immaginare la difficoltà e i tempi lunghi di inviare manualmente a ciascun utente via email che lo richieda il proprio avviso di pagamento per minimizzare i disservizi postali (perché la realtà è questa, non quella delle fantasie ministeriali del nuovo “messia digitale” di turno).

spero che facciano partire al più presto il domicilio digitale e a qual punto dovrebbe diventare semplice recapitare via email a tutti i cittadini tutte le cose da pagare

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Dobbiamo pensare a delle soluzioni che funzionino per tutti, più che altro … meno costose per utente e per Ente, più semplici da usare, più semplici da gestire. Se non migliorano questi aspetti ci sarà sempre un fuoco di fila sia dei consumatori sia degli uffici (ed è normale).

Io aspetto con trepidazione la piattaforma digitale delle notifiche (che sgrava gli enti dalla lotteria del perfezionamento delle notifiche atti). Già solo questo migliorerà il sistema di conoscibilità e di riscossione dei dovuti.

E’ incredibile pero’ come si parli di avvio di pagamenti pagoPA e la discussione si sposti su lamentele, anche legittime, ma poco centrate sul tema.

Ormai alle soglie del 2022 il pagamento pagoPA funziona, funziona per gli EC che dovrebbero aver capito come gestirlo e per i cittadini che si stanno abituando e ai quali sono offerti sempre piu’ metodi per avviare il pagamento (restano le commissioni, ma quello e’ un altro affare ancora).
Certo, la anomalie ci sono, come ci sono con altri metodi di gestione dei pagamenti, elettronici o no. Magari con pagoPA emergono praticamente in tempo reale e fanno quindi piu’ rumore.

Se una comunicazione non arriva per posta pagoPA non c’entra nulla, se un ente pubblico buca due
anni consecutivamente una spedizione non c’entra nulla pagoPA.
Anche aspettare a gloria la mitica piattaforma della notifiche (a proposito, oggi servizio superpropagandistico al GR per un fantomatico “cassetto digitale” tuttofare - “lo farà pagopà, per adesso hanno aderito Agenzia delle entrate, INPS e Anagrafe nazionale della popolazione residente”) potrebbe essere insufficiente, perche’ da sola non risolve tutti i disservizi: se buchi un invio lo buchi adesso lo buchi anche dopo, anzi, lo buchi anche più facilmente se automatizzi un processo del quale hai poco controllo e poca consapevolezza già adesso.

Gia’ adesso comunque ci sarebbero gli strumenti per risolvere buona parte dei disservizi che lamentate.
L’avviso TARI non arriva? Ok, al 99% il Comune gestisce i tributi con un software verticale. Bene, esponiamo online un front-end che consenta al cittadino di autenticarsi con SPID/CIE e vedere i suoi dati. Si puo’ fare già adesso. L’avviso TARI lo prelevo da li’ in aggiunta alla spedizione cartacea o telematica. Alle notifiche con valore legale (alle quali le bollette TARI sfuggono) possiamo pensarci poi, intanto facciamo esercizio.

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Anche la rendicontazione e’ un tema diverso dall’avvio del pagamento.
In un caso cosi’ composito la soluzione migliore e’ tenere i 3 soggetti intermediari/partner a operare su IBAN distinti, di modo che i flussi di riversamento/rendicontazione contengano solo IUV gestiti da un medesimo soggetto.
Fra l’altro il bello del concessionario è che la rendicontazione dovrebbe farla lui. Quindi che gli si dia un conto bancario intestato all’amministrazione come la regola vuole, ma poi i dati analitici di rendicontazione ce li deve fornire il concessionario (viene pagato per questo - poi magari facciamo un’analisi se una sana digitalizzazione dei processi può portare a rivedere il ruole dei concessionari con aggi e amenità varie ma zero rischio di impresa e poco sollevamento di responsabilità).

Il discrimine non è da dove si avviano i pagamenti ma dove si genera lo IUV.

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