(PAL) DataCenter e Sale Server (scantinati, posti liberi sotto scrivanie, stanze vuote scelte casualmente)

Buongiorno.

Leggendo il Piano Triennale, mi è venuto un dubbio in merito al concetto di DataCenter.

Le piccole pa (PAL) hanno spesso sale server (che a volte possono essere meglio definite come scantinati, posti liberi sotto scrivanie, stanze vuote scelte casualmente) male attrezzate che richiedono continua manutenzione. A pagina 24 del piano c’è scritto che non sono sostenibili costi per la costituzione di “nuovi datacenter o di datacenter non eletti a poli strategici nazionali”.

Questo mi ha fatto venire un dubbio in merito al concetto di datacenter.

Per datacenter esattamente cosa si intende?
I piccoli comuni possono continuare a manutenere le loro “sale server”?

Grazie.

Andrea

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Per Data Center si intende una struttura fisica, normalmente un edificio compartimentato, unitamente a tutti gli impianti elettrici, di condizionamento, di attestazioni di rete, di cablaggi, ecc. e a sistemi di sicurezza fisica e logica, che in tale edificio sono presenti, progettato e allestito per ospitare e gestire un numero elevato di apparecchiature e infrastrutture informatiche e i dati ivi contenuti, allo scopo di garantirne la sicurezza fisica e gestionale.
Il Piano Triennale, nel contesto della PA riportata nell’esempio, intende per data center anche un “Server Cabinet”, ovvero un locale molto piccolo che di solito ospita un numero di server ridotto (es. fino a 5 server) o anche semplicemente un armadio, talvolta non sotto il controllo della struttura IT, con caratteristiche di sicurezza fisica e logica e di impianti di raffreddamento molto ridotte o nulle ed intende incidere proprio sull’elevato costo di gestione complessivo aumentando al contempo i livelli di affidabilità, sicurezza, efficienza energetica del patrimonio ICT della PA.
La logica del piano è: nessuno costruisce nuovi data center (nè grandi nè piccoli) e incoraggiamo chi ne ha uno esistente a chiuderlo, migrando i servizi verso i poli strategici nazionali e/o verso il Cloud .

Massimiliano Pucciarelli
Agenzia per l’Italia Digitale

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Da soggetto privato, mi sono infatti sempre chiesto perché la P.A. non abbia ancora sviluppato un proprio servizio Cloud stile AWS GovCloud, per il quale ogni ente della P.A. possa creare uno o più account e creare lì sopra tutte le risorse virtuali che necessita, dismettendo quindi la maggior parte dei datacenter in house delle piccole amministrazioni locali.

Mi sono risposto da solo che forse un problema è la pessima qualità delle infrastrutture di rete nelle zone rurali, però oggettivamente non ne vedo altri.

Io rappresento dal punto di vista IT un gruppo di 70 comuni medio-piccoli, in Lombardia, in pianura.

Siamo riusciti a togliere l’isdn a tutti nel 2011 grazie ai servizi di connettività wireless.
L’adsl ha coperto tutto il territorio nel 2014 grazie al progetto di regione lombardia che ha permesso di cablare le centrali. Anche se l’adsl non è adatta ai servizi cloud avendo pochissimo upload.

Ad oggi molti comuni hanno comunque ancora linee che arrivano massimo a 4 mega simmetrici, sempre in wireless, alcuni hanno addirittura 2/2.

Questo spiega le difficoltà “periferiche” di accedere ai servizi cloud.

Nel breve dovrebbe arrivare la fibra di TIM e quella di Infratel e migliorare un po’ la situazione. Al che si potrebbero aprire scenari nuovi.

Andrea

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A chi dovessere interessare l’argomento Banda Ultralarga posto il link sul discorso banda ultralarga.

TIM VS INFRATEL VS VODAFONE

Andrea

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