Una frase che ho sentito è sintomatica del lavoro all’italiana “è vero che non devono accettare più pagamenti, ma se lo fanno non ci sono sanzioni”.
Notevole…
Va beh ma non possiamo trasferire sui privati un problema della PA perchè le PA se ne fregano. I PSP in questo caso non hanno colpe, non possono fare loro da firewall, piuttosto vengano sanzionate le PA.
Io un po meno : come sempre riusciamo a vivere di “proroghe” nel far andare avanti le cose… Non è che il problema di tutto questo sia a monte? Nel senso che forse questi obblighi/norme non sono sufficientemente spiegate, condivise e - forse - di semplificata applicazione.
Concordo con Giuseppe, visto che proprio l’altro giorno è stato detto che verrà fatta una società dedicata a Pagopa. Il 2019 è l’anno di Pagopa, o si entra o nel 2020 ci si “attacca” al tram.
Io concordo parzialmente: è semplicemente una (ennesima?) dimostrazione che questo progetto - come tanti altri - è partito male. (altrimenti, che senso ha dover fare una società apposita (!) per dare una “spinta e ristrutturazione” ?).
un progetto che riguarda una piattaforma unica di pagamenti per uno stato, non è un progetto semplice. Agid lo ha portato con noi avanti egregiamente per due anni e cioè durante il periodo di startup del progetto. Adesso si passa ad una fase industriale. In questo l’Italia è un esempio a livello Europeo. Non lamentiamoci sempre
Oh si, tante.
In primis il fatto che dobbiamo cambiare la mentalità con cui agiamo: “se non c’è sanzione allora non mi preoccupo”. Ecco questo è un modo di pensare errato. “Facciamo un qualcosa di semplice e veramente utile al cittadino”. Questa è la mentalità corretta.
Poi proviamo a lavorare per step,. Mi spiego con un esempio: il primo gennaio 2019 si usa Pago PA.
Ecco questo NON è uno step, è l’obiettivo.
Gli step sono:
giorno 1) Hei P.A. sai che tra 2 anni introduciamo l’obbligo del PAgo PA? Ecco funziona così:
giorno 60) Hey P.a. abbiamo TUTTI i documenti tecnici pronti e validi e funzionanti. Gli ambienti di test sono a posto e tutta la documentazione anche. Inizia a sentire il tuo fornitore di soluzione software cosa ha fatto
giorno 120) Hey principali sviluppatori di applicazioni per la PA volete darci un idea di come siete messi? Avete problemi ?
Ecco… e via così accompagnando tutti gli attori in gioco.
Quindi mi sfugge perché si deve arrivare a 15 giorni dall’avvio teorico dell’obbligo su di un tema “scivoloso” come detto all’inizio quando è dal 2012 che c’è l’idea di fondo.
non condivido, ma sono pronto a parlarne con te e spiegarti i razionali.
Approfondire questi temi è sempre importante.
La mia mail giuseppe@teamdigitale.governo.it
Salve Giuseppe, ho recentemente riavviato uno scambio di mail con @spiunno affinché ci possa essere tale approfondimento in una situazione pubblica organizzata da noi di Opensipa e voi (e gli altri attori in gioco). Penso che sarebbe un momento ancora più interessante che non uno scambio a due.
Condivide questo?
a.
La creazione di una nuova società a totale controllo pubblico che si prenda in carico il sistema PagoPA non appare la migliore soluzione.
Basti pensare ai tempi tecnici di costituzione, insediamento degli organi e delle strutture e avvio dell’operatività.
Da quanto mi sembra di intendere, questa società diverrebbe un “super-intermediario tecnologico per PagoPA” al quale le PA (non in grado autonomamente) possono conferire le disposizioni da incassare.
A parte la titolarità, non mi è chiara la differenza ai fini del processo PagoPA tra la nascente Società e un qualsiasi intermediario o partner tecnologico già esistenti.
complessità degli standard: non era preferibile un’unica logica applicativa e di messaggistica al fine di gestire tutti i modelli di pagamento (modello 3 e modello 1, ad esempio);
al continuo cambio delle specifiche tecniche (sia delle linee guida e sia legate al passaggio tecnico dal WISP 1.3 al WISP2.0);
al continuo cambio del layout dell’avviso di pagamento (sorvolando sulla logica a dir poco anacronistica del bollettino postale recentemente introdotto);
all’architettura perversa dello standard tecnico della monografica del POS PagoPA (per dialogare con il POS occorre creare un’interfaccia sui gestionali dell’ente);
alla ridondanza richiesta per’l’avvisata digitale: PagoPA presuppone una logica distribuita degli archivi del pagamenti in attesa APA (presso l’ente, il partner o l’intermediario) e poi, ai soli fini dell’avvisatura digitale, bisogna inviare i dati degli avvisi generati al Nodo.
I veri problemi di PagoPA, tuttora ben presenti non si risolveranno con la nuova Società. Si pensi ad esempio alla rendicontazione e alla riconciliazione degli incassi dove regna il caos più totale.